~XLI. IL CONCERTO~

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<Sabry sei sicura che mi stia bene?> domando agitata, <Certo che sì! Che domanda sciocca! Sei una favola... e sorridi per favore! E quando sei sul palco pensa di essere da sola... vedrai che andrà tutto bene!> mi dice la mia amica accarezzandomi la schiena. Mi guardo un'ultima volta allo specchio poco sicura di me stessa: indosso una gonna rossa in pizzo piuttosto lunga e una camicetta bianca, i capelli sciolti che vanno a formare delle morbide onde e un trucco molto leggero (opera di Sabry). <Sei stupenda! Smettila di preoccuparti e si più sicura di te stessa!> mi ordina sorridendo veramente dopo diversi giorni. Quest'ultima infatti, in questo periodo, non ha fatto altro che studiare come se non volesse pensare a qualcosa: dopo quel pomeriggio in cui siamo andate a recuperare il borsone di Dylan è cambiata, è diventata più silenziosa e quel giorno quando doveva raggiungermi al bar durante la pausa per raccontarmi tutto come mi aveva promesso, non è venuta dicendomi che non se la sentiva. Dopo quell'episodio non ho più chiesto nulla, me lo dirà quando se la sentirà, infatti anche ieri quando siamo andate insieme a fare shopping per comprare il mio vestito per il concerto ho preferito non tirare fuori l'argomento, non voglio forzarla... la capisco! <Dov'è la star?> domanda la voce del mio migliore amico facendo il suo ingresso in camera e interrompendo i miei pensieri, <ALEX!> corro ad abbracciarlo, <Sei bellissima! Allora... pronta?> mi domanda sorridendo, <Sì... cioè no... non lo so!> esclamo abbandonandomi sul letto, <Ho paura di bloccarmi davanti a tutti... ho paura che gli altri mi giudichino per quello che vedranno e che sentiranno, ho paura perchè non voglio mostrare le mie fragilità agli altri...> spiego con gli occhi lucidi, <Andrai alla grande ne siamo certi!> mi dice Alex, <Esatto, io ti ho sentito già suonare e cantare e sei un talento naturale!> esclama la ragazza, le loro parole mi tranquillizzano un po', guardo l'orologio e... sono già le 3! <Devo sbrigarmi, la professoressa ci sta aspettando per sistemare gli ultimi dettagli!!!> esclamo raccogliendo la mia inseparabile borsa con dentro il mio quaderno degli spartiti, <Buona fortuna!> mi augura Sabry abbracciandomi, <Spacca tutti bellissima! Non vedo l'ora di sentirti!> dice il mio amico facendomi l'occhiolino, <Grazie ragazzi... se non avessi voi non so come farei! A dopo!> li saluto uscendo dalla stanza e raggiungendo il cortile in cui si svolgerà il concerto. Hanno organizzato ogni cosa alla perfezione! Il solito e monotono cortile oggi è addobbato con tantissimi fiori colorati, il palco, sul quale ora c'è la professoressa Brown che con il megafono lancia ordini ai tecnici e agli studenti come fossero soldati, ha sullo sfondo un pesante telo blu sul quale si diramano fiori rosa ed edere verdeggianti, sugli angoli del palco invece ci sono due pesanti vasi in terracotta con fiori gialli, rossi e bianchi... è un'esplosione di colori! Facendo lo slalom tra i posti numerati e decorati da file di fiori rossi, raggiungo le quinte dove si trovano gli altri studenti che si esibiranno oggi. Con un sorriso forzato saluto tutti e mi siedo su una delle sedie rimaste libere. Inizio a guardarmi intorno in cerca di qualche volto famigliare quando sento il cellulare vibrarmi fra le mani:

Dy: Esci fuori piccola! Volevo almeno augurarti buona fortuna!:)

Un sorriso spunta subito sulle mie labbra e subito mi precipito fuori dal tendone, due braccia mi avvolgono da dietro <DYLAN!> esclamo, <Volevo dirti solo di stare tranquilla... ti conosco abbastanza per dire che in questo momento sei agitatissima e anche molto preoccupata... ma ehi... non hai nulla da temere... sei fantastica! Mostra te stessa e vedrai che tutti rimarranno a bocca aperta!> mi dice, <Ma Dy...> faccio per ribattere ma la voce della professoressa mi interrompe: <Oh Sarah! Ma allora sei qui! Forza vieni che dobbiamo sistemare la scaletta!> <Devi andare ora! E ricordati quello che ti ho detto!> esclama il moro allontanandosi facendomi l'occhiolino, gli sorrido, ma poi sono costretta a seguire la donna dietro le quinte e a raggiungere i miei compagni. Solo ora noto che per la maggior parte sono ragazze a parte quattro ragazzi: due con in mano la chitarra, uno con il saxofono e l'altro con il violino, invece quasi tutte le ragazze non danno segno di avere con loro uno strumento a parte due che hanno una la chitarra e un'altra il violino, e forse un'altra ancora che se non sbaglio suona il violoncello. <Bene ragazzi ci siete tutti?> domanda la professoressa richiamando l'attenzione su di sè, <Ci sono! Ci sono! Scusate il ritardo!> esclama con il fiatone un ragazzo rosso di capelli facendo il suo ingresso, <Philip possibile che non riesci mai ad arrivare in orario!> lo rimprovera la professoressa, <Mi scusi!> dice sorridendo per poi spostare l'attenzione su di me: <Come mai non ti ho mai vista?> mi domanda, <Ho sempre preferito provare da sola...> spiego, <Philip oltre che arrivi in ritardo stai almeno in silenzio e ascolta! Stasera deve filare tutto liscio... chiaro?> domanda la signora Brown con tono severo, non l'ho mai vista così dura e autoritaria.... sarà agitata anche lei per il concerto... infondo siamo i suoi allievi! Il ragazzo in questione alle parole dell'insegnante chiude la bocca e presta attenzione. <Bene ragazzi, ora che ci siamo tutti dobbiamo stabilire la scaletta: prima si esibiranno solo i cantanti, quindi Ginny, Sophie, Shane, ...> inizia ad elencare i diversi nomi dei ragazzi che annuiscono ogni volta che vengono nominati, fino a quando non sento il mio nome, <Sarah tu canterai prima la canzone italiana giusto?> mi domanda, io annuisco cercando di ignorare gli sguardi curiosi degli altri, <Ottimo, dopo di te si esibirà Philip anche lui con il pianoforte, poi le due band, e poi di nuovo Shane, Sophie, poi Margot, Sam, Kevin e infine di nuovo Sarah... tutto chiaro?> domanda alzando lo sguardo dalla sua lista, tutti annuiamo, <Bene, ora mettetevi comodi e preparatevi che stanno iniziando ad arrivare gli ospiti!> conclude per poi sparire con due studenti che corrisponderebbero ai suoi aiutanti. Io torno a sedermi su una panchina un po' in disparte rispetto agli altri... sono agitata e continuo a giocherellare con il medaglione di mia nonna che ho al collo. Nonna se ci sei ti prego dammi tu la forza di affrontare tutto questo... vorrei tanto averti qui con me, di sicuro saresti stata contenta di vedermi suonare davanti ad un vero pubblico, ma avresti anche saputo tranquillizzarmi... starò facendo la cosa giusta nonna? Oppure manderò tutto all'aria? Lì fuori ci sono un sacco di persone e in questa stanza ci sono tantissimi ragazzi che si esibiranno, e il punto è che sembrano tutti più esperti di me... scommetto che la maggior parte di loro provenga da lezioni private... mentre io? A me piace suonare e cantare solo per me... nessuno mi noterà... in confronto a loro io sono una dilettante! Ti prego nonna! Dammi tu la forza! Mi ha lasciata qui sola... nessuno sa capirmi come facevi tu! Ho bisogno del tuo aiuto non credo di farcela! <Ehi, stai calma... è la prima volta che ti esibisci in pubblico?> mi domanda Philip interrompendo i miei pensieri e sedendosi accanto a me, <Emm... sì> rispondo aprendo gli occhi che avevo tenuto chiusi fino ad ora nel tentativo di calmarmi, <Ma stai piangendo?> mi domanda, <No> mento asciugando di nascosto l'unica lacrima che riga la mia guancia, <Sì invece... e non credo sia dovuta all'agitazione> mi dice, <No, infatti è solo che avrei tanto voluto avere accanto a me oggi una persona che invece non c'è...> spiego vaga cercando di ricompormi, <Oh, ti capisco... io sono ben tre anni che mi esibisco al concerto di primavera e i miei genitori non sono mai venuti a vedermi perchè erano sempre impegnati con il lavoro...> mi spiega, <Mi dispiace, e fidati non è una frase fatta, so cosa vuol dire l'assenza dei genitori...> commento guardando le punte delle mie decolté nere prestate da Sabry, <Così ti chiami Sarah? Giusto?> mi domanda rompendo l'imbarazzante silenzio che si era creato, <Sì tu Philip immagino...> rispondo sorridente, <E da cosa lo hai capito scusa?> ride lui sarcasticamente, <Tranquillo non perchè la professoressa ti abbia rimproverato una trentina di volte urlando il tuo nome... ho solo tirato ad indovinare!> mi beffo, mentre l'ansia lentamente si affievolisce, anche lui scoppia in una risata fragorosa attirando l'attenzione di tutti gli altri ragazzi presenti. Dopo essersi ripreso ma con ancora una mano sulla pancia mi domanda: <Sai davvero simpatica sai? Comunque di dove sei? Non mi sembri di qui...>, <Grazie e no, non sono di qui, sono italiana> rispondo con un alzata di spalle, <Wow! Ecco perchè la professoressa ha detto che cantavi una canzone italiana!> <Eh già...> <Beh comunque stai tranquilla quando sali sul palco pensa solo alla musica... ti risulterà inevitabile perchè quando inizi a suonare non pensi più nè alle persone nè a nient'altro...> mi dice, <Grazie mille... mi hai tranquillizzato un po' di più, davvero ti sono debitrice... stavo impazzendo!> affermo, lui mi sorride <Ti capisco anche io avevo molta ansia alla mia prima esibizione... ma... posso farti una domanda?>, annuisco continuando a giocherellare con il medaglione, <Ma come mai non hai voluto esibirti con qualcuno? Solitamente se è la prima volta conviene esibirsi almeno in coppia per non affrontare una situazione del genere da solo...> , <E' che... ammetto di essere una ragazza un po' particolare e la musica è quello che io sono, quello che provo, è ciò che ho per la testa, è il mio modo di sfogarmi, non l'ho mai condivisa con nessuno, e per me sarebbe stato molto più complicato lavorare con una persona che non mi conosce nemmeno... non so se mi spiego...> rispondo, <Ho capito perfettamente...> risponde con un sorriso <E tu? Quando hai iniziato a dedicarti alla musica?> chiedo questa volta io, mi sta simpatico questo ragazzo, mi piace chiacchierare con lui! <I miei genitori da quando avevo cinque anni mi mandavano a lezione di pianoforte... inizialmente lo vedevo come un obbligo... pensa che una volta mi misero in punizione perchè mi rifiutai di esercitarmi... ma poi con il passare del tempo ho imparato ad apprezzare la musica e lo strumento, e ora è diventata una delle più grandi passioni, insieme al basket ovviamente... E tu invece? Che strumento suoni?> <Pianoforte anche io... La mia passione è sempre stata la musica sin da quando ero piccola, e questo mia nonna lo notò così mi iscrisse a lezioni di pianoforte quando avevo sette anni. Imparavo in fretta, e più passava il tempo più la musica diventava importante per me, solo che la vita mi condusse a mollare i corsi, ma non per questo smisi di suonare, anzi mia nonna amava starmi ad ascoltare ore e ore senza sosta...> al ricordo sorrido, <Beh bello...>, <Sarah preparati che tra due esibizioni è il tuo turno!> mi avvisa la professoressa interrompendo i nostri discorsi, <Come tra due esibizioni?> domando incredula, mi sono persa a parlare che nemmeno me n'ero resa conto! Lei mi afferra per le spalle <Eh sì! E buona fortuna, vedrai che andrà tutto bene!> mi dice allontanandosi, io annuisco e mimo un "grazie" con le labbra. <Beh Phil grazie mille per avermi tranquillizzata e non avermi fatto pensare all'ansia> affermo alzandomi e afferrando gli spartiti nella borsa, <Di niente è stato un piacere! A dopo! E ti raccomando pensa solo alla musica!> mi ricorda mentre mi allontano, io annuisco e mi avvicino all'accesso al palcoscenico. La ragazza che c'è ora sul palco sta cantando Perfect di Ed Sheeran e devo ammettere che ha una bellissima voce, non sbaglia una nota, ma il peccato è che la canzone non sembra coinvolgerla minimamente. Dopo l'ultima nota il pubblico applaude entusiasta, lei ringrazia con un breve inchino ed esce di scena mentre la professoressa invece riprende posto sul palco, <Bene, dopo questa impeccabile esibizione di Susan è il turno di una ragazza particolarmente timida e riservata, è la sua prima esibizione in pubblico ma a parer mio ha un talento straordinario... stasera ha deciso di cantarci una canzone in italiano in onore della sua nazionalità... ecco a voi Sarah con Una finestra tra le stelle> annuncia, così dopo aver udito il mio nome stringo il medaglione tra le dita e avanzo verso il centro del palco dove c'è il pianoforte. Degli applausi si alzano insieme a urla da parte dei miei amici che subito identifico in mezzo alla folla, sorrido per loro e mi siedo al pianoforte sistemando gli spartiti davanti a me. Avvicino il microfono prendo un bel respiro e cerco di dimenticarmi di tutte le persone che mi stanno guardando, per poi iniziare a suonare. Ad ogni nota mi rilasso sempre di più e inizio a cantare. Le parole mi escono con semplicità e un sorriso spontaneo si apre sul mio viso quando inizio a cantare il ritornello:

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