Il locale è carino, non ha lo stesso stile rustico e selvaggio che immaginavo da fuori, ma è comunque caldo, ci sono tanti divanetti uno diverso dall'altro, cuscini colorati e sedie dall'aspetto fintamente usurato, con dei ventilatori a soffitto, adesso spenti, ricavati da vecchi remi. Su un palco centrale, a poca distanza da noi, alcuni ragazzi stanno facendo il sound check. Uno di loro ha un giubbotto di pelle bordò e degli stivali con le borchie che adorerei.
Da quanto ho capito Luana conosce qualcuno del gruppo, ed è riuscita a farci avere dei biglietti gratis anche per il backstage. E a giudicare dalla calca che aumenta di minuto in minuto nel locale siamo stati piuttosto fortunati, anche se non ho assolutamente idea di chi siano questi ragazzi.
I Great Damage. Un nome poco rassicurante. Rido.
Mi guardo intorno e noto le cameriere indaffarate a servire i vari tavoli gremiti di uomini e ragazzi già mezzi brilli, con la gonnellina a pieghe svolazzanti e le parigine sopra il ginocchio, enormi vassoi rotondi pieni di bicchieri e bottiglie in bilico su una sola mano e il sorriso smagliante.
Una di loro mi passa accanto facendo un incredibile slalom tra due gruppi di ragazzi che le dicono qualche porcheria a cui lei risponde a tono senza smettere di sorridere.
Sono sempre incantato dalla grazia cazzuta delle cameriere, soprattutto di quelle che riescono a portarti da bere in fretta, flirtare senza diventare bersagli, capire una battuta non scontata e sparire nel nulla con la tua mancia a fine serata, quando diventi ubriaco e molesto.
La seguo con gli occhi e la vedo accostarsi a una tavolo dove alcuni ragazzi e ragazze già bevono e ridono, proprio a un passo dal palco. Una moretta coi capelli corti e un vestito aderente di velluto sopra il ginocchio si alza a va a portare una birra al ragazzo del sound check, mentre gli altri fanno partire un applauso e svariati fischi di approvazione. A giudicare dalla confidenza si conoscono, devono essere amici.
Sto per voltarmi a cercare Simone, che mi sta precedendo verso il nostro tavolo prenotato, quando un movimento attira la mia attenzione.
I ragazzi iniziano finalmente a suonare, la chitarra elettrica fa una intro da manuale del rock classico, mentre la batteria tace e il basso si limita ad accompagnare. Tre ragazze sedute al tavolo vicino salgono su una piccola piattaforma alla destra del palco e cominciano a muoversi, seguendo la musica che diventa ad ogni battuta sempre più concitata e potente. La batteria inizia a far vibrare le pareti. Tutti si voltano a guardarli.
Ed io la sento, prima ancora di vederla.
Sento con i peli delle braccia che si alzano e con lo stomaco che si chiude all'improvviso che una di quelle ragazze è lei. E non ho bisogno di stringere gli occhi per mettere a fuoco, né di soffermarmi ad osservarle con attenzione per capire chi sia delle tre.
Giulia balla come se fosse da sola, in una stanza vuota, con il corpo che sente la musica, ma la testa lontanissima, a seguire un pensiero segreto, dentro il quale non fa entrare nessuno. Balla a modo suo, come se non le importasse affatto di sembrare goffa, fuori luogo, seduttiva, intrigante, bambina, puttana, innocente o volgare. Balla per il gusto di farlo, perché ama la vita e si vede.
Ha sciolto i capelli e tolto il maglione, adesso ha addosso solo una canottiera aderente nera ed è semplicemente uno schianto.
Non riesco a toglierle gli occhi di dosso, vedo solo le sue labbra che si muovono cantando una canzone che non conosco, gli occhi chiusi e le guance arrossate dal caldo del locale, dall'alcool in corpo e dalla danza sfrenata.
Sono come ipnotizzato, bloccato, immobile come se non avessi il controllo delle mie gambe. Continuo a fissarla, a sentire la musica dentro la testa e la sua pelle sulla mia. Anche se ci separano decine di corpi.
STAI LEGGENDO
Tu sai
FanfictionNel mondo esiste così tanta bellezza e magia da riempire un'intera esistenza. E non importa quanto tu ostinatamente voglia sfuggirle, lei continuerà a incrociare il tuo cammino fino alla tua resa. Fino a quando non ti abbandonerai all'amore. E avrà...