Capitolo 51

1.2K 29 19
                                    

"Sei sicuro di non voler tornare a Roma? Cosa pensi di fare qui?"

Giulia guarda Mirko negli occhi per capire, ma lui sembra tranquillo e deciso.

"Ho bisogno di staccarmi un po' da tutto – ammette senza vergogna – Qui sto trovando un'altra strada. Non so ancora se sia quella giusta, ma per adesso mi fa stare bene."

"E gli studi? Pensi di mollare definitivamente Medicina?" gli domanda preoccupata.

"Non lo so ancora. Quella era la strada di mio padre, più che la mia, lo sai..." mormora con un sorriso malinconico.

"Già...tu sei sempre stato più un artista che uno scienziato..." annuisce Giulia prendendogli la mano e stringendola nella sua.

"Starò bene, te lo prometto"

"Fa che sia così, o ti vengo a prendere per i capelli e ti riporto a casa" sbuffa Giulia, ricacciando indietro due lacrime che fanno capolino in mezzo alle ciglia.

"E tu non fare più la matta, capito? Voglio saperti tranquilla e felice, anche se con questo qui..." e fa un cenno nella mia direzione, sorridendo rassegnato.

"Roma non sarà più la stessa senza di te..." sospira forte, tirando su con naso, mentre Mirko, pur di non farle vedere gli occhi lucidi, la tira verso di sé e la avvolge con le braccia.

"Oh, non sono mica morto, eh... – la prende in giro accarezzandola con delicatezza ad occhi chiusi – ti ricordo che ho tutti i miei parenti lì, e penso proprio che ogni tanto mi toccherà tornare..."

"Sarà meglio per te, se non vuoi che ti faccia del male!" commenta Giulia aggrappandosi più forte alle sue spalle, prima di lasciarlo andare con un bacio sulla guancia.

In questo momento mi sento di troppo. Questo abbraccio, queste lacrime, queste carezze sono un mondo che non mi appartiene, ma che ho imparato a rispettare. Il loro legame esisterà per sempre, adesso ne sono più che mai consapevole, ma non fa più così male vederli insieme, perché capisco quello che sono l'uno per l'altra. Un'ancora di salvezza cresciuta con loro, passando attraverso le mille fasi di un'adolescenza che finisce per diventare finalmente adulti. Un amore profondo, alimentato con il rispetto e il desiderio di volere il bene dell'altro.

Non posso fingere di non sapere che Mirko provi per lei anche altri sentimenti, ma in questo istante, tra quelle braccia, c'è solo il suo migliore amico, quello che la conosce più di chiunque altro, anche più di me, e che per amore suo è stato disposto a farsi da parte e aiutarmi, pur di vederla di nuovo felice.

E questo lo rispetto profondamente.

"Grazie davvero, Mirko. Se avessi bisogno di qualunque cosa, non esitare a chiamarmi, sono in debito con te" gli dico stringendogli la mano.

"Lo terrò presente – risponde con sincerità, lasciando la mia mano e stringendosi nel giubbotto -  Mi spiace di non potervi ospitare stanotte, ma l'appartamento è minuscolo, e la zia russa come un facocero in calore" scherza scoppiando a ridere.

"Non preoccuparti, ho preso una camera all'hotel qui vicino. Salutami tanto la zia" sorrido ripensando all'acida bibliotecaria e immaginandomela in camicia da notte e molletta per il naso.

"Allora buona fortuna, ci sentiamo presto. Avvertitemi quando esce il video, così faccio un po' di pubblicità in giro." Ci saluta rientrando nel palazzo, dove i tecnici dell'ascensore sono ancora lì che imprecano contro l'ascia del peruviano Gerardo-Alfonso-qualcos'altro che a loro dire ha danneggiato le porte, mentre noi ci allontaniamo mano nella mano, con la sensazione di essere appena nati una seconda volta.

Perdersi e ritrovarsi, anche se nell'arco strettissimo di una giornata da incubo come quella appena trascorsa, cambia profondamente tutte le dinamiche di un rapporto.

Tu saiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora