E così, alla fine, mi sono ammalato davvero.
Febbre, mal di gola e dolori ovunque. Inchiodato a letto a bere brodo caldo e ingurgitare tachipirina.
"Il mio vecchietto...– mi prende in giro Giulia, portandomi il giornale di oggi e appoggiandomi le labbra fresche sulla fronte per sentire se ho ancora la febbre, come faceva mia madre quando ero piccolo – sei ancora un po' calduccio...hai preso le medicine?"
"Quelle pasticche enormi sono disgustose...non le voglio più" mi lamento alzandomi dal letto ancora un po'indolenzito.
"Non fare il bambino, quello è l'antibiotico, e il medico ha detto che ne hai bisogno se vuoi guarire..." mi rimprovera mentre finisce di preparare il pranzo.
"Sì, ma..."
"Niente ma, tra tre giorni devo partire, e mi piacerebbe salutarti al meglio delle tue forze..."
"Lo so... – mi rabbuio – non mi ci far pensare..." le rispondo col groppo in gola, abbracciandola stretta e baciandola sul collo.
"Ma hai le labbra caldissime! Mi sa che hai ancora la febbre..."
"Però ho recuperato sufficienti energie..." provo a convincerla con un sorriso sbilenco da furfante, continuando a baciarla nel suo punto debole, appena sotto l'orecchio.
"Non se ne parla, fai il bravo o ti rimetti subito a letto" esclama autoritaria frustrando così le mie aspettative.
"Sei un'infermiera terribile, lo sai?" le dico imbronciato.
"E tu sei un paziente davvero indisciplinato" replica con un bacio sulla guancia, prima di servirmi l'ennesimo passato di verdure con crostini di pane e contorno di medicine assortite.
Mentre rimugino sull'ingiustizia di trovarmi debilitato e febbricitante proprio quando potevo godermi questa incredibile vacanza con Giulia, lontani da tutto e da tutti, lei tira fuori dal frigo una coppa panna, cioccolato e rhum che probabilmente ha comprato quando è andata a fare la spesa e che ha lasciato per ultima per tirarmi su di morale.
"Poi dici che non ci penso a te..."
"E' quella con gli amaretti sul fondo?"
"Ma che ne so...ho preso quella che mi sembrava più golosa...certo che sei incontentabile..." mi risponde offesa, porgendomi il cucchiaino.
"Scusa, tu sei stupenda e io un vecchio relitto lagnoso...lasciami, o giovane fanciulla, e vivi la tua vita..." le dico con voce impostata da film strappalacrime.
"Non me lo ripetere due volte... – ribatte fingendo di arrabbiarsi – resto solo per la vista dal terrazzo e per la cena di stasera..." aggiunge rimarcando l'ultima parola, certa che me ne sia dimenticato.
Infatti è proprio così.
"Cazzo, Edo e Gaia...li avevamo invitati stasera?"
"Per fortuna mi sono ricordata io...– sospira rassegnata – ordineremo delle pizze, a meno che tu non stia troppo male per avere compagnia..." aggiunge dubbiosa guardando la mia pessima cera.
"Tranquilla...mi sento molto meglio.." le dico con un sorriso, vedendola così adorabilmente preoccupata per me.
"Da oggi basta bagni nei torrenti... – annuncia guardandomi seria, senza tuttavia riuscire a mantenere a lungo quel cipiglio battagliero – beh...almeno finché non viene il caldo..."
"Ah, quindi vuoi dirmi che non escludi la possibilità di ripetere l'esperienza? – le chiedo sghignazzando – Non era un'idea folle e crudele?"
"Diciamo che ha avuto i suoi risvolti positivi..." mormora a bassa voce leggermente imbarazzata, mordendosi un labbro per trattenere un sospiro.
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Tu sai
FanfictionNel mondo esiste così tanta bellezza e magia da riempire un'intera esistenza. E non importa quanto tu ostinatamente voglia sfuggirle, lei continuerà a incrociare il tuo cammino fino alla tua resa. Fino a quando non ti abbandonerai all'amore. E avrà...