Non so se è giorno o notte, ma non ha molta importanza, mi giro su un fianco e allungo una mano verso il comodino per prendere il pacchetto di sigarette e ne metto una tra le labbra. Poi mi siedo sul letto, con la testa che sembra ospitare un concerto di musica heavy metal e la nausea che mi sale dalla bocca dello stomaco come dopo ogni sbronza. Ci sono andato pesante ieri sera con la tequila a quello stramaledetto Mexican Party, ma era fresca e stordiva alla grande con poco sforzo, il massimo che si può chiedere quando non si ha voglia di restare soli nemmeno con se stessi.
La festa era piena di esseri grotteschi, come in un colossale teatro dell'assurdo, mostri in giacca e cravatta e demoni in tacco dodici, uniti da un unico scopo. Fottere. In senso metaforico e letterale. Ottenere sesso, soldi, attenzione, potere, riconoscimento sociale, utilizzando le persone come mezzi per un fine.
C'erano ragazze giovanissime vestite come maitresse e così spudoratamente in vendita da credere che da qualche parte potessero avere il cartellino col prezzo. Una paio di loro, due biondine praticamente identiche, con gli occhi di un azzurro annacquato e piene di lentiggini fino sulla schiena nuda, erano in compagnia dell'amministratore delegato settantenne di una nota società di servizi, e sembravano la versione raccapricciante di un nonno con le nipotine. Le modelle più richieste erano nel privè, a bere, sniffare e fingere di mangiare, mentre ballavano su una specie di palco circondate da vecchi e giovani milionari, in attesa di essere comprate come al mercato del bestiame.
Il party più cool di Milano. Se ti invitano significa che sei nel giro, che hai svoltato.
Significa che sei uno che conta qualcosa, ripeteva Jessica da mesi.
Una bella donna inguainata in un Armani vintage che mostrava generosamente un decolté da migliaia di euro mi ha accarezzato il fondoschiena e mi ha lasciato in mano il suo biglietto da visita. È la titolare di una galleria d'arte, perennemente accompagnata da giovani modelli in cerca di vetrina sulle pagine dei giornali scandalistici. Non so quanti anni abbia, ma a giudicare dalle sue mani impossibili da ringiovanire con la chirurgia, deve aver superato le sessanta primavere.
Jessica sembrava Alice nel Paese delle meraviglie, si guardava intorno con gli occhi che luccicavano, riconoscendo tutti i personaggi di quella bella società a cui aspira disperatamente.
Non le pareva vero essere stata invitata direttamente dal titolare dell'agenzia di modelle più in vista del momento, un ragazzo poco più grande di me che la guardava come un predatore annoiato in cerca di divertimento facile. Lei sembrava ipnotizzata, incapace di vedere al di là della facciata, dei lustrini, degli abiti firmati, delle pupille dilatate e di tutta quell'eccitazione chimica.
Adesso la nausea è così forte che devo andare a piedi nudi in salotto e spalancare le finestre per non rovesciare la testa sul prezioso parquet di Jessica e vomitare l'anima.
Finalmente respiro aria non viziata, fredda al punto giusto da darmi sollievo.
Il cielo è familiarmente grigio, con enormi nuvole scure a coprire la poca luce del sole più triste degli ultimi mesi. Niente aria tiepida, niente cieli multicolori, niente terrazzi pieni di vita. Nella patria dell'efficientismo tutti lavorano e corrono senza alzare il capo a guardarsi intorno, del resto cosa potrebbero mai vedere?
A volte è meglio non accorgersi di quanto vuoti ti circondi, meglio non svegliarsi. Io ho risolto il problema, sono praticamente in hangover da giovedì notte, da quando sono tornato da Roma.
O forse dovrei dire scappato.
Il mio viso riflesso nello specchio sembra quello di uno zombie, o di un tossico all'ultimo stadio, con due occhiaie enormi a rendere il mio sguardo patetico almeno quanto mi sento dentro.
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Tu sai
FanfictionNel mondo esiste così tanta bellezza e magia da riempire un'intera esistenza. E non importa quanto tu ostinatamente voglia sfuggirle, lei continuerà a incrociare il tuo cammino fino alla tua resa. Fino a quando non ti abbandonerai all'amore. E avrà...