Mi risveglio con la testa appoggiata al suo seno nudo, avvolto insieme a lei in una vecchia coperta trovata in un angolo della casetta sull'albero.
L'anima è meno dolorante di ieri, la mente è più sgombra e ho la sensazione di aver finalmente trovato il mio posto nel mondo. Su di lei. Sulla sua pelle sincera, dove perdermi è così semplice. Dove fare l'amore non è solo piacere, ma cura e consolazione.
Giulia si muove nel sonno per ripararsi dalla luce che entra dalle crepe del soffitto e affonda il viso tra i miei capelli, spettinati e confusi ai suoi. Siamo un meraviglioso groviglio. Sorrido grato per questo risveglio che sa di umidità, di follia e di amore.
"Sveglia bimba" le sussurro piano all'orecchio, accarezzandole il collo e le spalle. Giulia mugola infastidita e volta la testa dall'altra parte, tirando con sé la coperta.
"Così mi fai prendere un colpo...ci saranno quindici gradi quassù..." la rimprovero rannicchiandomi contro il suo corpo caldo per evitare il congelamento. Ha il mio odore addosso, come io ho il suo, e questa cosa mi fa impazzire.
"Giulia, svegliati ti prego - le dico cercando di distogliere il pensiero - dobbiamo assolutamente andare a casa e preparare i bagagli prima di passare dall'ospedale...chissà che ore sono..." mi domando guardando la luce sempre più forte che filtra dalla tenda all'ingresso.
"mmm...ancora un po'...ti prego..." si lamenta Giulia nascondendosi completamente sotto la coperta, mentre io la infastidisco facendole il solletico sulla pancia e facendola dimenare.
"Ti odio quando fai così!" urla lei buttandosi addosso a me nel tentativo di ripagarmi con la stessa moneta. Ma io la ribalto con facilità e la immobilizzo a terra.
"Giulia, ti scongiuro, fai la brava - la supplico guardandola con la voglia di morderla dappertutto - non hai idea della fatica che sto facendo per trattenermi, dobbiamo andare, davvero..."
"Va bene, vorrà dire che recupereremo in treno..." mi risponde con un sorriso rassegnato, incominciando a cercare i vestiti sparsi qua e là.
Io rimango invece immobile come uno stoccafisso. "In che senso recupereremo in treno? Che hai in mente, piccola pervertita?"
"Io pensavo a recuperare il sonno perso, tu cosa?" mi risponde candidamente, prima di scoppiare a ridere buttandomi in faccia i miei pantaloni.
Ci rivestiamo continuando a baciarci, come due ragazzini felici, poi scendiamo la scaletta e torniamo a terra, dove ci aspetta un'altra lunghissima giornata piena di incognite.
Edoardo e Mac hanno deciso di partire oggi per tornare a Verona, subito dopo essere passati dall'ospedale. Io invece accompagnerò Giulia in treno a Milano, per davvero stavolta, dato che domani deve iniziare i suoi corsi.
Entriamo di soppiatto come ladri dalla porta sul retro, ma troviamo ad aspettarci in cucina Peppe, il fratello di Giulia, che mi squadra dall'alto in basso, senza smettere di mangiare i suoi cereali con il latte.
"Ehi"
"Ehi"
"Sei Andrea?"
"Sì, e tu devi essere Peppe"
"Già. Casa sull'albero?"
"Sì, noi...beh...bella, davvero"
"Immagino"
"Allora noi andiamo a preparare i bagagli, piacere di averti conosciuto"
"Grazie"
"Alla prossima"
"Se capita"
Credo che in questa conversazione surreale mi abbia praticamente detto che sa cosa faccio con sua sorella e se potesse mi staccherebbe l'apparato riproduttivo, ma siccome le vuole bene, aspetta di vedere se faccio una mossa falsa prima di passare alla violenza. Ammirevole per un ragazzino di diciotto anni. Mi sta simpatico a pelle, anche se mi odia.
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Tu sai
FanfictionNel mondo esiste così tanta bellezza e magia da riempire un'intera esistenza. E non importa quanto tu ostinatamente voglia sfuggirle, lei continuerà a incrociare il tuo cammino fino alla tua resa. Fino a quando non ti abbandonerai all'amore. E avrà...