C.88-Un pomeriggio unico

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Stefano'sPov
Arrivati finalmente a Milano, io e Sascha scendiamo dall'aereo, in cui abbiamo parlato molto, recuperando un po' tutto il tempo perduto in questi cinque anni. Mi ha raccontato com'è stato vivere a Los Angeles, senza conoscere nessuno, in un mondo del tutto nuovo. Non ha avuto chissà quanti amici, solo quattro: Asia, Michelle, Albert e Paul, studenti che frequentano vari corsi italiani o qualcosa del genere. Mi ha raccontato che tra Sascha e Asia c'è stato qualcosa, ma nulla di che, solo qualche bacio. Tant'è vero che la loro relazione è durata soltanto tre mesi. Insomma, ha provato a ricominciare da capo, ma una parte di lui lo ha spinto a lasciar perdere, una parte che probabilmente rappresenta l'amore verso Sabrina, una parte che non ha mai smesso di brillare. Intanto ci avviciniamo alla mia casa, per salutare Marina. Entriamo e quest'ultima subito ci viene incontro, con un enorme sorriso stampato in volto.
«Ciao amore»
Mi dice abbracciandomi, ed io ricambio stampandole un bacio. Quando ci stacchiamo, Marina sposta il suo sguardo su Sascha, e spalanca la bocca.
«Sascha...»
«Ciao»
Dice lui sorridendo. La Marina lo abbraccia e, quando si stacca, ci fa sedere sul divano e non esita a fare un sacco di domande a Sascha, chiedendogli tutto ciò che ha fatto in questi anni. Dopo mezz'ora, passata tra risate e racconti, si fanno le undici.
«Sascha... Forse dovresti andare nella tua vecchia casa... Sei pronto?»
Gli chiedo.
«Certo»
Dice alzandosi.
«Hai ancora le chiavi?!»
Gli chiede Marina, vedendo Sascha cacciare fuori dalla tasca un paio di chiavi.
«Si»
«Sascha, aspetta!»
Lo richiama Marina.
«Tu non vai da Sabrina così. Stefano, portalo a fare la barba, adesso»
Dice seria. Sorrido e andiamo in bagno. In effetti gli è cresciuta un po'. Dopo aver finito, usciamo da casa mia, e notiamo che sta piovendo.
«Perfetto!»
Sbuffa.
«Non fa niente, dai, sali»
Dico infilandomi in macchina.

Sabri'sPov
Ricevo un messaggio da Marina. Apro la chat: esci fuori. Confusa, le chiedo il perché, ma lei mi ridice di uscire. Così prendo il primo giubbino che vedo a portata di mano e lo infilo. Esco fuori dalla porta e sbuffo: sta piovendo. Perché mi avrà detto di uscire? Rientro in casa e vado in camera di Samantha.
«Amore»
Vado verso di lei, che fino a poco fa stava giocando con i peluche che mi hanno regalato i fan ai raduni.
«Io esco qua davanti, va bene? Torno subito»
«Va bene, ma poi vieni a giocare con me?»
«Ma certo!»
Dico strattonandole i capelli. Così, esco di casa, davanti la porta, prendo il cellulare e decido di scrivere alla Marina. "Sono uscita, e adesso?" digito e glielo mando. Lei mi risponde con "Vedrai". Più confusa di prima, aspetto sotto la pioggia. Vedo i fanali di una macchina avvicinarsi e l'auto si ferma. Cerco di intravedere chi è il guidatore, ma le gocce di pioggia mi impediscono di farlo. Ma se la memoria non mi inganna, quell'auto dovrebbe essere di Stefano...

Sascha'sPov
«No, io non esco... Non ce la faccio»
Dico rimanendo immobile.
«Sascha, muoviti, o ti faccio uscire con la forza»
Mi incoraggia Stefano.
«Non puoi capire quanto mi è mancata, vederla mi fa uno strano effetto»
Dico passandomi una mano tra i capelli.
«Sascha, o ti muovi o ti muovi»
«Okay okay, vado...»
Faccio per uscire dall'auto ma mi fermo, ancora.
«Stefano... Grazie... Grazie di tutto»
Lui mi sorride e lo abbraccio.
«Di niente»
Così, con il cuore in gola, esco dall'auto, e Stefano non esita a sfrecciare via, lasciandomi solo. Alzo lo sguardo verso di lei, che fa lo stesso, i nostri occhi si incontrano, dopo tanto tempo. Ho aspettato questo momento da troppo.

Sabri'sPov
Quegli occhi, quel ciuffo inconfondibile... Quanto mi sono mancati. Si avvicina a me, io faccio lo stesso. Inevitabilmente le lacrime cominciano a scendere, confondendosi con la pioggia. Porto le mani davanti alla bocca e scoppio a piangere.
«Sascha...»
Sussurro tremando. Lui porta una mano sulla mia guancia.
«Si piccola»
Senza aspettare altro, si fionda sulle mie labbra. Un'ondata di brividi percorre il mio corpo: quel tocco non lo sentivo da troppo tempo. Ricambio il bacio, mentre le lacrime continuano a scendere, forse per la gioia, forse per la paura di perderlo ancora. Allaccio le braccia attorno al suo collo, approfondendo sempre di più il bacio. Dopo qualche minuto ci stacchiamo e mi fermo ad osservarlo: è rimasto uguale, non è cambiato per niente. Lui mi sorride.
«Mi sei mancata, Sabrina»
Questa frase non fa altro che aumentare l'ansia dentro di me.
«Anche tu, Sascha»
E lo bacio di nuovo. Con un sorriso stampato in volto, mi stacco di poco dalle sue labbra.
«Vieni, ti devo far conoscere una persona speciale»

Angolo autrice
Eeeeh? Eeeeeeeh? Chi è la stronza? Pretendo le scuse. Comunque, guarda caso il capitolo 88 è molto speciale. Bene. IL 15 È IL MIO COMPLEANNO. -3. Okay basta.
Sciaooo

Posso baciarti? || #Saschina Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora