La stanza degli ospiti è esattamente come la ricordavo, ha ancora il tocco indiscutibile di mia madre, con le tende di lino ricamato e il letto matrimoniale in ferro anticato messo sotto la finestra.
Sembra che lì dentro il tempo si sia fermato alla mia infanzia, quando mi ci nascondevo per sfuggire a bagno e spugna, dopo essere stato tutto il pomeriggio a giocare con Lucky. La pendola antica, con il suo rintocco sordo e costante, è invece proprio il genere di cose che facevano impazzire mio padre, perché la sentiva fino dalla sua camera da letto e ogni giorno minacciava di rivenderla a qualche antiquario. Eppure, anche lei è ancora lì, appesa al muro, a fare il suo lavoro ignara di aver rischiato l'abbandono dal robivecchi.
Giulia si è svegliata quasi subito e ora sembra stare bene, ha chiamato sua madre e le ha giurato che domani torneremo alla base.
Mi sembra giusto.
Da quando c'è stato il naufragio sembriamo ancora delle barchette in mezzo alla tempesta, sballottati di qua e di là dagli eventi, quasi a un passo da casa e poi di nuovo lontani. Un po' come noi, o meglio come me...sempre ad un soffio dal dirle quelle parole che mi bruciano in gola ormai da giorni, senza mai trovare l'attimo giusto.
"L'ex compagna di tuo padre non ha mai pensato di rinnovare l'arredamento di questa stanza? - mi domanda Giulia accarezzando con delicatezza alcuni soprammobili su una mensola - qui c'è Vale dappertutto...non deve essere facile per un'altra donna"
"Beh, hai conosciuto un po' mio padre adesso, sai che sa essere abbastanza inflessibile quando vuole. Poi immagino che non sia un caso che si sia ritrovato da solo alla fine..." commento con un sospiro.
"Credi che sia ancora innamorato di lei?"
"No, credo che semplicemente non ce l'abbia fatta a lasciare andare del tutto la sua vecchia vita...o magari, come ha detto lui, certe emozioni non si riprovano più...non lo so..."
Guardo Giulia immaginandomi al posto di mio padre, provo a pensare di cambiare vita, cambiare donna, cambiare abitudini e d'istinto avverto il bisogno di toccarla per assicurarmi che sia ancora lì, reale, e non il frutto della mia mente. Così le afferro le mani per tirarmela contro il petto.
"Ehi, tutto bene? Che succede, Andre?" mi sussurra preoccupata, abbracciandomi stretto.
"Niente piccola, è solo che per un attimo ho avuto come un vuoto..." balbetto imbarazzato.
"Ho capito, il vino ha fatto male anche a te - ride lei sciogliendosi dalle mie braccia riluttanti a lasciarla - Sarà meglio andare a dormire"
"Tu preparati, io faccio una telefonata e arrivo subito" le rispondo dandole un rapido bacio sulla punta del naso, prima di prendere la giacca e uscire in giardino, sedendomi poi sul dondolo del porticato.
Mac mi ha cercato tre volte stasera, ma ho visto le chiamate solo poco fa, mentre tornavamo in auto dal ristorante. Probabilmente non è niente di che, forse vuole solo accertarsi che io sia di ritorno per sabato, ma da quando siamo in ballo con questo concorso ho sempre un po' d'ansia quando vedo il suo nome sul display.
Prendo un bel respiro e compongo il numero. Mac come al solito non perde tempo.
"Andrea, cazzo, ma è un vizio ormai quello di sparire?"
"Mac, ero a cena con mio padre..." gli rispondo immaginandomi la sua sorpresa nel sentire che sono riuscito a passare del tempo con l'uomo più importante e problematico della mia vita senza che ci uccidessimo a vicenda. Invece Mac continua come se non avesse nemmeno ascoltato.
"Ho una notizia buona e una cattiva, quale vuoi per prima?" spara a bruciapelo.
"Direi la cattiva, così ci leviamo subito il dente" gli rispondo trattenendo il fiato.

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Tu sai
Fiksi PenggemarNel mondo esiste così tanta bellezza e magia da riempire un'intera esistenza. E non importa quanto tu ostinatamente voglia sfuggirle, lei continuerà a incrociare il tuo cammino fino alla tua resa. Fino a quando non ti abbandonerai all'amore. E avrà...