La breve chiacchierata, quasi a senso unico, con Louis aveva permesso al più grande di capire che forse stava sbagliando comportandosi in quel modo. Si era reso conto di aver allontanato l'altro, di aver ridotto al minimo il contatto fisico tra di loro e che le loro conversazioni erano brevi e prive di contenuti, spesso lui restava in silenzio e rendeva nullo quasi tutti i tentativi del minore di farlo sorridere. Notava quando l'altro restava deluso dalla sua ennesima risposta fredda e prive di interesse, non pensava però che si sentisse in qualche modo escluso.
In quei giorni, seppur pochi, Federico si era mostrato comprensivo con lui e cercava di non forzarlo a fare qualcosa che non sentisse davvero di voler fare, non aveva mai davvero visto quella situazione dal punto di vista del più piccolo.
Il più grande rimase per qualche momento in silenzio a pensare a quanto successo, e se con il suo comportamento stesse facendo sentire in colpa Federico? Se il biondo pensasse che il suo comportamento fosse dovuto a quello schiaffo?
Benjamin continuava a pensarci, non poteva negarlo, ma lo aveva ormai superato e il suo comportamento era dovuto soltanto a quanto successo con Thomas, a come si era sentito mentre l'uomo lo toccava e aveva deciso di non volersi più sentire in quel modo anche se avesse dovuto allontanare chiunque. Non voleva più sentirsi l'oggetto di qualcuno, era una persona e voleva essere rispettato in quanto tale. Aveva solo bisogno di un po' di tempo per cercare di dimenticare l'accaduto, anche se forse stava sbagliando il modo di agire.
-"Secondo te Federico si sente escluso?" Gli chiese Benjamin e inclinò la testa da un lato, le ginocchia ancora strette al petto ed evitava qualsiasi contatto fisico con Louis e chiunque non fosse Federico.
Louis annuì e sorrise, nel tentativo di smorzare la tensione che avvertiva da parte del moro, non voleva spaventarlo, voleva soltanto dirgli quello che pensava.
-"Penso proprio di sì." Rispose. "So che per te è difficile, ma cerca di renderlo partecipe. Sono sicuro che Federico sarebbe felice di starti accanto e ascoltare quello che pensi. Non tagliarlo fuori, si sente in colpa per quanto è successo e un gesto da parte tua potrebbe aiutarlo molto." Spiegò. "Parla con lui, sarà d'aiuto ad entrambi." Concluse.
Il più grande annuì e abbozzò un sorriso.
-"Grazie Louis." Disse, con la voce a stento udibile. "Cercherò di farlo."
L'amico sorrise e si alzò dall'asciugamano, lasciando qualche granello di sabbia su questa.
-"Adesso ti lascio, Federico sta tornando." Rispose. "E se hai bisogno di parlare, sai dove trovarmi."Benjamin quel giorno cercò di divertirsi con gli altri, non era di buonumore come gli altri ma il solo vedere Federico tanto rilassato e sorridere lo rese più sereno. I due ragazzi di quella mattina non lo infastidirono oltre e il più piccolo mantenne la sua promessa, non lo lasciò solo nemmeno un momento, rinunciando ad andare a fare una passeggiata per restare con lui nonostante Benjamin gli avesse detto di andare tranquillo, che lui si sarebbe fatto una dormita sotto l'ombrellone.
Tutto sommato quella giornata al mare aiutò Benjamin a rilassarsi e a capire che stava sbagliando, non era rinchiudendosi in casa che avrebbe risolto tutto. Se avesse continuato così avrebbe lasciato che tutti i suoi demoni continuassero a divorarlo.
Quella notte riuscì a dormire abbracciato al minore, dopo averlo ascoltato parlare dell'Università e del suo imminente esame per cui temeva di non essere pronto, senza sentirsi in colpa. Sapeva che quello era il suo posto.-"Benjamin non sei costretto a farlo se non vuoi." Gli disse Federico mentre stringeva una tazza di cioccolata calda, nonostante all'esterno ci fossero quasi trenta gradi e girasse mezzo nudo per casa.
I due ragazzi erano svegli già da un po', un incidente fuori casa loro li aveva fatti svegliare di buonora e non erano riusciti ad addormentarsi ancora. Benjamin, dopo una breve chiacchierata con il minore durante la quale avevano parlato di cose abbastanza banali, aveva deciso di riaccendere il suo cellulare e di riprendere il controllo della sua vita.
-"Voglio farlo." Rispose il moro, sicuro di se stesso, e prese il suo iPhone dalla borsa da viaggio in cui lo aveva nascosto giorni prima.
-"E se dovessi trovare qualche telefonata da parte di Thomas?" Gli chiese il più piccolo, pronunciando quel nome con una certa attenzione, e bevve un generoso sorso di cioccolata.
-"Allora lo richiamerò e lo affronterò." Replicò Benjamin e si rigirò il telefono tra le mani. Prese un respiro profondo e premette il tasto d'accensione del telefono. Ben presto la familiare mela comparve sullo schermo e poco dopo vide il suo sfondo che, ben presto, venne coperto dalle notifiche molte delle quali erano di Thomas.
-"Tranquillo, amore." Gli sussurrò il biondo, che intanto lo aveva raggiunto sul letto, e gli diede un bacio dietro al collo sul suo piercing. "Sono qui con te."
Il telefono tra le mani del più grande iniziò a vibrare e il ragazzo sobbalzò quando lesse il nome di Thomas sullo schermo. Con mano tremante trascinò l'icona del messaggio e sbloccò il cellulare per leggerlo.
«Ti aspetto questa sera in discoteca, vedi di esserci o ti giuro che te ne pentirai fino all'ultimo giorno della tua vita. Sì, è una minaccia e questa volta nemmeno il tuo fidanzato potrà salvarti.
Ci vediamo alle otto e mezzo.»
Benjamin trattenne il respiro per tutto il tempo mentre leggeva il messaggio, attento a capirne ogni singola parola. Stava studiando quel messaggio, come se da quello dipendesse la sua vita.
-"Non sei costretto a farlo." Gli disse Federico, mantenendo un tono gentile nonostante volesse urlare e insultare all'infinito Thomas. "Puoi licenziarti, non permetterò che ti faccia ancora del male."
Il moro scosse la testa e bloccò il cellulare.
-"Voglio farlo." Rispose, con voce tremante. "Voglio andare in discoteca." Aggiunse. "Non gli darò la soddisfazione di vedermi sconfitto, di pensare di avermi distrutto. Io sono più forte di lui e questa sera glielo dimostrerò."Federico non si separò dal suo fidanzato nemmeno per un momento quel giorno, cercò di distrarlo da quanto lo aspettava quella sera e di farlo sorridere. Per buona parte del tempo ci riuscì anche, fino a quando l'altro non iniziò a prepararsi per la serata e sentì l'ansia prendere il sopravvento su di lui.
-"Ti amo." Gli disse Federico mentre, mano nella mano, camminavano nel parcheggio della discoteca.
Il moro ridacchiò e gli accarezzò il dorso della mano con il pollice.
-"Me l'hai detto già almeno venti volte, soltanto da quando siamo usciti di casa. Da questa mattina ho perso il conto." Rise il ragazzo, più rilassato di quanto pensasse. "Come mai tanta dolcezza."
-"Perché ti amo e voglio che tu lo sappia." Rispose deciso il ragazzo. Lo amava, era vero, ma sapeva che così tanta dolcezza era dovuta anche alla situazione che stavano vivendo e per la paura che Benjamin potesse sentirsi un oggetto. Voleva che sapesse quanto lo amasse per permettergli di vivere al meglio quella serata.
-"Non preoccuparti, piccolo. Io sto bene." Disse, come se lo avesse letto nel pensiero. "Sono qui perché lo voglio e averti al mio fianco mi aiuta molto." Aggiunse. "Adesso entriamo."Non appena i due misero piede nel locale, sfruttando l'accesso secondario, Benjamin venne avvicinato da quasi tutti i dipendenti che gli fecero sapere quanto gli fosse mancato ma per sua fortuna nessuno osò toccarlo, forse anche per via del minore che non smetteva di abbracciarlo.
-"Allora mi aspetti qui?" Gli chiese il moro mentre entrava nel camerino.
-"Sì e mi assicurerò che nessuno entri mentre sei all'interno." Rispose Federico. "Adesso sbrigati, così dopo posso abbracciarti ancora un po'."
Il più grande ridacchiò e chiuse la porta, per prepararsi il prima possibile e tornare tra le braccia del suo fidanzato.
-"Ma che bravo fidanzatino che sei."
Federico non si sorprese di sentire quella voce, aveva già visto la sagoma di Thomas avvicinarsi e attendere che Benjamin entrasse nel camerino.
-"E io che speravo non ci fossi." Sbuffò Federico e, a braccia conserte, si voltò verso l'uomo. "Vattene Thomas, stai lontano da Benjamin."
-"Mh, nah, credo che non mi allontanerò dal tuo fidanzato anzi gli starò molto vicino. Se capisci quello che intendo." Rispose l'uomo e ammiccò al biondo.
-"Capisco che mi fai schifo." Ringhiò il più piccolo e strinse i pugni.
-"Potrei dire lo stesso di te." Replicò Thomas e scrollò le spalle. "Sei stato molto cattivo ad interromperci l'altro giorno, dovevi sentire come urlava il tuo fidanzato e quello era solo l'inizio." Aggiunse. "Ma tranquillo, continueremo e Benjamin non lo dimenticherà mai più."
A quelle parole Federico perse la ragione, prima che se ne rendesse conto il suo pugno incontrò il naso di Thomas e sentì un crack provenire da questo, mentre l'uomo sanguinante cadeva sul pavimento sotto lo sguardo sconcertato del personale.
-"Stagli lontano o ti giuro che non rivedrai mai più la luce del sole."
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Do you want to dance with me in the dark? || Fenji.
Hayran Kurgu«Tra i tanti colori di Miami non c'era posto per il nero che Benjamin si portava dietro, per quel nero che sapeva ammaliare e sedurre. Nessuno riusciva ad apprezzarlo come meritava. Nessuno tranne un vulcano di colori. Riusciranno a creare il loro p...