Cinquantuno

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Marko

Mi sveglio con il mal di testa ancora più forte di quando sono andato a dormire ieri sera ma mi alzo lo stesso e faccio colazione. Mi faccio la solita nuotata, la doccia e mi preparo per andare a prendere Azzurra.
È quasi mezzogiorno quando esco di casa e le mando un messaggio dicendole di tenersi pronta che la sto andando a prendere. Tempo dieci minuti e sono da lei.
Quando arrivo la trovo già fuori al cancello, ha un vestitino rosa tenue con i sandali bassi in coordinato, i capelli sciolti e gli occhiali da sole. Appena vede la mia macchina sorride, e non è il sorriso di sempre, niente oggi mi sembra come sempre.
<<Ciao amore>> mi saluta con un bacio salendo in auto.
<<Ciao piccola, sei bellissima oggi>>
<<Grazie, ho messo qualcosa di speciale e non parlo solo del vestito>> dice maliziosa tanto per farmi capire meglio il concetto <<Dove mi porti?>>
<<Vicino al mare>>
<<Adoro..>> dice ma viene interrotta da qualcuno che bussa al finestrino. Lo abbassa giusto di due dita e si sporge <<Papà..che ci fai qui?>>
<<Sono passato a trovarvi, tu stai uscendo?>> le domanda e vedo che cerca di sbirciare nell'auto.
<<Si papà, sono tre settimane che non ti fai vedere, ora ho da fare ci rivediamo>>
<<Hai ragione, ma chi è in auto con te?>> chiede l'uomo.
<<Il mio ragazzo.. ora dobbiamo andare, qualche altra volta te lo faccio conoscere, ok?>>
<<Va bene ma state attenti e fate buone cose>>
<<Certo, ciao>> gli fa il sorriso più falso del mondo e poi si gira verso di me <<Andiamo Marko>>
<<Davvero?>>
<<Si andiamo, non merita di conoscerti>>
<<Ok, come vuoi..>> metto in moto e partiamo verso Pozzuoli dove ho prenotato per pranzo in un ristorante.
Arriviamo al ristorante e dopo qualche minuto in cui è ancora rabbuiata per l'incontro con il padre, si scioglie e torna quella di sempre, anzi quella di oggi.
Pranziamo a base di pesce, poi facciamo un giro sul lungomare e quando sono più o meno le sei ce ne torniamo a casa mia. Durante tutto il viaggio Azzurra si è praticamente aggrappata al mio braccio lasciandomi baci e morsetti.
Mi sorride in continuazione e non so come si metteranno le cose una volta a casa anche se lei mi sembra molto convinta di ciò che vuole.
Arriviamo da me ed entriamo in casa.
<<Ci facciamo una nuotata, ti va?>> mi chiede anticipandomi, stavo per chiederglielo io.
<<A me nuotare va sempre>> le sorrido e mi sfilo la maglia. Anche lei si spoglia e resta solo con la lingerie orientale. Porco cazzo.
Ha un completino in pizzo nero col reggiseno a balconcino e il perizoma che a stento le copre ciò che deve coprire. Resto imbambolato a guardarla per non so quanto tempo, è meravigliosa.
<<Che fai, vieni o no?>> mi domanda schizzandomi l'acqua dalla piscina.
<<Eccomi>> prendo una piccola rincorsa e mi tuffo, quando esco dall'acqua lei mi ha già raggiunto e mi accerchia col le sue braccia e le gambe.
Inizia a baciarmi e ci appoggiamo al bordo della piscina per stare comodi. Mi bacia piano, dolcemente. Fa scivolare la sua lingua sulle mie labbra, mi prende il viso tra le mani e mi lascia dei baci a stampo mentre è con gli occhi nei miei.
<<Non pensavo di arrivare a questo punto con te>> mi dice ad un tratto.
<<Quale punto?>>
<<Stare così bene.. pensavo che ti saresti stancato di me dopo un paio di settimane e invece..>>
<<E invece no>> rispondo e la bacio.
Mi sorride di nuovo e torna a baciarmi, sempre piano e dolcemente, tenendomi le mani aggrovigliate tra i capelli.
<<Andiamo di sopra?>> mi domanda sfregando il suo naso al mio.
<<Come vuoi>> sorrido ma sono teso, so cosa vuole e cazzo ho l'ansia.
La aiuto ad uscire e poi esco anche io. Ci sciacquiamo velocemente nella doccia che ho in giardino e ci asciughiamo meglio che possiamo.
Quando siamo più o meno asciutti lei mi prende la mano e mi porta di sopra in camera mia. Appena siamo in camera prendo io l'iniziativa, la prendo in braccio mentre la bacio e la appoggio sul letto. Ha i capelli ancora bagnati che le si attaccano in ciocche sottili sul viso e sul collo ma è bellissima anche così, soprattutto così.
Mi metto a cavalcioni su di lei ma restando lontano, le bacio la bocca, poi il collo, le tolgo il reggiseno e le bacio i seni, li assaggio, li divoro. Lei mi guarda con occhi vogliosi e sognanti insieme, si morde il labbro e mi accarezza i capelli. Mi sfila via i boxer e io faccio lo stesso col suo slip minimal.
Siamo nudi e ormai niente ci separa, se non noi stessi. Continuo a baciarla piano, resto su un punto della sua pelle per un tempo infinito prima di passare ad un altro. Torno a baciarle la bocca mentre lei ormai è impaziente e irrequieta: scivola con le mani sul mio petto e mi prende l'erezione sporgendola verso di lei che nel frattempo ha spalancato le gambe sotto di me.
<<Ti voglio dentro di me>> mi sussurra ad un orecchio e io annuisco abbassandomi un po'. Ora la mia pelle sfiora la sua, mi muovo su di lei sfregando il mio membro eretto tra le sue gambe. Azzurra fa dei versi che mi fanno impazzire, geme e mi stringe le braccia.
<<Ti voglio dentro di me>> ripete, guardandomi negli occhi.
Giuro che sto per farlo, sto per spingermi dentro di lei e credetemi, è la cosa che vorrei di più al mondo ma non so cosa mi prende, in un attimo mi stacco da lei e scendo dal letto.
<<No>> dico, senza un motivo apparente. Prendo un boxer pulito e me lo metto anche se sono ancora visibilmente eccitato.
Sono uno sociopatico del cazzo, ecco che mi prende.
<<Marko ma che fai?>> si copre col lenzuolo e mi guarda con le lacrime agli occhi.
No, no, no, dannazione. Non deve pensare che sia lei la causa di questo mio comportamento, no. Non so perché mi sono allontanato, o forse sì, però stava andando tutto benissimo ma poi qualcosa mi frenava e non ho voluto continuare.
Mi siedo accanto a lei sul letto e le prendo il viso tra le mani.
<<Non ora>>

Apnea || Marko RogDove le storie prendono vita. Scoprilo ora