Miami, chi non conosceva Miami?
Meta turistica delle vacanze di molte persone, città dei sogni di altrettante persone.
Da sempre conosciuta per le sue tante spiagge, il clima caldo e per l'influenza cubana che la rendeva una città ancora più caratteristica e, a suo modo, allegra. Insomma, Miami era una gran bella città o almeno era quello che pensava chiunque non ci vivesse.
Miami era bella, nessuno poteva negarlo, ma era difficile vivere in un posto del genere senza una buona posizione, senza una certa influenza e una grande quantità di denaro.
Miami era bella solo per chi poteva permettersela, non per dei giovani sognatori che la ricchezza l'avevano nell'animo ma, a chi abitava in quel posto, non importava a nessuno.
Una città del genere non era il posto per un giovane senza famiglia e senza denaro, un'ombra tra quelle palme illuminate dal sole. Un giovane dai capelli mori che si aggirava a ritmo di musica tra quelle strade piene di colori e di persone altezzose, trascinava con sé il buio che lo circondava e non lasciava che nessuno guardasse oltre quel nero che era la sua anima.
Miami era piena di colori e Benjamin era il suo nero.La musica assordante, le luci soffuse e le grida di gioia caratterizzavano quel locale.
Movimenti sconnessi, a ritmo di una musica caraibica, sembravano essere in grado di far tremare le mura scure di quel locale. Uomini affamati, eccitati e bramosi, guardavano quei corpi seminudi che si muovevano sul palco illuminato da delle luci al LED e sognavano di prenderli, possederli fino allo sfinimento. Si toccavano davanti a quei corpi, che sapevano non avrebbero avuto, in attesa che il meglio arrivasse. E il meglio aveva un nome, un nome che quegli uomini gridavano a gran voce, come se fosse un mantra, un nome che era diventato il protagonista di gran parte dei loro sogni erotici. Benjamin.La massa accaldata e eccitata non dovette attendere molto prima che i ragazzi, i ballerini di quella discoteca, lasciassero il palco e il silenzio piombasse nel locale. Lo sguardo di tutti finì sul palco, al momento non illuminato, e tutti sapevano quello che stava per succedere. Stavano per essere investiti da un tornado di sensualità e bellezza con gli occhi chiari e contornato da un numero indefinito di tatuaggi, che nascondevano una storia che mai nessuno di loro avrebbe scoperto.
Più di una persona in quel locale aveva avuto l'onore, perché per loro era un vero e proprio onore, di passare delle ore in intimità con Benjamin ma solo quando lui decideva di farlo e soprattutto con chi voleva. Nessuno dei presenti però sapeva chi fosse, da dove venisse e perché facesse degli spogliarelli in un locale di Miami. Bello come era poteva fare il modello, poteva aspirare a molto di più. Tutto ciò che sapevano era che aveva poco più di vent'anni, ventuno per l'esattezza, e che nessuno di loro lo avrebbe mai posseduto.
Benjamin conquistava ma non si lasciava conquistare.
Un fascio di luce bianca si proiettò su un punto ben preciso del palco, un fitto mormorio si innalzò nel locale ma venne subito messo a tacere quando partì la base di una canzone che nessuno si preoccupò di riconoscere.
Una delle due tende, rigorosamente nere, si spostò e fece il suo ingresso sul palco quello che era la personificazione di tutti i loro sogni proibiti.
Avvolto in una maglia a rete nera, che lasciava ben poco alla fantasia, uno skinny jeans nero e a piedi nudi il ragazzo raggiunse il centro del palco, accanto al palo d'argento, e sorrise a tutti presenti consapevole di quello che tutti stavano pensando. Volevano averlo. Si chiedevano se quella sera ci sarebbe stato un fortunato.
-"Benjamin, Benjamin, Benjamin!" Un grido si innalzò dal pubblico e fece ridacchiare il ragazzo.
Il volume della musica si alzò e da quel momento tutto iniziò. A ritmo della musica Benjamin, sicuro di se stesso e dell'effetto che aveva sulle persone, iniziò a muoversi su quel palco e fece diventare quel palo il suo migliore amico, rendendo i presenti gelosi di quell'oggetto inanimato che poteva toccare il suo corpo. Quel corpo che stava scoprendo man mano.
Quella discoteca era un regno e Benjamin era il suo re.-"Dai ma perché mi avete portato qui?!" Sbuffò un ragazzo, bello come il sole, stretto nella sua camicia azzurra, perfetta per il clima altalenante di inizio marzo. "E poi che cazzo di nome è dark?!" Continuò, inveendo contro i suoi amici che lo guardavano annoiato, dopo averlo praticamente trascinato a forza con loro fino alla discoteca.
-"Federico nemmeno il tuo di nome è granché." Commentò, ironico, un suo amico dagli occhi verdi e con un giubbotto di pelle nero.
-"Louis, per favore, non parlare del suo nome o ci toccherà sentire per l'ennesima volta la storia del nome Federico." Sospirò Jensen, un ragazzo alto e tutto muscoli dai capelli neri.
-"Siete due stronzi." Ringhiò Federico contro i due suoi amici, mentre gli altri due ridevano di gusto. "E voi che avete da ridere?!" Urlò contro gli altri due.
Uno dei due, dai capelli rasati e gli occhi scuri, di nome Brandon alzò le mani in segno di resa mentre l'altro, Francisco e dall'aspetto simile a quello di Brandon ma con i capelli castani, gli mise una mano sulla spalla.
-"Ora smettete di perdere tempo a litigare ed entriamo." Disse Francisco. "Non voglio perdermi lo spettacolo di Benjamin a causa vostra." Aggiunse. "Magari questa sarà la serata in cui finalmente lo avrò." Concluse, con aria sognante.
Jensen rise e scosse la testa.
-"Continua a sognare Fran, quel ragazzo non sceglierà mai te."
Federico aggrottò la fronte.
-"Chi è questo Benjamin?" Chiese.
Brandon ghignò malizioso e gli prese la mano. Dall'esterno udirono che la musica era cessata, segno che lo spettacolo stava iniziando.
-"Entra e lo scoprirai, biondino." Gli disse. "Ma attento, è un punto di non ritorno."Abbastanza annoiato, e anche infastidito, Federico seguì i suoi amici all'interno della discoteca e si coprì il naso quando la nauseante puzza di alcool, mista a quella del fumo e del sudore, lo colpì. Fecero fatica a farsi spazio tra così tanti corpi sudaticci, che iniziarono a dimenarsi quando quel ragazzo, di cui i suoi amici parlavano, salì sul palco.
Notava i suoi amici, e in particolare Francisco, gridare e gioire ogni volta che un indumento lasciava il corpo del moro e si poggiava sul pavimento lucido. Quando Benjamin, da quanto aveva capito era quello il suo nome, si strusciava contro il palo e riservava occhiate colme di lussuria ai presenti.
Tutti sembravano eccitati a quella vista, ed effettivamente lo erano, mentre Federico si limitava a studiare attentamente ogni sua mossa e ridacchiò quando si rese conto che quel ragazzo era divertito. Divertito dai tanti occhi fissi su di lui, dalle reazioni che provocava nei presenti. Si sentiva a suo agio ad essere nudo davanti a così tanti occhi, a sapere che la gente si toccava e provava piacere per lui.
Davanti agli occhi azzurri di Federico si svolse lo spettacolo di quella sera, terminato soltanto quando il ragazzo rimase in boxer tra lo scontento generale, che desiderava di più.
-"Questa sera solo un fortunato potrà togliere anche questi." Disse e indicò i suoi boxer neri. "E magari potresti essere proprio tu." Concluse e ammiccò al pubblico.
Quello che poco prima era un lamento divenne un vero e proprio grido di gioia, mentre le luci sul palco si spegnevano e quel corpo mezzo nudo svaniva nel buio.
-"Ragazzi ma ci credete?!" Urlò, eccitato, Francisco. "Ve l'avevo detto che questa sarebbe stata la sera!"
Brandon ridacchiò e si sedette accanto a Federico.
-"Allora che cosa ne pensi?"
-"Di che cosa?"
-"Di Benjamin, tonto!"
Federico scrollò le spalle.
-"È carino."
Jensen sgranò gli occhi.
-"Carino? È carino?!" Replicò. "Quel ragazzo è il sesso che cammina!"
-"Si muove bene ma nient'altro." Rispose il biondo. "E mi sembrava vi stesse prendendo per il culo, stava ridendo di voi."
-"Può prendermi per il culo tutte le volte che vuole e dove vuole. Sono tutto suo." Disse Francisco, totalmente perso nei suoi sogni.
-"Buona a sapersi." Commentò una voce, palesemente divertita, che fece sobbalzare i cinque amici.
I cinque si voltarono e sgranarono gli occhi. Davanti a loro, vestito come lo era all'inizio dello suo spettacolo, c'era Benjamin che li stava guardando divertito e stava sorridendo.
-"Ciao dolcezza." Disse Benjamin e salutò Francisco, che sembrava pronto a svenire da un momento all'altro.
A passi svelti raggiunse Federico e gli si piazzò davanti.
-"E ciao anche a te, bellezza." Gli disse e gli sorrise. "Un uccellino mi ha detto che è il tuo compleanno."
Il biondo alzò gli occhi al cielo.
-"Il tuo uccellino si sbaglia."
Benjamin ridacchiò e si leccò il labbro inferiore.
-"Tesoro, il mio uccello non si sbaglia mai." Rispose e ammiccò con fare provocante.
Federico arrossì per l'evidente doppio senso ma preferì non commentare.
Più di una persona si era voltato a guardarli e stava lanciando sguardi pieni d'odio a Federico.
-"Comunque sia." Continuò a parlare Benjamin, interrompendo quel silenzio imbarazzante. "Anche se non è il tuo compleanno puoi avere il tuo regalo."
-"E saresti tu il mio regalo?" Replicò Federico e inarcò un sopracciglio.
-"Sei intelligente, biondino." Rispose il moro e gli scompigliò i capelli.
I suoi quattro amici guardavano la scena come paralizzati, non riuscivano a credere che quel Benjamin stesse parlando proprio con il loro Federico.
Federico gli scacciò via la mano e gli riservò uno sguardo carico di rabbia.
-"Non è il mio compleanno e non voglio regali. Soprattutto da uno sconosciuto." Disse, con tono duro. "Trovatene un altro."
-"Io sono un altro!" Esclamò Francisco e alzò una mano.
Benjamin rise e scrollò le spalle.
-"Va bene, biondino, come preferisci." Rispose e si voltò verso Francisco. "Sarà il tuo amico ad avere il suo regalo." Aggiunse e raggiunse il ragazzo, che pensava di poter morire da un momento all'altro. "Come ti chiami dolcezza?" Gli chiese e gli accarezzò il petto coperto.
-"F- Francisco..." Balbettò il ragazzo e deglutì. Era fottutamente eccitato.
-"Perfetto, Francisco, andiamo pure al piano di sopra. Direi che necessiti di attenzioni." Disse divertito.
Francisco annuì vigorosamente e si voltò verso il biondo.
-"Grazie, Federico, ti devo un favore!"
Benjamin si voltò verso di lui e gli sorrise.
-"Quindi ti chiami Federico." Disse. "Bene, allora a presto Federico."
Federico era il sole. Benjamin era la luna. Avrebbero trovato il loro punto in comune?
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Do you want to dance with me in the dark? || Fenji.
Fanfiction«Tra i tanti colori di Miami non c'era posto per il nero che Benjamin si portava dietro, per quel nero che sapeva ammaliare e sedurre. Nessuno riusciva ad apprezzarlo come meritava. Nessuno tranne un vulcano di colori. Riusciranno a creare il loro p...