Giulia sonnecchia sulla mia spalla mentre una giovane hostess, ondeggiando sorridente lungo il corridoio, ci ricorda di allacciare le cinture per iniziare le manovre di atterraggio.
La bacio tra i capelli, osservandone curioso la bocca leggermente imbronciata, e poi mi fermo a contemplare il mare scintillante sotto di noi, una massa scura e minacciosa a primo impatto, ma viva di frammenti di luna piena e polvere di stelle.
Tra pochi minuti saremo in Sicilia, la terra dove sono nato, la terra dove ogni sasso, ogni filo d'erba, ogni goccio d'acqua salata è denso di quei colori e quegli odori unici che mi risvegliano come se appartenessero al mio DNA.
Non torno da più di sei mesi, l'ultima volta che sono stato qua era autunno inoltrato e tutto era smorto sia intorno, che dentro di me.
Apparentemente avevo ogni cosa: un lavoro tanto desiderato che stava cominciano ad ingranare, una ragazza bellissima e appropriata da far ammirare al mio fianco, degli amici perfetti e nessuna preoccupazione. Eppure non ero felice. Certo, allora non ne ero consapevole, ma il malessere sottile, a tratti incomprensibile, che mi strisciava dentro ogni volta che restavo solo con me stesso lo ricordo bene.
Una volta, uno degli ultimi giorni prima di ripartire per Milano, mia madre mi aveva preso la mano chiedendomi se andasse tutto bene. Ricordo solo che mi innervosii parecchio perchè la considerai l'ennesima intrusione non richiesta di una madre ansiosa. Invece aveva ragione lei a preoccuparsi per me. Io ero morto come un albero d'autunno, adesso lo so con certezza. Spento, passivo e senza più sogni da rincorrere con l'incoscienza della mia età. Esisteva solo un chiodo fisso, che mi toglieva il sonno quasi ogni notte, realizzarmi come musicista. Ma lo volevo per milioni di motivi che niente avevano più a che fare con la passione che mi aveva mosso fin da ragazzino.
Anche la musica non aveva più lo stesso suono per me.
Adesso invece è tutto cambiato, come la stagione che ci accoglie, tiepida e profumata, in un Maggio che odora di vita, di freschezza e di rinascita. Bello come la donna che ha soffiato questo vento nuovo fin dentro le mie ossa.
L'atterraggio non è dei più morbidi, e Giulia si risveglia di soprassalto proprio mentre inizia una frenata traballante che si protrae fino quasi al termine della pista principale dell'aeroporto di Punta Raisi.
"Che cos....ma ho dormito, per caso?" Giulia a volte ha certe uscite involontariamente comiche che mi mettono subito di buonumore.
"No, figurati...che vai a pensare? Diciamo che hai segato un tronco molto spesso, e sbavicchiato leggermente sulla mia camicia, ma a parte questo niente da segnalare" le riassumo ridendo.
"Scherzi? Io non russo mai...ti sarai confuso con qualcuno nelle poltroncine vicine a noi!" nega con decisione, stiracchiandosi prima di prendere la borsa da viaggio dalla cappelliera.
Decido di lasciarla alla sua convinzione, riproponendomi però di registrarla alla prima occasione e usare questa prova per ricattarla.
"Che ridi?" mi chiede lei sospettosa.
"Niente – dissimulo con eleganza – pensavo a quanto mi piacerebbe farti fare un giro turistico della zona vicino ad Agrigento...ci sono posti spettacolari a cui sono molto legato..."
"Davvero?"
"Già, a partire da una spiaggia magica proprio a due passi da casa di mia madre...ma non ti anticipo niente, vedrai con i tuoi occhi..."
Così la prendo per mano e insieme scendiamo le scalette dell'aereo, venendo travolti da un'ondata di aria calda come l'alito di un gigante nascosto nel buio. Sono quasi le dieci di sera e ci saranno almeno trenta gradi.
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Tu sai
FanfictionNel mondo esiste così tanta bellezza e magia da riempire un'intera esistenza. E non importa quanto tu ostinatamente voglia sfuggirle, lei continuerà a incrociare il tuo cammino fino alla tua resa. Fino a quando non ti abbandonerai all'amore. E avrà...