Trenta

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Azzurra

Dopo aver corso per almeno due ore me ne torno a casa, da Marko dopo che gli ho dato il numero non ho più ricevuto messaggi. Forse sarà impegnato, chissà.
Giro la chiave nella serratura ed entro, sono le nove, dovrebbero già essere tutti a tavola a mangiare ma non sento nessuna voce provenire dalla cucina. Do uno sguardo nel corridoio e vedo che la luce è accesa in camera da letto e nella cameretta di Celeste.
<<Tutto bene?>> le chiedo affacciandomi.
Scuote la testa e stringe a sè il suo Stich, quello che mamma e papà le hanno regalato al suo ultimo compleanno, quando eravamo ancora una famiglia normale e felice.
<<Che succede?>> le chiedo accarezzandola.
<<La mamma..è triste e piange..>> mi dice e poi si accoccola sul mio petto.
<<Ora vado a vedere io. Avete mangiato?>>
<<No>> scuote la testa e tira su col naso.
<<Mi faccio una doccia e preparo il pollo fritto con le patatine, va bene?>>
<<Si>> le bacio la fronte e me ne vado, devo parlare con mia madre.
<<Mamma ma si può sapere che cosa caz..>> apro la porta e la trovo ancora in pigiama distesa sul letto, gli occhi gonfi e diverse bottiglie di vino e birra accanto a lei, alcune vuote e altre no.
<<Se ne è andato>>
<<Il tuo senso della dignità? Si mamma, da un bel po'>> raccolgo le bottiglie di vetro vuote e le raggruppo in una busta di plastica.
<<No Azzurra, e non è il momento di fare ironia>>
<<Chi se ne è andato?>>
<<Tuo padre, mi ha lasciata>>
<<Ma che dici?>>
<<E sai qual è la cosa più bella? Non ha un'altra, semplicemente non sopporta più me! Ti rendi conto di quanto sono spregevole?>>
<<Non dire così mamma, vedrai che gli passerà>>
<<No, ha fatto anche la valigia>> dice indicandomi il suo armadio vuoto <<è andato da tua nonna>>
<<E anche se fosse? Tu sei giovane e forte, non hai bisogno di avere per forza un uomo accanto, riprenditi la tua vita e fallo pentire di essersene andato>>
Mi guarda con quegli occhi verdi scuro, così simili ai miei nei quali però non mi ci rivedo. Io e mia mamma siamo l'opposto e lei ogni tanto me lo ripeteva. Ora però, i suoi occhi che sono sempre stati pieni di vita ed entusiasmo, sono spenti e cupi, come se un velo li coprisse.
<<Senza di lui non sono niente>> dice con la voce piatta. Poi si gira dall'altro lato e affonda con la testa nel cuscino piangendo.
<<Io vado a farmi una doccia e a cucinare, se hai fame ti lascio il pollo sotto al forno>>
<<Grazie>> dice solo e io me ne vado portandomi dietro le sue bottiglie di birra vuote.
Vedi un po' se devo fare io la mamma e lei la figlia! Dovrei essere io ad avere le crisi di cuore, non lei e invece.. È comunque mia mamma e la aiuterò, ma deve reagire.
Mi fiondo in bagno e mentre mi spoglio prima di farmi la doccia mi arriva un messaggio su Whatsapp da un numero sconosciuto:

Ehi

Dice solo, ma so che è Marko e ora ho urgentemente bisogno di farmi una doccia quindi gli rispondo frettolosamente.

Ora non posso, ti contatto io dopo

Ok

Poso il cellulare, mi faccio la doccia e poi corro a cucinare. Guardo i cartoni con Celeste e quando si addormenta la porto in camera sua, andando poi a cercare un po' di pace nella mia.
Finalmente questa giornata è finita.

Apnea || Marko RogDove le storie prendono vita. Scoprilo ora