"Sei completamente impazzito? Che diavolo ci fai sul cornicione?" Urla atterrita Giulia, allungando una mano ad afferrare la mia, mentre il sangue mi defluisce tutto verso i piedi rischiando di farmi crollare al suolo come un peluche che si suicida da una mensola.
Sì, perché il buon Gero, nella sua infinità generosità, insegnandomi quella scorciatoia per infilarmi nella stanza padronale senza essere visto, si è giusto dimenticato di dirmi una cosuccia di poco conto. Ovvero che tra il terrazzino a metà scale e il davanzale della finestra ci sono due metri buoni da percorrere in bilico con le spalle verso il vuoto....
Certo, non poteva immaginare che io soffrissi anche di vertigini, oltre che di claustrofobia, ma...diamine...anche un uomo normale avrebbe difficoltà! Chi cavolo è lui, Spiderman in incognito?
"Vieni dentro, cretino, hai intenzione di farmi morire di spavento?" sbotta Giulia, quando finalmente riesce a tirarmi all'interno della stanza e mi accascio a terra bianco come la sua camicia da notte.
"Ma che ti salta in mente?"
Io non riesco a parlare, perché ho il respiro accelerato di un maratoneta a fine gara, ma le rivolgo comunque un sorriso disarmante, cercando di farmi perdonare.
"Se volevi vedermi potevi passare dalla porta come tutti, no? Di che avevi paura? Sei una spia, per caso?" mi chiede con un sorrisetto prima di cominciare a spogliarsi.
Rimango un attimo interdetto mentre si sfila lentamente la camicia da notte, come se assistessi a una visone lontana. O forse è per via del senso di stordimento che si prova quando manca una corretta ossigenazione del cervello.
Credo di stare sorridendo in maniera piuttosto ebete, perché Giulia mi guarda un attimo e scoppia a ridere, prima di infilarsi al volo un paio di jeans. Scena che io sto ovviamente vedendo al rallentatore e con il sottofondo musicale da strip club.
"Non farti venire idee strane... - mi dice accarezzandomi per un attimo i capelli, mentre lentamente riprendo a ragionare – voglio solo indossare qualcosa che non sappia di malattia terminale e magari fare due passi qui intorno al faro..."
Sto per protestare debolmente, ricordando quanto detto dal dottore, ma lei mi interrompe subito.
"Sto molto meglio...il respiro è tornato normale, la tosse è praticamente scomparsa e se resto in questa stanza un minuto di più giuro che impazzisco..." esclama con decisione, guardandomi allo stesso tempo con occhi supplicanti.
Come si fa a dirle di no?
"D'accordo, ma niente sforzi inutili, ok?...e appena ti viene il minimo affanno ci fermiamo..."
"Andata!" risponde entusiasta battendo le mani.
"Alla Pina che diciamo? – le domando sentendomi come un bambino che deve sfuggire al controllo della nonna per andare a svuotare la dispensa. – hai già un piano?"
Giulia alza le spalle e mi precede giù per le scale, senza alcuna esitazione.
"Basta ascoltare le persone, Andre...non ha sentito Turi stamattina parlare della riunione della ProLoco? Lui e sua moglie ne avranno fino a stasera per decidere l'addobbo floreale da fare sul sagrato della chiesa...Abbiamo almeno un paio d'ore senza che nessuno ci veda e ci rispedisca a letto..." mi spiega con sguardo diabolico.
"Io li adoro e sarò loro riconoscente a vita, ma a volte sono peggio di mia madre e tua madre messe insieme" annuisco con un sorriso.
"Già...a proposito...chissà se alla fine sono partite...devo assolutamente chiamarle"
"Chi? Tua madre e Alice? Non so se augurarmelo sinceramente, dato che Edo è atterrato un'ora fa e sta venendo qui..." sospiro, ripensando a quanto possono essere urticanti lui ed Alice quando non sono in pace tra loro, quindi praticamente sempre.
STAI LEGGENDO
Tu sai
FanfictionNel mondo esiste così tanta bellezza e magia da riempire un'intera esistenza. E non importa quanto tu ostinatamente voglia sfuggirle, lei continuerà a incrociare il tuo cammino fino alla tua resa. Fino a quando non ti abbandonerai all'amore. E avrà...