Capitolo 2

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La sala conferenze dell'Aldrovandi è quasi deserta, tranne per un paio di hostess con cartelletta e sorriso di ordinanza, e una cameriera che sta svuotando i cestini vicino al buffet. Secondo il cartello all'entrata, tra un paio d'ore ci sarà un meeting su etica e nuove tecnologie biomediche, presieduto da un professore della Cattolica, con l'intervento del sottosegretario di Stato alla salute.

Adesso capisco perché le strade intorno all'hotel erano tutte paralizzate. L'autista dell'autobus è stato costretto a farmi scendere a un chilometro di distanza, dandomi indicazioni alquanto bizzarre.

"Sempre dritto, a destra alla statua, poi prendi la terza dopo er benzinaro, e vai fino alla Madonna del Poggio, svorti alla seconda a sinistra e dovresti vedè l'arberi, ar massimo chiedi, nun è lontano"

"Capisco, grazie..."

"E de che?"

Ma nonostante tutto ero arrivato.

In condizioni pietose ma in tempo per stringere quella mano e sentire le parole che non osavo sperare.

"Steve in persona ha ascoltato i demo, vuole che tu lavori su un pezzo per l'estate, se tutto va come pensiamo faremo un lancio in grande stile verso maggio o giugno. Hai già un manager, immagino. Digli che mi contatti in settimana prossima che definiamo tutti gli aspetti economici. Benvenuto a bordo!"

Tre minuti esatti.

Poi mi aveva salutato cordialmente e invitato a restare a godermi il caffè dalla terrazza panoramica, mentre lui correva a prendere il suo volo.

Di tutto quello che mi aveva detto, incredibilmente ricordavo solo le prime sette parole:

Steve in persona ha ascoltato i demo

Pazzesco.

Fino a un anno fa non avrei neppure immaginato di poter mirare così in alto. Produrre musica non è come fare il dj, ci vuole una passione forte, tanta voglia di osare, risorse economiche non indifferenti e una discreta dose di fortuna. Le serate al Berfis e in giro per l'Italia mi avevano dato la possibilità di mettere da parte la somma necessaria per il mio progetto. Ma fino a che la mia musica non ha superato i confini della mia cerchia di amici e collaboratori non avevo alcuna certezza.

Invece, proprio quando non ci speravo più, questo inverno ha portato qualcosa di buono, non solo neve grigia calpestata e party mondani in cui non sopporto nessuno.

Respiro profondamente mentre procedo svelto sulla moquette avorio della sala conferenza per tornare nella hall. Respiro libero come non facevo da troppo tempo.

Marzo a Roma è completamente diverso da quello del resto del mondo. L'aria è calda, piena di promesse e con quella luce così particolare da farti sentire fuori dal tempo. Mentre altrove sta piovendo, le persone vagano ancora fasciate in enormi sciarpe e le persiane restano abbassate per proteggere i vetri dal maltempo, qui si espongono giardini e terrazze con romantica sfacciataggine, si cammina lentamente, si guarda il cielo per vederne i riflessi rosa o arancio e nessuno sembra preoccuparsi.

Persino le donne appaiono meno artefatte.

Una delle due hostess ha la coda di cavallo fermata elegantemente da un elastico con gli strass, la divisa impeccabile e il trucco leggero, mi guarda passare e mi sorride con naturalezza, mentre l'altra le tira una gomitata e la richiama all'ordine.

Le sorrido a mia volta e allungo il passo, leggero.

Amo questa città.

Appena fuori dall'hotel mi aspetta Simone, un amico di Verona che si è trasferito da qualche mese a Roma per fare dei provini. Sogna di fare l'attore, ma nel frattempo sta cercando anche lavoro in tv.

"Ma lo sai che pure per fare il pubblico a Forum fanno i casting, dico ti rendi conto? Per dire due stronzate preferiscono quell'ex tronista alla gente vera"

"E tu vai a fare il tronista, che ti manca?"

"Tu scherzi, ma io ci sono andato davvero, mi hanno pure richiamato..."

Mi metto a ridere e mi rilasso contro lo schienale della sua cinquecento azzurra e finalmente sento la tensione di quella lunga giornata scivolare via dalle mie spalle.

"Stasera ti porto in un locale fantastico, vedrai che panorama!"

"No, Simo, stasera non ce la faccio proprio, sono a pezzi...non hai idea dei chilometri di corsa che mi sono fatto"

"Ma dai, nonnetto, non fare il prezioso, ti porto a letto presto, lo prometto, tanto anche io devo dormire perché domani devo andare di nuovo a Cinecittà"

"Devi vedere una tipa?"

"Tana"

"Ok, ma non cercare di smollarmi qualche sua amica, lo sai che non mi va..."

"Tranquillo, lo so che quando hai una in testa sei fedele come un nibbio reale.."

Ed è proprio in quel momento che davanti ai miei occhi prende forma una ragazza dagli occhi neri, il sorriso malizioso e una dannata maglietta annodata.

Bellissima e stronza. Da non riuscire a toglierle gli occhi di dosso.

"Già..."

"Jessica sarà contenta di avere un uomo così noioso"

"Immagino di sì..."

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