Capitolo 79

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"Seriamente? Devo trasportare questo bisonte incazzato ancora per un chilometro? Sotto il sole? Ma voi siete pazzi!" sbuffa Edoardo cercando di mantenere in equilibrio sulle spalle la sedia di vimini ricoperta di pizzi su cui una nerissima Alice non fa che agitarsi.

"Shhh, risparmia il fiato, che dopo quella curva c'è un dosso..." ansimo di risposta, mentre le caviglie di Giulia mi penzolano ai lati del viso imperlato di sudore.

La Pina e le mugghiere sono in prima fila, ovviamente, subito dopo il parroco, i chierichetti, tra cui riconosco il piccolo Salvatore con la tunica bianca un po' troppo corta dalla quale spuntano i jeans e le converse, e naturalmente, davanti a tutti, la statua di San Gerlando, con la bellissima cappa dorata fresca di riparazione last minute.

"Io respirerei pure, ma ho continue zaffate di quel fumo tremendo dritte in faccia – grugnisce il mio amico, dopo aver traballato un po' – che roba è? Erba?"

"Ma ti pare che in una processione religiosa si facciano le canne? Quello è incenso, capra" gli rispondo lanciandogli un'occhiataccia.

"Ehi, ma vuoi smetterla di oscillare in questo modo? Mi stai facendo venire il mal di mare!" gli urla Alice da sopra, cercando di sovrastare il Miserere intonato dall'intero coro delle donne velate che ci sta accompagnando alle nostre spalle.

"E tu la fai finita di muoverti? Non sei proprio un fuscello, eh..."

"Sei tu che non hai abbastanza muscoli, cafone"

"Al tuo servizio, milady"

"Piantatela tutti e due – li zittisce Giulia – ricordatevi che siete qui per colpa vostra. E' già tanto che non vi abbiano denunciato, quindi state zitti e sorridete...non fateci fare altre figuracce..."

Le accarezzo il polpaccio con riconoscenza, poi ritraggo immediatamente la mano quando mi accorgo di un'occhiataccia di una delle signore in nero che porta i ceri votivi.

Sospiro. Per fortuna siamo quasi a metà percorso, il caldo è intenso, ma la sedia mi fa ombra sulla testa, quindi, grazie a qualche folata di vento marino, la fatica è tutto sommato sopportabile. Devo solo stare attento al tappeto di petali che i chierichetti stanno facendo cadere a terra dai loro cestini e che già una volta hanno rischiato di far schiantare Edo e Alice, con conseguenti esclamazioni poco religiose, prontamente coperte dal coro.

Insomma, poteva decisamente andare peggio.

Certo sapere che da qualche parte a lato del corteo ci sono mia madre, mio padre, la madre di Giulia e decine di curiosi a fare video alla 'coppia del miracolo' mi rende un po' nervoso, ma se tutto questo serve per sdebitarsi almeno un minimo di quello che questa comunità ha fatto per noi, allora è un prezzo equo.

Alla mia sinistra, raggianti come se fossero investiti da una luce sacra, c'è una coppia di fidanzati che davvero dà la misura di cosa sia l'amore vero. Lui è giovanissimo, probabilmente non ha nemmeno vent'anni, e ha la struttura fisica dei ragazzi di quell'età, alto e dinoccolato, con i muscoli ancora acerbi e la sensazione che si possa spezzare da un momento all'altro; lei è sicuramente più grande, o almeno sembra così perché più donna, con delle belle forme arrotondate e un fondoschiena armonioso che però fa fatica ad essere contenuto dalla sedia rituale. A vederli alla partenza ho ingenuamente pensato che lui si sarebbe lamentato continuamente per la sfacchinata inumana che stava per compiere, invece non solo non ha detto mezza parola contro il peso della sua fidanzata, ma è stato tutto il tempo a ricoprirla di complimenti e parole dolci, accarezzandole i piedi e chiedendole ogni due minuti se stava bene.

"Impara tu – dico rivolto alla mia destra, dove Edo continua a bofonchiare parole poco carine nei confronti dell'ospite sulle sue spalle – quello sì che è amore!"

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