Seventy nine.

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-"P- pronto?" Balbettò il ragazzo.
-"Federico è successo un disastro!" Esclamò l'uomo dall'altro capo del telefono. "La discoteca è esplosa e Benjamin è ancora all'interno!"
Federico, se qualcuno glielo avesse chiesto, non avrebbe saputo dire come si sentiva in quel momento. Non era nemmeno certo di aver capito totalmente le parole di Sheldon, le aveva sentite ma in quel momento non riusciva a capirne il significato.
Continuava a battere le ciglia, l'espressione totalmente assente e centinaia di pensieri privi di senso gli affollavano la mente. Che cosa stava dicendo Sheldon? Il suo Benjamin era stato coinvolto un'esplosione?
Davvero non sapeva se il suo fidanzato fosse ancora vivo oppure no?
Gli sembrava tutto talmente surreale da non dare importanza alla questione. Non poteva aver perso Benjamin senza neppure salutarlo per l'ultima volta.
-"Federico ci sei?!" Esclamò Sheldon con il fiato spezzato, probabilmente stava correndo nel tentativo di limitare i danni.
-"Sì." Annuì Federico, sotto lo sguardo confuso di Louis che non capiva che cosa stesse succedendo. "Ci sono."
-"Hai capito quello che ti ho detto?!"
-"No, in realtà no." Ammise, con molta tranquillità il più piccolo.
Il ragazzo sentì l'uomo sospirare profondamente e il suo respiro regolarizzarsi.
-"Federico la discoteca è esplosa." Disse Sheldon, cercando di essere il più chiaro e coinciso possibile. Federico sembrava essere in uno stato di shock e non riusciva a capire che cosa stava succedendo. La voce dell'uomo venne per un momento coperta da rumorose sirene, probabilmente dei vigili del fuoco. "Ti aspetto in ospedale, per favore sbrigati!" Esclamò Sheldon e riprese a correre. "Benjamin potrebbe essere morto!" Concluse l'uomo, per poi porre fine alla telefonata.
Benjamin potrebbe essere morto.
Quelle ultime parole bastarono per far rendere conto a Federico la gravità di quella situazione. Il telefono gli cadde tra le mani, lo schermo si ruppe a contatto con il pavimento bianco ma non se ne preoccupò. Le gambe cedettero e il giovane si ritrovò in ginocchio sui cocci di vetro di quello che era il suo cellulare, il volto era sbiancato e prima che potesse rendersene conto una lacrima gli rigò il viso.
Quella mattina aveva sprecato la sua ultima possibilità di vedere Benjamin sorridere, soltanto per non litigare ancora lui. Non lo aveva baciato, non lo aveva abbracciato.
Lo aveva semplicemente lasciato andare.
-"Federico!" Esclamò Louis allarmato e si precipitò da lui, lanciando per terra il suo zaino. "Federico che succede?!" Gli chiese e lo aiutò a rialzarsi, nonostante il più piccolo sembrasse totalmente privo di forze, era come una bambola che aspettava che qualcuno lo muovesse. "Federico!"
-"B- Benjamin..." Balbettò il più piccolo, con la gola improvvisamente secca.
-"Benjamin cosa?" Lo incitò a continuare l'amico, preoccupato per quello che era successo nonostante non sapesse cosa, effettivamente, fosse successo.
-"È morto."

Louis aveva guidato come un pazzo tra le strade di Miami che iniziavano a tingersi dei caldi colori del tramonto, ignorando qualsiasi regola stradale. Federico, tra le lacrime e la paura di aver perso il suo fidanzato, aveva raccontato al suo amico quanto Sheldon gli aveva detto e lo aveva supplicato di accompagnarlo all'ospedale.
I due amici raggiunsero l'ospedale in poco più di dieci minuti, al loro arrivo trovarono un via vai di ambulanze e il più piccolo temeva che una di loro potesse condurre Benjamin direttamente all'obitorio. Federico non era pronto a dirgli addio, a non averlo più nella sua vita. Non era pronto a non litigare più con lui per il bagno in disordine dopo la doccia, non era pronto a non passare più le sue serate abbracciati sul divano.
Non era pronto a non essere più amato da Benjamin e sentirglielo dire.
-"Siamo arrivati." Disse Louis, preoccupato per le sorti di Benjamin che in poche settimane era diventato uno dei suoi più cari amici, e scese dalla macchina seguito dal biondo.
Federico corse all'interno dell'ospedale e con occhi spalancati si guardò intorno, sperando di vedere Benjamin ferito ma vivo. Se solo avesse potuto avrebbe rinunciato a tutto quello che aveva, soltanto per vedere Benjamin seduto su una di quelle seggiole di plastica blu malandate con una borsa del ghiaccio premuta sulla fronte.
Di Benjamin però non c'era alcuna traccia.
-"Chiediamo all'infermi-" Stava dicendo Louis ma venne bloccato da un voce.
-"Federico!"
Il biondo non ebbe bisogno di voltarsi per sapere che quella non era la voce del suo Benjamin.
Benjamin probabilmente non avrebbe mai più pronunciato il suo nome.
Il ragazzo, con le lacrime agli occhi, si voltò e vide Sheldon sporco di fumo corrergli incontro.
-"Che c- cosa è s- successo?" Singhiozzò il più piccolo e si strofinò gli occhi. "Raccontami tutto ti p- prego."
Sheldon annuì.
-"Ero andato al locale per prendere le ultime cose che avevo lasciato lì, quando sono usciti ho incontrato Benjamin che era andato per parlare con Thomas." Iniziò a raccontare l'uomo, visibilmente provato. "Abbiamo parlato un po' e gli ho detto che lo avrei aspettato, per poi accompagnarlo a casa. Lui è entrato e pochissimi minuti dopo è scoppiato tutto, la discoteca era in fiamme e di Benjamin non c'era traccia." Raccontò. "Non so che cosa sia successo, so solo che era tutto bruciato, non c'è stato modo di entrare. Volevo tirare fuori Benjamin ma non ci sono riusciti."
Un rumoroso singhiozzo lasciò le labbra del più piccolo, Louis dovette circondargli le spalla con un braccio per evitare che cadesse sul pavimento sudicio dell'ospedale.
-"A- adesso dov'è?" Chiese, balbettando, Louis dando voce ai pensieri del suo amico che era scoppiato a piangere.
Sheldon guardò preoccupato il biondo, che si stringeva tra le braccia del suo amico spaventato all'idea di aver perso Benjamin.
-"Adesso è in sala operatoria." Disse. "L'ho intravisto mentre lo portavano in ambulanza, era coperto di sangue e ustioni. Sembrava non reagire a nulla, come se fosse..." L'uomo si zittì, non voleva pronunciare quella parola. Aveva per anni difeso Benjamin, lo aveva conosciuto meglio di chiunque altro, aveva passato intere serate a giocare a carte con lui e avevano ballato insieme al suo matrimonio. Anche suo figlio, di soli due anni, adorava Benjamin e non poteva accettare di non averlo difeso quando davvero aveva bisogno di lui. Benjamin era diventato suo amico, parte della sua famiglia, e non si sarebbe mai perdonato quanto accaduto.
-"Morto..." Sussurrò il più piccolo, con gli occhi rossi per il pianto, completando la frase della guardia. "H- hai parlato con i d- dottori?" Chiese.
Sheldon scosse la testa.
-"Non ne ho ancora avuto il tempo." Rispose. "Hanno voluto controllare che io stessi bene." Spiegò.
Federico annuì e, lentamente, andò a sedersi su una delle squallide seggiole dove sperava di trovarci Benjamin.
-"Fè guarda!" Esclamò Louis e indicò un dottore, con un camice bianco sporco di sangue, con l'aria affranta appena uscito da una stanza con i vetri oscurati.
-"Dottore!" Esclamò Federico e balzò in piedi, attirando l'attenzione dell'uomo dai capelli bianchi.
-"Salve, ragazzi, posso aiutarvi?" Chiese l'uomo e si tolse i guanti di lattice.
-"Siamo qui per Benjamin Mascolo, l'esplosione della discoteca, è in sala operatoria." Spiegò velocemente Sheldon.
-"Speravo di trovare un suo parente." Sospirò l'uomo, con aria preoccupata. "Sapete dove sono i suoi genitori?"
-"Benjamin non ha i genitori, o meglio sì ma è una situazione complicata. Non verranno." Spiegò frettolosamente Federico. "Io sono il suo fidanzato, sono tutto ciò che ha qui a Miami, può dire a me."
Il dottore annuì e allungò una mano sulla spalla del biondo.
-"Devi essere forte, giovanotto." Disse. "Il tuo fidanzato potrebbe non farcela. Sta davvero male, le ustioni ricoprono quasi tutto il corpo e ha perso molto sangue." Spiegò. "Non so se riusciremo a salvarlo."

Do you want to dance with me in the dark? || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora