Sabri'sPov
Oggi ricomincio ad andare a scuola... Dopo tre mesi di assenza. Chissà cosa diranno gli altri compagni, i prof. Io e Sascha siamo davanti la porta della classe, fermi, finché non bussiamo, ricevendo un "avanti" da parte della professoressa. Sascha apre la porta ed entriamo, mano nella mano. Tutti gli occhi sono puntati su di me.
«Cereseto! Che sorpresa!»
«Salve prof...»
«Ho saputo che in questi mesi lei è stata molto male»
«Si... È così»
Dico incerta.
«Si vada pure a sedere vicino a...»
I posti sono decisamente cambiati.
«Facciamo così. Greco passi vicino a Violet, Burci e Cereseto in quei banchi dietro Greco e Violet»
Ci andiamo a sedere ed inizia la lezione.***
Suona la campanella, mi alzo per fare ricreazione. Violet si avvicina a me.
«Ma guarda chi si rivede... Ciao Sabrina»
«Ciao...»
«Allora? È stata bella la vacanza passata ad oziare?»
Stringo i pugni. Cosa gli dovrei dire? "Si, se non fosse stato per un pazzo maniaco che voleva violentarmi in una casa dispersa nel nulla, ma a parte quello si, è stata divertente e piacevole, ogni giorno andavo a raccogliere i fiorellini per lui e gli facevo da schiava."
«No, sono stata male»
Dico a denti stretti.
«Si, certo»
«Non ci credere, put-»
Mi interrompo, per non continuare.
«Puttana a chi?»
Dice arrabbiata.
«A te. In tutti i sensi»
Dico indicando la sua scollatura, decisamente eccessiva per venire in una scuola.
«Sta' zitta. Mi vesto come mi pare e piace»
«Ti vesti? Un altro poco neanche quello fai, perché non vieni direttamente senza abiti a scuola, già che ci sei?»
La provoco, e lei spalanca la bocca.
«Ragazze, basta»
Interviene Sascha.
«Già, smettila»
Dice Violet aggrappandosi al braccio del mio fidanzato.
«Sei venuta tu a rompere»
«Basta! Violet, vai via per piacere»
Le dice Sascha.
«No!»
«Violet, vai via!»
Dice scandendo bene le ultime parole. Gli lancia un'occhiataccia e se ne va, mentre Giuse si avvicina a noi.
«Ehi Sabri!»
«Ciao Giuse!»
«Come va?»
«Bene... Più o meno»
Dico mormorando l'ultima frase.
«Mi fa piacere. Sascha ascolta, oggi vuoi uscire con gli altri e Violet?»
«Perché anche Violet?»
Chiede Sascha scocciato.
«Ha detto che vuole venire...»
Si giustifica Giuse.
«Dirle di no?»
Propone Sascha con fare ovvio.
«Ma si Sascha, tanto che fa! Stalle alla larga e non calcolarla»
«E va bene»
Giuse sorride soddisfatto e se ne va. Io incrocio le braccia.
«Perché hai accettato?»
«Non avrei dovuto?»
«Non mi fido di quella...»
«Ma ti fidi di me, giusto?»
«Si ma-»
Lui mi bacia, interrompendomi. Ricambio, mettendogli una mano sulla guancia.
«Allora non preoccuparti»
Dice sulle mie labbra.***
Usciamo da scuola e andiamo verso casa nostra, abbastanza vicina al nostro ex palazzo. Entriamo e pranziamo. Il resto del pomeriggio lo passiamo a studiare e cazzeggiare, fin quando Sascha non si va a preparare per andare a quell'uscita improvvisata.
«Allora io vado...»
«Va bene... Ma stai attento»
«Si»
Prende il cellulare e lo infila nella tasca del jeans.
«Ciao amore»
«Ciao...»
Mi dà un bacio a stampo e se ne va. Spero vada tutto bene. Prendo il cellulare e vado su Instagram. Passano due ore, di Sascha nessuna traccia. Fin quando non mi arriva un messaggio da parte sua, più precisamente una foto. Apro la sua chat, si carica la foto e la ingrandisco. L'immagine di Sascha e Violet che si baciano. Poi mi arriva un altro messaggio, che dice "La serata si sta rivelando meravigliosa..." Le lacrime cominciano a scendere, il mio labbro trema... Come ha potuto Sascha fare una cosa del genere? Spengo il cellulare e lo poso sul comodino. Appoggio la testa sul cuscino, chiamo Marina, spero non stia dormendo. Per fortuna, dopo due/tre squilli risponde.
«Pronto, Sabri?»
«Mar-rina... V-vieni»
«Sabri, che è successo?»
«Per favore, vieni a-a casa mi-mia»
«Vengo subito»
Chiude la chiamata e dopo qualche minuto arriva.
«Sabri...»
Mi abbraccia.
«Cosa è successo?»
Non rispondo, bensì le faccio vedere la chat. Marina sgrana gli occhi...
«Sascha non farebbe mai una cosa del genere...»
«Ma l'ha fatto! Ha baciato Violet e in più mi ha anche mandato la foto con una frase del genere! Come se si divertisse a farmi arrabbiare»
«Ci deve essere una spiegazione a tutto questo... Chiamo Stefano»
Compone il suo numero e lo chiama.
«Pronto, amore?»
«Ciao!»
Risponde lui dall'altra parte del telefono.
«Dove siete?»
«Siamo... Ahahah... Come si chiamava quel posto? Ah sì, discoteca ahahah»
È ubriaco...
«Dov'è Sascha?»
Chiede Marina.
«È qui, con Violet»
Trattengo le lacrime.
«Ciao!»
Sento dire da Sascha, che sta ridendo. Faccio cenno a Marina di passarmelo. Mi porge il telefono e lo afferro, per poi fare un respiro profondo.
«Sascha...»
«Ehi, amore!»
«Non chiamarmi così, ti volevo solo dire che oggi non verrai a dormire qui»
«Cosa? Perché?»
Dice stavolta serio.
«Lo sai benissimo il perché!»
Dico ricominciando a piangere. Odio essere così debole.
«Dai Sascha, basta parlare con questa!»
Sento dire da una voce femminile, ma non sembra appartenere a Violet.
«Zitta Alice!»
La zittisce Salvatore.
«C-c'è anche Alice?»
Chiedo.
«Si!»
Risponde Stefano. Passo il telefono a Marina. Ne ho abbastanza di loro.
«Ciao amore, ci vediamo domani a scuola»
Lo saluta Marina.
«Va bene, ciao»
Chiude la chiamata e mi abbraccia.
«Riposati, una bella dormita ti farà bene»
Annuisco e se ne va, salutandomi. Mi sdraio sul letto e chiudo gli occhi, addormentandomi.***
Sento bussare il campanello. Guardo l'orario: sono solo le due e trenta. Ma chi è a quest'ora? Vado ad aprire e mi ritrovo Sascha davanti, con gli occhi rossi, gonfi e lucidi, i capelli spettinati.
«Cosa vuoi?»
Dico fredda.
«Sabrina, ascoltami... C'è stato un malinteso...»
«Ascoltami tu. Mi sono stancata Sascha, ti ho dato tre possibilità: le prime due ti ho perdonato, la terza no»
«Ti prego... Fammi spiegare»
«Non c'è nulla da spiegare»
«Almeno fammi passare la notte qui»
«C'è casa tua»
Detto questo, provo a chiudere la porta, ma lui la blocca con il braccio.
«Mia madre ha il turno di notte oggi, non c'è nessuno che può aprirmi»
Rimango in silenzio, guardandolo.
«Solo per questa notte»
Lo faccio passare e chiudo la porta. Si sdraia sul letto e lo stesso faccio io. Chiudo gli occhi e provo ad addormentarmi, ma il sonno non vuole venire. Mi giro verso Sascha, lui sta dormendo. Gli poso una mano sulla guancia e la accarezzo.
«Ti odio così tanto, eppure una parte di me sa benissimo che è il contrario... Non riuscirò mai ad odiarti veramente»
Gli tolgo la mano e chiudo di nuovo gli occhi, stavolta addormentandomi subito.Angolo autrice
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Posso baciarti? || #Saschina
Fanfiction||COMPLETA|| Per Sabrina la parola "scuola" è un sinonimo di "odio", fin quando non arrivò nella sua classe un ragazzo, Sascha, che cambierà la sua vita. Affronteranno ostacoli, prenderanno decisioni, ma lo faranno insieme. Sascha avrà una vita diff...