Quindici

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Marko

Ho messo un completo semplice dell'Adidas con le scarpe da corsa e quando sono le 20:40 esco di casa e parto in direzione di Azzurra. Le nostre case non sono lontane, in poco più di cinque minuti la raggiungo e le mando un memssaggio avvisandola che sono fuori. È buio ma fa ancora molto caldo, l'aria è afosa.
<<Buonasera straniero>>
<<Ciao Blue sky>> dico non sapendo neanche perché, ceh in realtà lo so, il suo nome mi fa pensare al cielo ma non dovevo farmelo uscire così.
Ha addosso un completino da corsa niente male, nero e aderente ha i bordini rosa shocking e il segno dell'Adidas sul seno sinistro e sulla coscia. È praticamente perfetta.
<<Ho scelto l'outfit giusto?>> mi domanda ridendo, forse la sto guardando un po' troppo.
<<Si, non potevi scegliere di meglio>>
<<Grazie>>
Annuisco e metto in moto, ho intenzione di portarla sul sentiero che porta alla Pineta Grande, è lì che corro almeno due volte a settimana.
<<Questo percorso è..faticoso..>> mi dice quando arriviamo.
<<Avevo capito che sei abbastanza esperta, mi sbagliavo?>>
<<No, anzi, adoro questo posto. Non ci vengo mai perché è abbastanza lontano da casa mia e non avendo l'auto..>>
<<Ti ci porto io, ogni volta che vuoi>> le dico.
<<Va bene. Iniziamo?>> fa una corsetta sul posto per riscaldarsi e io annuisco.
<<Andiamo>> iniziamo a correre fianco a fianco.
All'inizio andiamo relativamente piano, per rendere la nostra conversazione più facile.
<<Ti trovi bene qui?>> mi domanda.
<<Si ora si, sto bene. All'inizio è stato difficile>>
<<Non ti hanno accolto bene?>>
<<No, non è quello. I miei compagni mi hanno accolto benissimo, tutti. Solo che purtroppo non capendo neanche una parola di italiano per me era difficile, mi sentivo come sott'acqua, in apnea, quando tutto ciò che è intorno a te ti sembra distante. Non so se mi sono spiegato..>>
<<Ti ho capito benissimo, mi capita lo stesso quando sono a casa>>
<<Per questo fai di tutto per non starci?>>
Mi guarda un attimo e fa un sorriso triste annuendo piano.
<<Mia madre e mio padre non fanno altro che litigare da quando lui ha perso il lavoro. Mia sorella ha otto anni e si trova in mezzo a questo casino, così faccio di tutto per cercare di allontanarla dalle liti e le urla anche se non so con quale risultato..>>
<<Non conosco tua sorella quindi non so dirti, però vedo come ti impegni sul lavoro e sicuramente sei una ragazza che se vuole una cosa la ottiene, quindi sono sicuro che con tua sorella andrà tutto bene>>
<<Lo spero davvero>> dice e presa dal discorso non vede una pietra a terra, ci inciampa e prende una storta.
<<Azzu tutto bene?>> si appoggia a me toccandosi la caviglia destra.
<<Si non è niente, ho solo bisogno di sedermi un attimo>>
<<Si vieni>> la aiuto a camminare fino ad una panchina lì vicino.
Ci sediamo e lei tira fuori da una borsetta da corsa della crema che si spalma sulla caviglia.
<<Mi fai un massaggio?>> mi chiede e sdraia le sue gambe su di me.
Porca puttana.
<<Io non ne sono capace, scusa>>
<<Dai che ci vuole, provaci. Te li fanno al Napoli, no?>>
<<Si praticamente ogni giorno>>
<<Allora prova ad imitare quelli>> mi chiede inclinando la testa appoggiandola allo schienale della panchina.
<<Ok..>>
Mi ci vuole qualche secondo di tempo ma poi appoggio le mani sulle sue gambe e inizio a massaggiarla. Il solo contatto con la sua pelle mi fa sentire caldo, poi lei fa dei versetti che mi fanno pensare a ben altro che ad un semplice massaggio ad una caviglia.
<<Sei bravissimo>> mi dice.
<<Grazie..>>
Continuo a massaggiarla e lei si avvicina sempre di più a me.
Più la tocco più mi sento formicolare ovunque. Ha la pelle così liscia e dorata, le mie mani praticamente affondano tanto che è morbida.
Non ci credo, mi sto eccitando. NO, NO, NO MARKO! No! È un fottuto massaggio e niente più, non pensarci neanche.
Scuoto la testa mandando via quell'immagine dalla mia mente e quando mi giro verso di lei ha un sorriso stampato in faccia.
<<Va tutto bene?>> mi chiede, accarezzandomi un braccio.
<<Si, alla grande>> rispondo, prendendo una boccata d'aria.
<<Bene, perché anche per me è così>> dice e la vedo avvicinarsi sempre di più. Il suo viso si avvicina sempre di più al mio, lentamente ma si avvicina.
Vuole baciarmi.
Cerco di scacciare via la tensione e godermi il momento ma non ci riesco.
<<Che ne dici se continuiamo a correre?>> mi alzo di scatto appoggiando le sue gambe sulla panchina <<se stai meglio, ovviamente>>
Sgrana gli occhi e annuisce.
<<Si certo, non era niente di che. Continuiamo>>
La aiuto a rialzarsi e ricominciamo a correre. Stavolta aumento il passo per evitare di parlare, questa situazione d'un tratto è diventata imbarazzante.
Dopo un oretta di corsa estenuante torniamo alla mia auto.
La riaccompagno a casa e mi fermo sotto al suo palazzo.
<<A domani Azzurra>>
<<A domani Marko, buonanotte>>
Sorrido e metto in moto, altro che buonanotte, sono ridicolo.

Apnea || Marko RogDove le storie prendono vita. Scoprilo ora