Dieci

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Azzurra

Che giornata di merda, mioddio. Non bastava aver litigato ancora con mia madre, mia sorella con la febbre, mio padre menefreghista e un libro da mille pagine ancora da studiare, no, anche Insigne che mi viene addosso e la ramanzina dal capo mi ci voleva. Per fortuna ho finito il mio turno, sono quasi le sette e sto percorrendo il viale che mi porta alla fermata del bus. Metto le mie cuffie e cammino a passo veloce.
Appena arrivo a casa, una bella corsa non me la leva nessuno, ne ho bisogno.
<<Azzurra, sei tu?>> mi fermo quando vedo i fari di un auto investirmi. Guardo chi è alla guida e riconosco subito Marko.
<<Ciao>> dico togliendomi gli auricolari e fermandomi.
<<Sei a piedi?>> mi chiede.
<<Si prendo il bus>>
<<Sali che ti do un passaggio>> dice, togliendo le chiusure di sicurezza.
Io e lui in macchina, da soli? E di cosa dovremmo parlare? Oddio, che cosa imbarazzante.
<<Tranquillo, il pullman mi lascia proprio sotto casa, non ho bisogno del passaggio>> rispondo sorridendo.
<<Sali lo stesso, ti va?>> mi fissa con quegli occhi perforanti che si ritrova e annuisco, mi ha convinta.
Salgo sul suo Range Rover nero e mi metto la cinta.
<<Dove abiti?>>
<<Ti indico io la strada>>
<<Va bene>> risponde e chiude i finestrini accendendo l'aria condizionata.
<<Sicuro che non è un disturbo? Puoi anche lasciarmi qui guarda..>> indico la fermata del bus ma lui accelera invece di frenare <<c'è la fermata del bus..c'era..>>
<<Stasera ci sei al chiosco? Volevo andarci>>
<<No, non ci sono.. devo studiare e correre, anzi, corre e studiare>>
Si gira di scatto verso di me e mi osserva come se fossi un dipinto.
<<Ti piace correre?>>
<<Si, lo trovo rilassante>> rispondo abbassando la testa, <<lo so può sembrare strano ma per me è così>>
<<Non è strano anzi, io la penso come te. Io preferisco nuotare fino a non sentire più il corpo e svenire sul letto ma anche correre mi piace, qualche volta dovremmo farlo insieme>>
<<Gira a destra..sì certo, se vuoi..>>
<<Certo che si. A quanto vedo abitiamo anche vicini. Io sono nel parco Ghirlanda sul lago, non è distante da qui>>
<<No non siamo lontani>>
Gli indico il mio palazzo e lui si ferma e tira il freno a mano, poi si toglie la cinta e si gira con il busto verso di me.
<<Stasera non posso perché sono già troppo stanco ma ci organizziamo>>
<<Domani sera?>> gli domando, presa da un improvvisa dose di coraggio.
Gli si illuminano gli occhi ma poi dopo qualche secondo la luce svanisce.
<<Non posso, sono a cena da Lorenzo.. venerdì?>>
Ci pensa un attimo e poi mi sorride.
<<Venerdì va benissimo>>
<<Venerdì allora, andata>> apro la portiera e scendo, lui mette in moto e mi saluta con la mano.
<<Ciao Vittoria Azzurra, a domani>>
<<A domani Marko Rog>>
Sorrido ed entro nel palazzo, e tutto d'un tratto, non so perché, andare a correre da sola non è la cosa che preferirei fare in questo momento.

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Buonanotte😘

Apnea || Marko RogDove le storie prendono vita. Scoprilo ora