Sabri'sPov
Ritorniamo a casa, mano nella mano. Non posso ancora crederci che mi ha fatto una sorpresa così... Come posso ricambiare? Lui ha fatto una cosa davvero meravigliosa e impegnativa, io davvero non so cosa inventarmi. Quando ho visto la scritta "Ti amo, Sabrina" in cielo sono rimasta senza parole, come quando mi ha dato l'anello. Ma è inutile che io mi torturi per trovare una sorpresa che sia almeno un po' vicina alla bellezza della sua idea. Si presenterà l'occasione! Intanto, arriviamo davanti al palazzo ed entriamo in ascensore. Mi giro verso di lui e noto che mi sta osservando.
«Che c'è?»
«No, niente. Solo che... Non riesco a descrivere quanto io ti ami... Sei bellissima»
Dice avvicinandosi a me e mettendomi le mani sui fianchi. Mi bacia il collo per poi salire sempre di più fino ad arrivare alla bocca. Mi morde il labbro e mi scappa un gemito, lo sento sorridere sulle mie labbra e mi bacia. Mi spinge contro il muro, ma prima che potesse fare altro, l'ascensore si apre. Sbuffiamo entrambi e lo guardo.
«Ci vediamo domani a scuola, ciao amore»
«Ciao»
Mi dà un bacio a stampo e toglie lentamente le mani dai fianchi. Esco dall'ascensore ed entro in casa.
Una settimana dopo...
Mi avvio verso scuola e arrivata davanti al cancello trovo tutti i miei compagni, alcuni che saltellano, altri che urlano per l'emozione, altri che hanno un po' di paura. Vado verso i miei amici.
«Ciao raga!»
«Ehi amore»
Dice dandomi un bacio a stampo.
«Emozionati?»
Chiedo.
«Nah»
Risponde Sascha.
«No»
Dice Salvatore.
«Poco»
Ludovica.
«Per niente»
Dice Stefano.
«Un pochino»
Giuseppe.
«Abbastanza»
Risponde Lorenzo.
«Tantissimo!»
Dice Marina e le sorrido.
«Per l'aereo?»
Chiedo.
«Si»
Dice e Stefano le bacia la fronte.
«Tranquilla amore, andrà tutto bene, cosa vuoi che succeda?»
Dice e Marina gli sorride.
«Ragazzi, salite nel pullman. Si parte per l'aeroporto»
Dice la prof, annuiamo tutti quanti e saliamo. Mi siedo vicino a Marina e arriviamo all'aeroporto. Facciamo i soliti controlli delle valigie e dopo una mezz'oretta finalmente sento una voce robotica annunciare "Aereo Milano Londra in arrivo". Saliamo in aereo e mi siedo vicino Sascha. Decolliamo e faccio partire la mia playlist.***
«Mamma, mamma! Corri!»
«Vengo, amore!»
La prendo in braccio e andiamo verso casa. Arrivate, la poso in camera sua.
«Amore, rimani qui, adesso devo incontrare una persona molto speciale»
«Va bene mamma, però poi vieni a giocare con me?»
«Ma certo!»
Le strattono i capelli ed esco di casa. Vedo avvicinarsi una macchina. Dopo molti minuti, scende dall'auto un ragazzo. Chiude lo sportello e si gira verso di me. Quel ciuffo, quegli occhi, quelle fossette. Quanto mi erano mancati.
«Sascha...»
Dico trattenendo le lacrime.
«Sabrina...»
Sento una goccia cadermi in testa, alzo gli occhi al cielo e vedo che sta piovendo. Sascha si avvicina piano a me e io faccio lo stesso. Le lacrime rigano le mie guance, che si confondono con la pioggia. Lo guardo. Gli metto una mano sulla guancia e scoppio a piangere. Mi sorride e si avvicina a me. Le nostre labbra si stanno per toccare...***
Apro gli occhi di scatto e mi stacco dal sedile. Noto che sto sudando, che ho l'affanno e che ho le guance rigate dalle lacrime, poi realizzo che sono in aereo. Mi giro di lato e vedo Sascha che mi guarda preoccupato.
«Amore, che sta succeden-»
Non lo faccio finire di parlare che lo abbraccio. Che cos'era questo? Cosa ho sognato? Perché poi una cosa simile? E se fosse un sogno premonitore? Se io e Sascha avremo davvero un bambino in futuro? Questo sogno mi ha stupita... Sono scioccata. Sento la mano di Sascha accarezzarmi i capelli.
«Piccola, cos'è successo?»
«Il bambino, la pioggia, io, tu...»
Dico velocemente.
«Amore, calmati. Era solo un sogno. Stai tranquilla»
Dice e mi calmo.
«Vuoi raccontarmi cosa hai sognato?»
Annuisco e inizio a parlare.
«Era sera, ero in un giardino, insieme a una bambina, probabilmente mia figlia, visto che mi chiamava mamma. L'ho portata in camera e le ho detto di aspettare lì perché dovevo incontrare una persona speciale. Sono uscita di casa e ho visto avvicinarsi una macchina. Dopo cinque minuti circa lo sportello si è aperto da un ragazzo e la macchina se n'è andata. Si è girato verso di me... Quel ragazzo eri tu. È iniziato a piovere e io sono scoppiata in lacrime, lo stesso tu. Ci siamo avvicinati e ti ho messo una mano sulla guancia. Ci stavamo per baciare ma mi sono svegliata. Non lo so... Sembrava così vero... E se questo sogno fosse premonitore?»
Dico guardandolo ancora con le guance bagnate. È stupito quanto me.
«Wow... È un sogno molto particolare...»
«Sascha, non puoi capire... Quel sogno sembrava realtà, sembrava vero!»
Dico e lui annuisce.
«Stai tranquilla, ti capisco. Ma ora non pensiamoci più. Siamo arrivati»
Dice e mi giro verso il finestrino, è vero, siamo atterrati a Londra...Angolo autrice
Vi dico solo questo: il sogno che ha fatto Sabrina è davvero importante. Tenetelo a mente. Vabbè che tanto non ce n'è bisogno perché... Non posso dirvelo sennò spoilero tutto. Comunque se lo tenete a mente o no è uguale. Lo capirete il perché.
Sciaooo
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Posso baciarti? || #Saschina
Fiksi Penggemar||COMPLETA|| Per Sabrina la parola "scuola" è un sinonimo di "odio", fin quando non arrivò nella sua classe un ragazzo, Sascha, che cambierà la sua vita. Affronteranno ostacoli, prenderanno decisioni, ma lo faranno insieme. Sascha avrà una vita diff...