~IV. IL PASSATO NEL PRESENTE parte 2~

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Sento la vibrazione del cellulare sul cuscino, così apro gli occhi. "Un messaggio non letto:

Alex: Non ti preoccupare x le lezioni: dormi e tieni d'occhio Sabry. Dirò ai prof che la tua compagna di stanza non è stata bene stanotte è che tu sei rimasta con lei x controllarla. Ci vediamo all'ora di pranzo. A

È sempre molto gentile anche se ci conosciamo da poco!

A Alex: Va bene grazie mille! Sei un tesoro! A dopo! S

Poi Sabry si muove sul letto: sta per svegliarsi... e oggi dovrà darmi delle spiegazioni! Piano piano apre gli occhi: <Hey! Ahi che mal di testa!> <Tesoro mio, se la sera bevi come se non ci fosse un domani, per forza che poi stai male!> all'improvviso si fa seria, come se ricordare ciò che è successo ieri sia una lama che le trafigge il cuore. Decido che per il momento è meglio tenere la bocca chiusa e non costringerla a parlare. Mi alzo dal letto e vado a recuperare un'aspirina, gliela porgo con un bicchiere d'acqua: <Ecco, con questa dovrebbe passarti> <Grazie> dice con voce cupa. Poi si siede sul letto: <sto già meglio> <Come fai a stare meglio con tutta la roba che hai bevuto? Dovresti stare a letto per una settimana!> <Sono abituata, mi riprendo presto dalle sbronze...> <Va bene! Ti va di parlare di ciò che è successo ieri?> <Qui no, vestiamoci, che ti porto in un posto...> <Va bene> mi dirigo verso l'armadio: scelgo un jeans e una maglia a maniche corte nera con abbinate le Vans nere. Mi pettino e alla fine sono pronta. Nel frattempo la mia amica si è vestita con un leggings blu e una maglia bianca con degli stivaletti blu e si sta mettendo il correttore per nascondere le occhiaie nere sotto gli occhi. In un quarto d'ora stranamente siamo pronte entrambe. Usciamo dal college, <Dobbiamo prendere il treno, quindi dobbiamo raggiungere la stazione> io annuisco: chissà dove mi starà portando...

Il viaggio in treno è molto silenzioso: la mia amica ha un'aria molto preoccupata e non preferisce parola, sembra assorta in pensieri molto profondi...

Dopo un'ora di viaggio mi dice:<La prossima fermata è la nostra, dovrebbe essere distante un quarto d'ora da qui> annuisco. Dopo circa venti minuti scendiamo dal treno. <Vieni, andiamo a piedi, non siamo molto distanti...> <Va bene> dico seguendola. Ci fermiamo davanti ad una scuola di ginnastica artistica e ci sediamo su un muretto. <Sto per raccontarti una parte della mia vita molto difficile... è una cosa molto complicata... Tutto è iniziato da qui, in questa palestra. Avevo dieci anni, facevo ginnastica artistica ed ero pure abbastanza brava... Frequentavo le lezioni due volte alla settimana. Poi era arrivato il periodo delle classificazioni alle gare. Così una sera, decisi di andarmi ad allenare fuori orario. Uscii dalla palestra verso le nove di sera. Purtroppo però non appena misi il piede fuori dalla porta venni aggredita da un uomo di circa quarant'anni... ti risparmio i dettagli, fatto sta che l'unica persona che si trovava lì vicino in quel momento era la mia insegnante di ginnastica, che però è uscita dalla palestra troppo tardi poiché io ero già svenuta. Mi hanno portata in ospedale e sono rimasta sotto shock per un anno, non parlavo con nessuno, avevo paura di chiunque mi si avvicinasse. Mi hanno mandato da diversi psicologi ma nessuno riusciva a farmi parlare. Avevo troppa paura. Poi però, con il passare del tempo imparai a sorridere, mi rialzai da sola, superai le mie paure da sola. Aiutai gli agenti a catturare il mio aggressore, e alla fine lo misero in galera. Doveva rimanerci per trent'anni, ma purtroppo, l'altro ieri il poliziotto che aveva seguito le indagini per il mio caso, mi ha chiamato dicendomi che c'era la probabilità che quell'uomo venisse liberato> <Quando siamo andate a mangiare il gelato insieme giusto? Dopo la telefonata hai pianto...> <Si, ma non era sicuro, ma poi ieri pomeriggio mi ha richiamato dicendomi che dovevo andare a firmare delle carte perché il mio aggressore è stato ufficialmente scarcerato per buona condotta. Ma io ora ho paura! Cambiai città per dimenticarmi di tutto ciò, ma non servì a nulla, quell'uomo continuava a invadere la mia mente. Le uniche volte che riuscivo a togliermi il ricordo delle sue mani su di me, era quando mi ubriacavo, quella era diventata la cura ai miei incubi... bevevo sempre di più fino a quando non finii in coma etilico per due giorni. Promisi a mia madre che non avrei più bevuto, ma ieri sera sono stata costretta a infrangere la mia promessa... avevo bisogno di dimenticare, di non pensare che il mio peggiore incubo stava tornando realtà, avevo bisogno di dimenticare le mie paure, volevo togliermi quelle immagini di dieci anni fa...> spiega scoppiando in lacrime,io la abbraccio, è una delle persone più forti che io conosca.... <Non ti preoccupare io ti sarò per sempre vicina e sarai al sicuro. Solo che mi devi promettere che non ti ubriacherai più e che non andrai più in giro da sola... non dovrai più sentirti minacciata... quell'uomo non ti troverà mai... hai cambiato città...>la rassicuro <Te lo prometto, ma io ho comunque paura... quell'uomo ha strappato via non solo me stessa, ma anche il mio sogno di diventare una ginnasta, la mia dignità, tutto!> scoppia in lacrime, così io la stringo ancora di più a me. <Sappi che io ci sarò per sempre per te> <Grazie, grazie per non aver detto mi dispiace perché odio la compassione, grazie perché ci sei!> <Figurati, è quello che fanno le migliori amiche> a quel punto iniziano a scendermi le lacrime. Non sono l'unica ad aver sofferto nella vita... ma io la proteggerò da quell'animale, da chiunque osa solo sfiorarla!

<Ti ringrazio per avermi raccontato di te... prima o poi ti racconterò anche io qualcosa di me... ma ora, dopo la sbronza di ieri sera dobbiamo andare a prenderci un gelato o un frappè! Ti va?> lei sorride, <Lo sai che non devi nemmeno chiedermelo! Vieni, ti faccio strada, conosco un posto dove fanno dei frappè fantastici!> <Va bene!> così riusciamo a risollevare l'atmosfera che dopo il suo racconto si era fatta triste e pesante. Io credo che questa sia l'inizio di una lunga e splendida amicizia...

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