Canzoni per i capitolo: Piece by piece - Kelly Clarkson e Always - Gavin James
Siamo decollati da 2 ore e le immagini del funerale di mio padre continuano a susseguirsi nella mia testa. Mia madre tesa come una corda, cercava di mantenere la calma e di non scoppiare in lacrime, io invece mi sentivo fuori posto e confusa... non capivo se era normale che non mi venisse da piangere o se ero diventata un'insensibile.... In tutta questa mia totale confusione mi limitai a stare accanto a mia madre perchè comunque sapevo che lei ancora lo amava, lo ha sempre amato... Questa mattina in chiesa non si presentarono molte persone, solo i famigliari più stretti di mio padre che erano completamente all'oscuro della storia che lui aveva avuto con mia madre, l'avvocato dello studio cioè quello che era stato il suo migliore amico e la psicologa di mia madre, che ormai era un'amica di famiglia. A metà cerimonia il parroco chiese se qualcuno si sentiva di dire due parole al defunto, e dato che nessuno aveva intenzione di farsi avanti, raccolsi tutto il mio coraggio rimasto e mi alzai dalla panca per raggiungere il microfono sull'altare, osservai per un momento tutte quelle persone che mi guardavano con curiosità, e poi cominciai a parlare: <Alcuni di voi si staranno chiedendo chi sono io e chi mi dà il diritto di parlare... beh ecco ho scoperto tre giorni fa che quest'uomo che non sono mai riuscita a guardare negli occhi e che ho visto solo nella bara, è mio padre. Tutti stupiti? Beh tutto è cominciato poco più di diciotto anni fa, quest'uomo non mi ha mai presa in braccio una volta, mi vedeva come colei che gli aveva tolto la libertà, colei che avrebbe limitato il suo futuro e le sue scelte, così mi abbandonò, ci abbandonò... tutto per un solo motivo: la paura! Così sono stata cresciuta da quella donna seduta su quella panca che sta trattenendo le lacrime, mia madre, la donna che lui ha amato fino all'ultimo giorno della sua vita, perchè sì, nonostante le sue azioni lui l'ha sempre amata anche quando è scappato. Se sono arrabbiata nei suoi confronti per tutto questo? Certo che lo sono stata ovvio! Ma ora non lo sono più, ho capito che tutti possono sbagliare, tutti noi commettiamo errori continuamente, ma l'importante è accorgersene e imparare da questi, ma soprattutto saper perdonare gli altri, non portare rancore perchè è proprio questo che rovina la vita, ti fa dubitare di tutti, di rende irascibile, sospettosa, ti fa innalzare barriere che ti allontanano dagli altri rendendoti ancora più sola... quindi perdonate! Perdonate prima che sia troppo tardi... se ci sono riuscita io potete farlo tutti e sapete perchè? Perchè siamo tutti umani! Davanti a noi oggi abbiamo un uomo che ha sbagliato, e anche tanto, ma che si è pentito, che ha cercato di rimediare, perchè è tornato, mi ha cercato e ha cercato di stare vicino sia a me che a mia madre... ha sconfitto la sua paura. Quindi grazie papà, mi spiace non averti conosciuto prima, odio il fatto che sia troppo tardi ma prima che tu te ne vada definitivamente volevo farti sapere che ti ho perdonato e che ti voglio bene! Ciao papà, un giorno ci rincontreremo e ci potremo finalmente abbracciare!> terminai lasciando andare il microfono mentre una lacrima mi rigava la guancia. Anche mia madre iniziò a singhiozzare e Dylan non mi lasciò mai la mano. Volgo lo sguardo al ragazzo addormentato seduto sul sedile accanto al mio... qualcosa si muove nel mio stomaco così distolgo lo sguardo confusa e cerco di addormentarmi dato il lungo viaggio che mi aspetta.
<Sarah! Sarah!> mi sento chiamare, <Principessa!> la voce di un uomo sembra ovunque, mi guardo intorno, solo un grigio uniforme interrotto da una porta aperta poco distante, è proprio oltre a questa che trovo di spalle un uomo con i capelli corvini, si volta e continua a chiamarmi: <Principessa!Principessa!> <Papà!> esclamo riconoscendolo, <Sarah! Vieni!> mi chiama, così io alzandomi in piedi inizio a camminare verso di lui, <Corri Sarah! Veloce! Tra poco me ne devo andare!> mi dice, così aumento il passo, ma è come se corressi sul posto, non riesco a raggiungerlo, <Sarah! Veloce! Me ne sto andando!> mi prega con gli occhi lucidi, io comincio a correre disperatamente ma la porta si allontana ad ogni mio passo: <NO PAPÀ! NON TE NE ANDARE!> urlo continuando a correre mentre la sua figura diventa sempre più trasparente, <SARAAAAAAH!> urla lui scomparendo del tutto, <PAPÀ!!!> lo chiamo crollando in ginocchio... <Sarah! Sarah! Svegliati!> mi chiama invece la voce di Dylan e io apro gli occhi di scatto, <Papà...> sussurro ancora scossa per l'incubo, <Ssssshhh... era solo un sogno...> cerca di tranquillizzarmi lui abbracciandomi, io mi lascio cullare dalle sue braccia. Dopo diversi minuti di silenzio alzo lo sguardo e noto che ci sono alcuni passeggeri che ci stanno guardando, <Hanno sentito che urlavi "papà no, papà!"...> mi spiega Dy come se mi leggesse nel pensiero, io cerco di farmi piccola piccola per nascondermi dall'imbarazzo. Quando la situazione migliora e smette di essere imbarazzante il mio amico mi domanda: <Ne vuoi parlare?> <No tranquillo... vado un secondo in bagno> lo avviso alzandomi dal mio posto. Entro nella cabina stretta e mi sciacquo il viso con un po' di acqua fresca e fisso il mio riflesso alla specchio: occhi stravolti contornati da occhiaie, lineamenti stanchi e ancora scossi, capelli disordinati. Cerco di nascondere tutti questi difetti per evitare di far preoccupare i miei amici: estraggo dalla borsa il mio correttore ancora praticamente nuovo e lo applico su tutto il viso per nascondere tutti segni ormai troppo evidenti, un filo di mascara per dare un po' di colore e raccolgo i capelli. Riguardo il mio volto allo specchio e posso dire che è migliorato! Faccio un bel respiro cercando di cancellare le immagini del sogno che sono ancora vivide nella mia testa e torno al mio posto. Dylan mi guarda con una faccia di chi ha capito le mie intenzioni, ma non parla. <Ti va di mangiare qualcosa? Io sto andando a prendermi un panino...> mi domanda facendo finta di nulla, <No grazie... non ho fame> gli rispondo forzando un sorriso e afferrando il mio zainetto, lui annuisce e si allontana. Afferro il mio cellulare con le cuffiette e la matita con il mio quadernino... ho bisogno di disegnare! Così con la musica che si sovrappone ai pensieri inizio a tracciare linee sul foglio estraniandomi dal mondo circostante.
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Trust [#Wattys2019]
Teen Fiction[COMPLETATA] FIDUCIA, una cosa difficile da dare e altrettanto da ottenere, soprattutto dopo certe esperienze... Come la nostra protagonista Sarah, che sta affrontando un'esperienza del tutto nuova con un passato duro alle spalle... Ma una cosa ha...