Cinquantatré

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Marko

<<Ci fermiamo un minuto?>>
<<Tra cento metri c'è la panchina>>
<<Ok>>
Siamo nella pineta per una corsa mattutina e dopo più di un'ora che corriamo capisco la stanchezza di Azzurra.
<<Eccola>> dico indicando la 'nostra' panchina e lei sorridendomi ci si siede sopra.
Mi siedo anche io e bevo l'acqua per rinfrescarmi.
<<Me lo fai un massaggio?>> mi chiede sorridendo.
<<Sicuro, sono bravissimo a farli>> le faccio l'occhiolino e le prendo le gambe mettendole sulle mie. Inizio a massaggiarle le caviglie e lei si rilassa anche se ha ancora il fiatone. Il modo in cui si muove e i versi che fa mi portano indietro nel tempo, mi sembra un flashback. Infondo non è cambiato poi molto da quella nostra prima corsa, si ora stiamo insieme ma io sono sempre incasinato mentalmente.
Da quella sera che stavamo quasi per farlo è passato quasi un mese, ora siamo ad ottobre e l'autunno si sta avvicinando. Tra me e Azzurra, dopo un imbarazzo durato un paio di giorni, è tornata la normalità anche se né lei né io abbiamo più provato ad andare oltre ai preliminari.
Io però non sono stupido, so che lei vorrebbe di più: la vedo che quando finiamo i preliminari cerca di non farmelo capire, non me lo dice ma vorrebbe andare oltre e ha anche ragione. Non siamo degli adolescenti, dovremmo affrontare questa nuova tappa della nostra relazione ma a me ancora risulta difficile.
<<Grazie, hai delle mani portentose>> mi sorride e si appoggia con la testa alla mia spalla.
<<Di nulla>> le faccio scorrere l'indice sul naso, sulle labbra, il mento e poi tra i seni sudati. <<Dopo la nostra prima corsa qui ho immaginato di tutto su di te>> le dico.
<<In che senso?>>
<<Nel senso che non riuscivo a togliermi la tua immagine sudata e stretta in quel completino dell'Adidas, quella collanina che spariva tra i seni, le tue gambe su di me.. ci ho pensato per giorni>>
<<Davvero?>>
<<Si>> mi passo una mano tra i capelli con fare imbarazzato, perché devo dire sempre queste bimbominchiate?
<<Io credevo di aver sbagliato qualcosa, visto quello che è successo dopo..>>
Questa cosa che lei crede di aver sbagliato con me mi fa troppo innervosire, troppo.
<<Azzu non è così, ero io che non volevo prendere impegni e sono io anche ora. Se non sono convinto di una cosa non riesco a farla>> le spiego.
<<L'ho capito e per questo non insisto>> mi dice baciandomi la punta del naso <<non ho fretta, quando sarai convinto io sarò qui>> conclude con un sorriso.
<<Sei fantastica>> le do un bacio sulla bocca e mi alzo <<torniamo indietro?>>
<<Si va bene>> si alza anche lei e raggiungiamo la mia auto parcheggiata nella piazzola di sosta.
La accompagno a casa e ci separiamo giusto il tempo di fare una doccia veloce, poi ripasso da lei e insieme andiamo all'Holiday Inn.
Quando arriviamo lì ci diamo un bacio e ci salutiamo, lei va verso la cucina e io verso il campo da allenamento.

Apnea || Marko RogDove le storie prendono vita. Scoprilo ora