Capitolo 41

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La mattina seguente è forse il giorno più freddo, nuvoloso e umido di tutto Aprile, e noi ovviamente dobbiamo girare, con le ragazze coperte da striminziti shorts e per lo più bagnate di acqua saponata.

Perfetto direi.

Giulia mi fulmina con lo sguardo quando provo a sdrammatizzare, mentre Alice e Ilaria sembrano perlopiù rassegnate.

"Ragazze, io non so come ringraziarvi di questo enorme favore....si può dire che mi stiate salvando la vita..." dico loro con un sorriso riparatore, mentre una goccia di pioggia mi colpisce a tradimento sulla fronte e Mac scuote energicamente la testa montando la prima delle due telecamere semi professionali che ha recuperato chissà dove.

"Via via, sono solo due schizzetti, che sarà mai..." esclama Edoardo, l'unico palesemente di buon umore.

"Perché allora non ti togli i pantaloni e ci dai una mano a pulire quei tre letamai? Che sarà mai..." gli risponde piccata Alice, vestita con micro pants di pelle e un top leopardato che le scopre l'ombelico.

"Mi unirei volentieri alla festa, ma devo riprendere e coordinare. Sono il regista, bimba"

"Chiamami di nuovo bimba e ti infilo a testa in giù nel secchio, ci siamo capiti?"

"Agli ordini padrona!" le risponde con un sorriso compiaciuto, prima di piegarsi di nuovo dietro la telecamera, aggiustando il fuoco.

"Ci capisci qualcosa?" chiedo sottovoce ad Edo, guardando la complicata attrezzatura che sta maneggiando con apparente sicurezza.

"Per niente, ma quanto potrà mai essere difficile? Basta trovare il tasto di accensione, poi questi affari fanno tutto da soli..." mi rassicura con un sorriso disarmante.

"Certo...."

Intanto Giulia si è coraggiosamente tolta il giubbotto e le due felpe, che aveva indossato una sopra l'altra per ripararsi dal freddo, e i pantaloni della tuta. Si è messa una mini di jeans che le ha portato Ilaria, e una magliettina bianca annodata sotto il seno.

"Sia chiaro che io la trucida non la faccio. Ti lavo questa macchina e poi mi infilo dentro un piumone per le prossime due settimane..." brontola infilandosi un paio di scarpe col tacco rosse fuoco che non le ho mai visto e che la fanno assomigliare a una cubista di classe.

"Sei uno schianto..." le mormoro all'orecchio andandole a dare un bacio di incoraggiamento.

"Sono congelata..." mi risponde imbronciata, prima di infilarsi con le braccia sotto il mio giubbotto aperto e ricambiare il mio bacio.

Con la coda dell'occhio vedo arrivare lo zio di Edo con un enorme striscione.

"Buongiorno ragazzi, a che punto siamo? le ragazze sono ancora asciutte vedo.. - commenta mentre piazza il lenzuolo con stampato la sua faccia e il nome della rimessa proprio alle spalle della Porche - posso vero?" chiede con il solito sorriso di gomma.

Io scambio un'occhiata con Mac e poi annuisco depresso. Sono un convinto sostenitore della legge di Murphy: se qualcosa può andare storto, lo farà. Ma qui si esagera...

Ilaria, intanto, è la più timida di tutti, se ne sta in un angolino con un impermeabile chiuso fino a sotto la gola, con l'aria di chi sta per andare al patibolo. Michele, accanto a lei come un'ombra, la riprende con una piccola GoPro, mentre lei lo guarda torva, con le mani in tasca e la faccia scura.

"Forza signorine, muovetevi un po' che vi scaldate!" latra il signor Franco, seduto su una poltroncina consunta che ha strategicamente piazzato accanto alla telecamera del nipote.

Alice alza di scatto la testa probabilmente per azzannare il laido guardone, quando Edo si affretta a correggere il tiro.

"Dai, facciamolo alla svelta, così poi andiamo tutti a berci una cioccolata calda. Io sono pronto...o almeno credo..." aggiunge con uno sguardo lievemente incerto.

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