~XLII. VERITÀ E MENZOGNE~

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Canzoni per il capitolo:
Ho inserito le canzoni lungo il capitolo quindi mentre leggete basta  che premete sul video per ascoltarle

Believer- Imagine dragons

Dylan

Un raggio di luce mi fa aprire gli occhi, decido di alzarmi facendomi spazio tra i corpi addormentati dei miei amici, salgo le scale raggiungendo il bagno. Purtroppo però trovo la porta chiusa e sento la voce di Sarah e dei singhiozzi provenire dall'interno, mi avvicino cercando di capire cosa sta succedendo: lo so che origliare è sbagliato ma sono preoccupato: <... non ce la faccio più a tenermelo dentro...> singhiozza Sabry, quello che Sarah dice non riesco a capirlo molto perchè utilizza un tono molto basso, ma immagino stia incoraggiando la sua amica, dopo alcuni secondi sento di nuovo la voce indecisa e frustrata di Sabry, <Non so come dirtelo... un po' di mesi fa ti raccontai dell'uomo che quella sera di dieci anni fa mi ha aggredita, e come ti avevo detto è stato rilasciato un paio di mesi fa dalla polizia dopo dieci anni di carcere per buona condotta... beh ecco quell'uomo è il padre di Dylan!> dopo quelle parole la testa comincia a girarmi, le orecchie cominciano a fischiarmi. Come un automa, scendo le scale, esco dalla casa di Matt ignorando i richiami dei miei amici, l'unica cosa su cui riesco a focalizzare la mia attenzione sono parole che ho origliato dalla conversazione tra Sarah e Sabry. Salgo in sella alla mia moto e premo l'acceleratore. Come è possibile che mio padre mi abbia mentito, e per di più su una cosa del genere! Come è possibile che lui abbia fatto una cosa del genere? Com'è possibile che abbia fatto del male a una ragazzina indifesa? Come può vivere così tranquillamente nonostante tutto? Com'è possibile che mia madre l'abbia riaccolto a casa dopo tutto quello che ha fatto a noi, a lei, a me, a Sabry... non ci voglio credere! Dopo aver percorso chilometri di strade trafficate ed essere tornato abbastanza lucido da poter prendere in mano la situazione, spengo moto davanti alla villa della mia famiglia, apro la porta di fretta e corro di sopra nello studio di mio padre. Rovisto tra i diversi cassetti della scrivania ma non trovo nulla, rovisto nella libreria e infine decido di tentare di aprire la cassaforte dietro al quadro di matrimonio dei miei, provo diverse combinazioni: la sua data di nascita, quella di mia madre, la mia, non so più cosa tentare.... provo con la data del matrimonio e... "clak" la serratura si sblocca! Apro lentamente lo sportello... finalmente saprò la verità! Afferro l'unica cartelletta presente all'interno, e avvicinandomi alla scrivania con il cuore che martella nel petto la apro alla ricerca di risposte. Documenti giudiziari a nome di mio padre, fogli, scartoffie, in tutto questo le uniche parole che riesco a cogliere sono "condannato per abuso e violenza su minore" prima che gli occhi mi si riempiano di lacrime, e un improvviso vuoto si fa strada dentro di me. Ad un tratto la porta dello studio si spalanca e la figura di mia madre si blocca davanti ai miei occhi disperata, <Dylan, caro, lasciami spiegare...> comincia ma io la blocco, <Mi avete mentito per tutto il tempo... merito di sapere la verità! BASTA MENZOGNE!> urlo scuotendo i fogli davanti ai suoi occhi, <Cosa significa?> domando avvicinandomi, <Dylan calmati per favore...> dice cercando di lasciarmi una carezza sulla spalla, ma io mi scanso disgustato, <Non mi toccare! Non ci posso credere che nonostante io ho tentato di darvi un'altra chance voi mi avete preso in giro costantemente! Voglio sapere tutto e ora!> urlo, <Va bene... hai ragione meriti la verità...> sussurra sedendosi sulla sedia affianco alla scrivania, e dopo un breve sospiro comincia a parlare: <A tuo padre è sempre piaciuto il gioco del poker, e undici anni fa cominciò a frequentare un locale piuttosto vicino a dove abitavamo prima per giocare, tornava a casa sempre più ubriaco, cercava di alleggerire la testa da tutti i problemi di lavoro con l'alcool...> <Non provare a giustificarlo! Non ho bisogno di questo ho bisogno per una volta di sapere la verità nuda e cruda... niente giri di parole!> affermo stufo e sempre con meno pazienza, così lei continua: <Beh quando era ubriaco non era lui... una sera di poco più di dieci anni fa, non so se ricordi, squillò il telefono di casa, e io ti annunciai che tuo padre non sarebbe tornato, era la polizia... mi avvisarono che tuo padre era stato arrestato e che si trovava in commissariato. Quella stessa sera dopo averti messo a letto mi sono precipitata in caserma e lì ho trovato tuo padre dietro le sbarre. I poliziotti mi dissero che era stato arrestato per abuso e violenza su minori... in poche parole aveva aggredito una ragazzina fuori dalla palestra di ginnastica...> dice tra i singhiozzi con sguardo vuoto e perso, ero già sconvolto prima che ero praticamente certo degli avvenimenti, ma sentire da lei quel racconto mi si gela il sangue <NOTIZIA FLASH MAMMA... QUELLA RAGAZZINA ERA SABRINE TOMPSON UNA MIA AMICA!> urlo sbattendo i pugni sul tavolo, a quelle parole la donna si porta le mani alla bocca stupita, <Beh, e io che ero pronto a perdonarvi... che stupido... non avete mai fatto altro che mentirmi... io mi sentivo in colpa perchè pensavo veramente che l'assenza di mio padre era dovuto solo al suo senso di protezione, pensavo fosse lui la vittima e invece no! Lui era il mostro! E' stato lui il carnefice nei confronti della mia amica, è lui che le ha portato via tutto, persino la dignità, l'innocenza e i sogni... e nonostante le sue azioni non mi sembra minimamente pentito, anzi ha cercato si insabbiare tutto, e tu con lui, che lo proteggi... sei solo una sua complice! Io non voglio più vedervi! Mi fate schifo!> dichiaro uscendo da quella stanza che cominciava ad essere troppo soffocante.

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