Nineteen.

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Dopo una lunga serie di baci e coccole su quel divano, che sembrava gridare la parola amore, Federico cercò la forza di volontà necessario per separarsi dal moro che continuava a cercare le sue labbra e per fargli fare un giro della casa. Per tutta la durata del tour, al biondo piaceva definirlo tale, Benjamin non si staccò nemmeno per un momento dal braccio nudo del più piccolo e continuava a depositargli piccolo baci sulla spalla.
Federico faceva fatica a restare lucido e a concentrarsi sui suoi stessi piedi, per evitare di inciampare in qualche tappeto o in qualsiasi altra cosa, i baci di Benjamin erano per lui una tentazione abbastanza forte e non era certo di sapere bene che cosa stava dicendo. Ne ebbe la conferma quando entrando nel bagno per gli ospiti esclamò che quella fosse la sua stanza da letto.
-"Quindi dormi in bagno?" Lo prese in giro Benjamin e si strinse al suo braccio tatuato. "Beh, in effetti potrebbe avere i suoi lati positivi." Aggiunse e scrollò le spalle. "Anche se non so quanto sia comodo."
Il più piccolo scosse vigorosamente la testa, si colpì la fronte e si diede mentalmente dello stupido.
-"Scusa, mi sono confuso." Borbottò imbarazzato. "Ovviamente questa non è la mia stanza da letto." Aggiunse.
Il moro ridacchiò e gli si mise di fronte, per allacciare le braccia dietro al collo del ragazzo.
-"Immaginavo." Rispose. "Ti va di farmi vedere la tua vera stanza?" Gli chiese e gli morse il lobo dell'orecchio.
Quel gesto fu decisamente troppo per l'auto controllo del più piccolo, che smise del tutto di pensare.
-"Dannazione." Imprecò Federico, spinse il più grande contro il muro piastrellato bianco del bagno e lo baciò.
Nessuno era in grado di resistere a Benjamin. Nemmeno Federico.

Erano quasi le sei e mezzo del pomeriggio quando Benjamin e Federico, appagati dopo quelle ore passate insieme e felici di poter passare del tempo insieme, uscirono dalla casa del minore e il più piccolo si concesse il lusso di baciare Benjamin proprio fuori il cancello di casa sua. Dove tutti avrebbero potuto vederli, anche Francisco.
-"Quindi adesso non ti vergogni più a farti vedere con me?" Gli chiese, felice, Benjamin.
Federico sorrise e annuì leggermente.
-"Non so darti una risposta certa ma so che voglio provarci." Rispose il ragazzo. "Sei un ragazzo fantastico e non ho alcun motivo per vergognarmi di te."
-"Non parlare troppo presto." Replicò il più grande e gli fece l'occhiolino. "Potrei travestirmi da scimmia e seguirti mentre canto qualche canzone imbarazzante."
Il biondo rise e gli diede un bacio a stampo.
-"In quel caso potrei anche cantare con te." Disse. "Adesso andiamo al supermercato o questa sera resteremo a digiuno."
-"E io che speravo di mangiare te." Sospirò Benjamin.
Federico alzò gli occhi al cielo e gli diede una pacca sul sedere.
-"Per quello dovrai aspettare il dopocena. Adesso fila in macchina o ti lascerò qui."

Durante il viaggio verso il supermercato, che distava solo dieci minuti dalla casa del minore ma che con il traffico diventarono trenta, i due ragazzi cantarono a squarciagola e Federico scoprì che per quanto a Benjamin piacesse cantare era davvero negato. Nessuno dei due aveva particolari doti canore ma si divertirono ugualmente a cantare qualsiasi canzone passasse in radio e a cambiare le parole a modo loro quando non conoscevano il testo.   
Quando raggiunsero il supermercato Federico parcheggiò la sua bmw nel primo posto disponibile e dovette sentire le continue lamentele di Benjamin che lo rimproverava di voler fare solo bella figura.
-"Benjamin ma mi spieghi su chi avrei dovuto fare bella figura?" Gli chiese, per quella che pensava fosse la ventesima volta, Federico mentre si dirigevano verso gli ortaggi.
Il moro lo affiancò e sospirò con fare drammatico.
-"Su di me, mi sembra ovvio." Disse e gli diede un bacio sulla guancia. "Che cosa devi comprare?" Gli chiese.
-"Io prendo delle carote, tu puoi prendere le patate? Sono lì." Rispose e gli indicò le patate.
-"Anche se non sono un grande amante della patate, va bene." Replicò il moro, scrollando le spalle, facendo ridere Federico.
Il ragazzo si allontanò dall'altro per prendere ciò che lui gli aveva chiesto, nel farlo però si ritrovò faccia a faccia con un gruppo di ragazzi che sembrava avercela con lui.
-"Ma guarda un po' chi c'è qui." Ghignò uno dei tre ragazzi, quello con i capelli castani.
-"Non pensavo che quelli come te frequentassero posti del genere." Aggiunse un altro con i capelli un po' più lunghi.
Benjamin aggrottò la fronte e prese un sacco di patate.
-"Ci conosciamo?" Chiese ai tre.
-"No, il tuo culo non ha avuto il piacere di conoscerci." Rispose il terzo, con i capelli rossicci. "Per nostra fortuna direi, sai quante malattie hanno quelli come te."
-"No, non lo so, vuoi dirmelo tu?" Replicò il moro scocciato. "Non vorrei mai perdere un consiglio di un luminare della medicina."
Quello dai capelli castani sbuffò e si avvicinò a lui.
-"Hai intenzione di spogliarti anche qui?" Gli chiese, con il solo intento di provocarlo. "Tanto le puttane come te sanno fare solo questo, no? Muovere il culo e sperare che qualcuno li scopi."
-"Da quanto tempo non ti scopano? Un paio d'ore? Immagino ti senta vuoto." Aggiunse quello dai capelli rossi.
-"Ben hai fatto?" Gli chiese Federico e, quando non ricevette risposta, si voltò a cercare il ragazzo. Aggrottò la fronte quando lo vide con tre ragazzi, in un primo momento pensò fossero suoi amici ma subito dopo si ricordò che Benjamin non aveva amici. Sopratutto in quella parte della città. Lasciò cadere le carote nel carrello e raggiunse il moro.
-"Che succede qui?" Chiese Federico.
-"Toh, guarda, hai trovato chi ti scoperà." Disse il ragazzo dai capelli lunghi. "Adesso sei contento, puttana?"
Il biondo spalancò gli occhi mentre il più grande serrò i pugni sul sacco di patate.
-"Perché non prendi anche una zucchina? Potrebbe esserti utile quando ti senti solo, le patate non fanno per te." Sputò il rosso e lanciò un'occhiataccia al biondo.
Federico fece per parlare ma venne interrotto dal moro.
-"Immagino che non facciano nemmeno per te." Disse Benjamin e ghignò. "Per conoscermi vuol dire che siete stati alla discoteca dark, da sempre famosa discoteca gay, e avete anche visto un mio spettacolo. Immagino vi siate anche fatti una bella sega mentre mi guardavate ma sapete cosa? Potete fare soltanto questo, tenetela voi la zucchina, potrebbe servirvi per la prossima volta che tornerete."

Benjamin si allontanò dai tre ragazzi, uscì da quel supermercato con la testa bassa e i pugni serrati. Federico si limitò a mandare al diavolo i tre ragazzi, rimasti senza parole, lasciò il carrello nel bel mezzo del supermercato e corse dietro il maggiore.
-"Ben, Ben aspettami!" Urlò Federico mentre lo seguiva nel parcheggio.
Il moro sospirò e si voltò verso di lui.
-"Torna pure a fare la spesa, io ti aspetto in macchina."
-"No, non vado da nessuna parte senza di te. Ordineremo qualcosa per cena." Rispose il più piccolo e gli accarezzò una guancia. "Stai bene?" Gli chiese preoccupato.
Benjamin abbozzò un sorriso e annuì.
-"Possiamo tornare a casa, per favore?"

Il viaggio di ritorno verso casa fu particolarmente silenzioso, lungo la strada Federico si fermò a comprare dei panini in un pub per la cena di quella sera, il moro non aveva voluto lasciare l'autovettura e il più piccolo non faceva altro che lanciargli occhiate preoccupate. Quando tornarono a casa i due giovani cenarono nonostante fossero appena le otto, Benjamin sembrava avere la mente altrove e non faceva nulla per nasconderlo.
Federico era dispiaciuto per quanto accaduto, si sentiva colpevole e avrebbe voluto rimediare in qualche modo. Benjamin non meritava di essere trattato in quel modo.
Erano le nove meno un quarto quando, appena finito di cenare, Benjamin si decise ad aprire bocca.
-"Ti dispiace se faccio una doccia?" Gli chiese, con voce esitante e lo sguardo fisso sui suoi piedi nudi.
Federico, che aveva appena finito di lavare i piatti, si voltò verso di lui e gli sorrise.
-"Vai pure." Rispose. "Ricordi dov'è il bagno?"
Il moro annuì e si voltò per uscire dalla stanza ma Federico lo raggiunse, lo abbracciò da dietro e lo portò con sé verso il tavolo, lo prese di peso e lo fece accomodare su questo sistemandosi tra le sue gambe.
-"Piccolino..." Sussurrò Federico e gli accarezzò il viso.
Il moro abbassò lo sguardo e iniziò a mordicchiarsi il labbro.
-"Non pensare a quei tre ragazzi, ti prego..." Gli disse. "Sono solo degli stupidi che si credono superiori ma non è così. Tu vali tantissimo e se solo loro lo sapessero si vergognerebbero fino all'ultimo dei loro giorni." Aggiunse. "Parlano senza sapere, magari solo per sentito dire. Tu non dargli importanza, per favore..."
Il moro sospirò e alzò il viso per guardarlo.
-"È brutto sentirsi dire sempre le solite cose..." Sussurrò. "Sono abituato, sì, ma oggi ero così tanto felice e loro sono riusciti a rovinarmi la giornata."
Il più piccolo gli prese il viso tra le mani e gli sorrise.
-"La giornata non è ancora finita." Rispose. "Puoi ancora essere di nuovo felice, ti va?"
Benjamin annuì e si avvicinò a lui.
-"Posso dormire con te?" Gli chiese e, per la prima volta, non aveva secondi fini. Voleva soltanto dormire con Federico.
-"Devi dormire con me." Rispose il biondo. "La doccia potrai farla domani, per una notte potrò sopportare la tua puzza." Lo prese in giro Federico, facendolo ridere. "Sei bellissimo quando sorridi."

Benjamin aveva insistito affinché Federico lo prendesse di peso e lo portasse in camera da letto, una volta giunti nella stanza il più piccolo si offrì di prestargli un pigiama ma il maggiore preferì dormire in boxer com'era solito fare.
"Sarà dura resistergli." Pensò Federico e sospirò, mentre osservava l'altro spogliarsi, lui invece aveva già indossato il pigiama.
Sarebbe stata dura resistergli ma sapeva di doverlo fare, in quel momento Benjamin aveva bisogno soltanto di qualcuno che lo abbracciasse. Se avesse approfittato di quel momento per far sesso con lui non sarebbe stato migliore di quei ragazzi, anzi sarebbe stato peggiore.
-"Vieni?" Gli chiese il moro e si sedette sul bordo del letto.
Federico annuì e andò a sdraiarsi sul letto, spalancando le braccia per accogliere il moro.
-"Eccomi."
Benjamin, abbastanza intimidito, si sistemò sotto le lenzuola bianche e appoggiò la testa sul petto di Federico coperto da una canotta grigia.
-"Ti dispiace se dormo così?" Gli chiese a bassa voce.
Il biondo gli baciò la testa.
-"Va benissimo."
-"Buonanotte Fè."
-"Buonanotte piccolo mio."

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Ehi 🎈
Otto mila visualizzazioni? Che cosa posso dirvi? Ormai ringraziarvi mi sembra davvero poco, è da più di due anni che continuate a leggere le mie storie e a sostenermi. Grazie, grazie e ancora grazie, vi adoro♥️
Benjamin e Federico sono sempre più vicini l'uno all'altro, il biondo ha anche iniziato a mostrare un po' di gelosia. Stanno iniziando a provare qualcosa l'uno per l'altro? Che cosa succederà tra di loro? E Francisco si intrometterà o sarà qualcun altro a farlo?
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Baci, Michi💕

Do you want to dance with me in the dark? || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora