Capitolo 64

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Il giovane pescatore mi aiuta a rovesciare quel che resta del gommone e a frugare tra le sue pieghe e le cime annodate. Stiamo per rinunciare quando noto una specie di fagotto mimetizzato tra i sassi. E' il mio zaino, ancora incredibilmente al suo posto nonostante il naufragio, legato a una fiancata del relitto. Ringrazio silenziosamente mio padre per avermi insegnato a fare i nodi marinari più resistenti e mi precipito a frugare al suo interno.

Niente di fatto, lo zaino è perfettamente integro ma vuoto. Nessuna traccia della busta di plastica dentro la quale avevo riposto i nostri cellulari e soprattutto la scatola con l'anello.

"Allora? L'hai trovato?" mi chiede eccitato Camilleri vedendomi con lo zaino in mano.

"Purtroppo no, deve essersi rovesciato durante la tempesta...ma non fa niente, non è che ci sperassi davvero..." commento con lieve amarezza.

Lui ascolta pensieroso, poi farfuglia qualcosa e mi riaccompagna al faro, prima di prendere il furgone e ripartire in fretta senza quasi salutarmi.

Io indugio ancora un attimo sulla porta, con il braccio alzato, guardandolo allontanarsi e riflettendo su quanto sia stato incredibilmente generoso senza neppure conoscermi. Questa mattina per lui non ero che un povero cristo sputato dalle onde in mezzo a fasciami di navi sventrate e brandelli di vele dei lavoratori del mare, l'ennesimo turista imprudente che si era avventurato oltre le proprie possibilità e non aveva saputo prevedere il volgere del tempo. Non avevo fatto in tempo nemmeno a dirgli come mi chiamavo, né a chiedere il suo nome, preso com'ero a gridare come un pazzo quello di Giulia, eppure non aveva esitato a lasciare tutto, compreso il fratello, la barca malconcia e il poco pescato, per buttarsi a capofitto in questa ricerca che ai suoi occhi sarà senz'altro sembrata una follia.

Come diamine si ripaga una cosa del genere?

Quest'uomo mi ha letteralmente ridato la vita, e non mi riferisco soltanto al fatto di avermi tirato fuori dai gorghi del mare infuriato un attimo prima che fosse troppo tardi. No, io non avrei saputo che farmene dell'aria nei polmoni se non mi avesse riportato da lei.

Faccio un respiro profondo e inghiotto con gratitudine silenziosa quel benessere salmastro che si diffonde ovunque con la brezza, mano a mano che il sole si immerge tra terra e mare, mentre la piccola città di Maddalusa, passata la bufera, si riveste di luci e di musica provenienti dalla piazza principale, dove è in corso il primo dei sette giorni di festeggiamenti rituali per il santo patrono. La signora Pina, tra un'invocazione e una preghiera di ringraziamento a San Gerlando, non ha dimenticato di informarmi su quanto questa ricorrenza sia sentita in tutta la costa, per poi aggiungere con orgoglio che la responsabilità della pasta con le sarde al banchetto dei primi è tutta sua.

Sorrido prima di infilarmi di nuovo dentro le rassicuranti pareti del faro, stringendomi impercettibilmente nelle spalle mentre cerco le parole migliori per non deludere le aspettative degli adorabili padroni di casa.

Tuttavia non faccio nemmeno in tempo a chiudere la porta che Turi mi ha già raggiunto sulla soglia e mi guarda con gli occhi scuri velati di ansia.

"Dunque?"

Scuoto la testa con aria afflitta, un po' più mestamente di quanto vorrei, e un attimo dopo il vecchio guardiano mi ha già proposto nell'ordine: l'anello di oro rosa della trisavola buonanima, conservato in una scatola di peltro nella madia della cucina, l'abito da sposa di sua moglie, in meraviglioso macramè avorio, che pare andrebbe a pennello a Giulia, perché secondo Turi la Pina da giovane portava la stessa taglia, il ricevimento sulla terrazza vista mare dell'ultimo piano, con pranzo tipico Maddalusiano preparato direttamente dalla Congrega delle Mugghieri ri Mari, ovvero delle Spose del Mare, una associazione locale per la salvaguardia della tradizione culinaria agrigentina di cui sua moglie è naturalmente la presidentessa. E infine la prima notte di nozze nella casetta attigua, un bungalow che attualmente funge da rimessa degli attrezzi e che Turi si offre di rimettere a nuovo in pochissimi giorni solo per noi.

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