~XVI. COLPITA E AFFONDATA parte 1~

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La settimana è quasi terminata, stasera dovremmo tornare a New York.

In questi giorni ho visitato moltissimi posti qui a Parigi, sia insieme ai miei migliori amici sia con Cam. Ho notato di essermi affezionata molto a quest'ultimo, dato che il nostro rapporto è andato migliorando: forse Sabry aveva ragione, forse lui è veramente dolce e quella del duro è solo una maschera...

Se vi state chiedendo se ho scoperto qualcosa riguardo il ragazzo mascherato della festa, beh no... Ho deciso di lasciare stare, in questi giorni ho cercato di non pensarci perchè ho paura che possa essere solo uno scherzo e non voglio delusioni. Sabry ovviamente ha dei sospetti, ma nessuno di questi è attendibile... forse potrebbe essere Cam, ma mi sembra strano... secondo lei potrebbe anche trattarsi di Dylan ma lo escludo dato che ci odiamo, Alex invece non può essere perché è come se fosse un fratello per me... quindi siamo ancora senza speranze di riuscire a scoprire chi sia... Se volete tutta la verità io spero sia Cameron, ma secondo me non lo è, non so è una sensazione, secondo me è un ragazzo che non ho mai considerato....

Comunque, ora sto aspettando Sabry che mi raggiunge per fare colazione: è andata a sistemare in camera il vestito che ha preso per la festa di natale di domani sera al college. Io di quella festa proprio non me ne preoccupo perché non ho intenzione di andarci... di sicuro sarò sfinita dopo il viaggio!

<Hei bellezza!> questa voce è inconfondibile, mi volto: <Hei Cam!> lo saluto con un sorriso<Come mai tutta sola?> <Sto aspettando la mia amica> <Oh... volevo chiederti, dato che queste sono le ultime ore a Parigi, ti andrebbe di andare a fare una passeggiata?> <Certo, però devo avvisare Sabry..> in quel momento vedo entrare la bionda dalla porta del bar: <Ciao ragazzi!> ci saluta, <Hei Sabry!> contraccambio, <Sabrine, scusa, non è che potrei prenderti la tua amica per queste ultime ore?> chiede il ragazzo alla bionda, <Certo, non c'è problema e Cameron chiamami Sabry...> <Va bene! Ciao!> salutiamo, <Ricordatevi che bisogna ritrovarsi all'aeroporto per le due!> ci urla prima che potessimo uscire.

Passeggiamo per le vie tra i negozi, facciamo delle foto alla Tour Eiffel, pranziamo con un panino e infine andiamo al ponte dei lucchetti. <Questi giorni sono stati fantastici... Parigi è meravigliosa...> commenta lui sedendosi su un marciapiede, <Già, ho amato ogni cosa di questa città...> affermo imitandolo, <Allora verrai alla festa di questa sera?> mi domanda, <No, non credo... dopo il viaggio sarò di sicuro stanchissima e preferisco riposare> gli spiego, <Ah okay...> commenta un po' dispiaciuto. Rimaniamo qualche minuto in un silenzio rilassante, ad osservare il paesaggio intorno a noi. <Allora ti piace veramente la mia collana... sai, ti dona...> rompe il silenzio, <Sì, è veramente bella, te l'ho detto... e ti ringrazio!> lui sorride... dio il suo sorriso! Mi faccio coraggio e lo abbraccio, lui ricambia un po' sorpreso, quando ci stacchiamo ci guadiamo negli occhi, lui inizia ad avvicinarsi a me e non ho il tempo di capire ciò che sta succedendo che mi bacia. Quando ci stacchiamo mi sorride, e io pure... oddio sarò rossa come un peperone! Sto morendo dall'imbarazzo! Ma finalmente ho dato il mio primo bacio, nel mio stomaco ci sono gli elefanti che stanno ballando la macarena. Per di più il ragazzo affianco a me continua a fissarmi e io non riesco a guardarlo in faccia, non so cosa fare ora, come comportarmi. Menomale che la suoneria del mio cellulare interrompe quel momento di imbarazzo, rispondo un po' impacciata: <Hei Sabry! Dimmi...> <Ma dove sei finita? Tra venti minuti dobbiamo essere in aeroporto e tu devi ancora sistemare le tue cose!> cavoli! Non mi sono resa conto dell'orario! <Oddio sto arrivando!> e chiudo la chiamata, <Scusa, devo andare! Devo preparare ancora tutta la mia roba!> dico scappando, ma lui mi richiama e mi corre incontro: <Hai dimenticato una cosa> mi dice, <Cosa?> gli domando <Questo> e mi bacia, io ricambio con un sorriso, in questo momento dentro di me ci sono i fuochi d'artificio, poi, per non ricadere nella situazione imbarazzante di prima, corro verso la villa senza voltarmi indietro.

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