Venti

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Azzurra

Oggi ho il turno di pomeriggio e sul gruppo Whatsapp che abbiamo fatto noi staff dell'Holiday Inn, mi hanno informata che i calciatori resteranno lì anche a dormire, domani hanno un'amichevole e il loro mister li vuole carichi e concentrati.
A me onestamente non cambia molto, con Marko ormai siamo tornati a quando non ci conoscevamo perché poi, seriamente, non è che sia successo chissà cosa tra di noi. Ora se ci vediamo ci salutiamo, mezzo sorriso e ciao.
A volte ripenso alle nostre chiacchierate, a quella corsa che fu solo un pretesto per conoscerci meglio e penso che tra di noi poteva esserci qualcosa, ma se lui non vuole e non è convinto, io di sicuro non lo pregherò. Ho già troppi problemi per la testa, ieri dovevo dare quell'esame di merda ma non mi sono presentata all'appello, non sapevo niente e ho preferito così. Studierò meglio durante l'estate e lo darò a settembre.
...
Metto le cuffie e alzo il volume appena entro nel pullman, sono da sola ma questo non mi impedisce di isolarmi lo stesso. Guardo distrattamente fuori dai finestrini del bus e scendo alla solita fermata.
<<Buon pomeriggio>> dico appena entro ai miei colleghi, loro mi sorridono e ricambiano il saluto.
<<C'è da fare qualcosa?>>
<<No>> Silvana mi raggiunge e scuote la testa <<i ragazzi sono ad allenarsi, per ora non c'è bisogno di niente ma tieniti pronta>>
<<Va bene>> annuisco ed entro nella zona riservata allo staff, dove ci sono dei divanetti dove possiamo sederci senza che i clienti ci vedano.
I pomeriggi di solito sono così, poco movimentati. Il grosso viene fatto la mattina e ora aspettiamo solo che finiscano di allenarsi per vedere se hanno qualche richiesta, poi penseremo alla cena.
Per ingannare il tempo guardo i social come al solito, e mi ritrovo a rileggere i messaggi tra me e Marko. Ora avrei proprio voglia di quella nuotata che mi ha promesso..
<<Azzurra!>> sento Silvana che mi chiama e la raggiungo.
<<Dimmi>>
<<Gli allenamenti sono finiti, passa con la frutta nelle camere>>
<<Va bene, vado subito>>
Passo in cucina a prendere il carrellino con la frutta fresca di giornata e salgo al piano di sopra utilizzando l'ascensore riservato a noi dello staff.
<<Salve ragazzi, frutta?>>
<<Si, io, grazie>> un ragazzo biondo e dagli occhi azzurri mi raggiunge e si lecca le labbra sottili, guardando la frutta.
<<In che camera sei?>>
<<La 9>>
<<Allora arrivo subito, dammi un minuto>>
<<Ok, aspetto in camera allora>> mi sorride e si volta andandosene. Alle sue spalle sbuca Amadou che appena mi vede mi fa uno dei suoi sorrisoni.
<<Azzurra! Che bello vederti.. porti le bibite?>>
<<Ciao Amadou.. no oggi frutta post allenamento, voi ne volete?>>
<<Ovvio che si>>
<<Allora tra poco passo>>
<<Ti aspettiamo>>
Gli sorrido e busso alla stanza numero 1. Mi apre Albiol e gli lascio la frutta per lui e Callejón. Busso a tutte le camere e lascio loro la frutta. Arrivata alla stanza numero 20, prendo un respiro profondo e busso.
<<Posso?>>
<<Vieni, entra Azzurra>> è Amadou che parla. Apro la porta ed entro.
Appena metto piede nella stanza l'occhio mi cade sul letto di Marko ma lui non c'è e la cosa mi delude un po'. Non mi aspettavo nulla di che, ma almeno questo..
<<La vostra frutta>> lascio il vassoio sul tavolo della stanza.
<<Grazie>> mi dice. Gli sorrido e sto per fare retrofront quando la voce di Marko me lo impedisce.
<<Ho un dolore fortiss..>> si interrompe appena mi vede <<fortissimo alla coscia>> dice, poi deglutisce e mi guarda <<ciao Azzurra>>
Resto lì a fissarlo per qualche secondo, il modo in cui le sue labbra si muovono quando pronuncia il mio nome mi ipnotizza.
<<Ciao Marko>> rispondo e poi mi accorgo che devo dire altro per non sembrare una stupida <<vi ho portato la frutta>>
<<Ah si, la frutta.. grazie>> mi fa un mezzo sorriso e si siede sul suo letto.
<<Ciao ragazzi, ci vediamo a cena>> dico e scappo praticamente via.
Mentre sto scendendo becco un paio di ragazzi, i polacchi e gli spagnoli che mi chiedono il bis, quindi riscendo in cucina e ricarico il carrello. Porto la frutta a quelli che me l'hanno chiesta e mi avvio verso l'ascensore per tornarmene giù. Infondo al corridoio vedo Amadou a telefono che si allontana e quando passo davanti alla stanza numero 20, sento una voce chiamarlo.
<<Ama! Amadou! Dove cazzo sei?>> la porta è appannata e riconosco la voce di Marko, entro e lo trovo disteso su un materassino che si contorce dal dolore..

Apnea || Marko RogDove le storie prendono vita. Scoprilo ora