Otto

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<<Che dici, gli sarà piaciuto?>> mi domanda mia zia mentre guardiamo i due vip ripulire il piatto.
<<Il piatto è vuoto, quindi suppongo di sì>>
<<Vero.. vado a sparecchiare io>> dice mia zia, lasciando il chiosco. Non so perché ma sono un po' delusa, volevo andarci io a sparecchiare il loro tavolo. Non c'è un motivo particolare, forse perché li ho gestiti io fin dall'inizio e volevo portare il servizio a termine. Guardo le loro facce quando vedono mia zia arrivare, ad Amadou (così mi sembra si chiami) gli spunta un sorrisone sul volto mentre Marko (sono sicura si chiami così) si volta verso di me, cercando il mio sguardo. Quando lo trova sorride leggermente e lo stesso faccio io. Sono quasi sicura di essere anche arrossita, diamine.
<<Zio resti tu un attimo qui? Vado a rinfrescarmi>>
<<Vai tesoro, tranquilla>>
Gli lascio un bacio sulla guancia e mi tolgo il grembiule. Prendo una Sprite dal frigo ed esco. Vado sul retro come sempre, guardo i social e sorseggio la mia bibita gasata.
<<Abbiamo gli stessi gusti>>
<<Accidenti! Mi hai spaventata>> mi porto una mano sul cuore che ha iniziato a correre dalla paura, precisiamolo.
<<Scusa, non volevo>> mi dice avvicinandosi.
<<Non fa niente, è già passato. Anche se non dovrei appartarmi a parlare con uno straniero, potrebbe essere pericoloso>> cerco di calmarmi ma il mio cuore non rallenta, dannata paura del cazzo.
<<Sono innocuo, vai tranquilla. Comunque parlavo della Sprite sulla questione dei gusti>> dice indicandomela.
<<Ah si? E io che pensavo parlassi dei sandali>> rispondo per rompere il gelo <<La Sprite è la mia preferita>> concludo.
<<Anche la mia>> un sorriso sincero fa capolino sul suo viso per poi scomparire subito dopo.
<<Non ti fa ingrassare?>> gli domando. Non voglio che questa conversazione finisca..
<<È l'unico vizio che ho e non voglio farne a meno>> mi dice, con quel suo modo di parlare strano. Se le mie ricerche non si sbagliano, è croato.
Si ho fatto ricerche su di lui, beccata.
<<Mi sembra giusto>>
<<Anche a me>>
<<Dove l'hai lasciato il tuo amico?>>
<<Amadou? È a telefono. Ti disturbo se sono qui?>>
<<No, no non disturbi solo che io tra poco..>> indico con il pollice alle mie spalle <<devo tornare dentro>>
<<Certo, quando devi, vai pure. Fai anche altri lavori? Rischio di beccarti da altre parti?>> mi domanda, mettendo il piede su un mattone accanto a me e molleggiandosi avanti e dietro.
<<Ti dispiacerebbe?>>
<<No, certo che no. Era solo per sapere..>>
<<Bene allora, no, non ho altri lavori. Studio all'università quindi se non vuoi rincontrarmi non venire alla facoltà di architettura>> gli dico facendogli l'occhiolino.
<<Chiederò in giro dov'è e cercherò di scansarla>>
<<Ottimo piano>> rispondo e sorridiamo entrambi.
<<Azzù, puoi entrare? Mi squilla il cellulare>>
<<Si zio, entro subito>> rispondo e poi mi giro verso Marko <<devo andare, ci vediamo>> mi volto e faccio qualche passo per rientrare ma mi sento afferrare e tirare per un braccio. Mi giro e Marko è più vicino a me di quanto mi aspettassi.
<<Com'è che ti chiami?>> mi chiede a bassa voce.
Siamo così vicini che riesco a specchiarmi nei suoi occhi azzurri e limpidi. Ha la pelle chiara e le labbra carnose, è più alto di me e anche se passerà giorni interi in palestra non è uno tutto muscoli, ce li ha al posto giusto.
<<Azzurra, piacere>> gli tendo la mano e lui me la stringe.
<<Marko, Marko Rog>>
<<Se ti dico il mio cognome, giuri di non ridere?>>
<<Dovrei ridere?>>
<<Giurami che non lo farai>>
<<Ok, lo giuro>> annuisce e si lecca le labbra, distraendomi per un attimo.
<<Azzurra Vittoria.. indovina per che squadra tifa mio padre!?>> gli dico mentre corro verso il chiosco.
<<La Juve?>> mi domanda ridendo e guardandomi andare via.
<<Non proprio!>>
<<Il Milan?>>
<<Nemmeno!>>
<<Ciao Azzurra>> mi saluta mentre me ne vado.
<<Ciao Straniero!>> rispondo.
Entro dentro e mi rimetto il grembiule.
Manca solo un'ora alla chiusura, questa serata è volata e nemmeno me ne sono accorta.

Apnea || Marko RogDove le storie prendono vita. Scoprilo ora