Seventy six.

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-"Volevo solo ricordare al tuo fidanzatino che mi appartiene." Rispose Thomas. "E che lo aspetto questa sera in discoteca. Lui è ancora tra le mani, posso ancora decidere della sua vita. Accettalo, Federico, è la cosa migliore per tutti."
Se solo lo avesse avuto davanti, Federico, lo avrebbe colpito fino a rompersi entrambe le mani, fino a vederlo in una pozza di sangue privo di vita davanti a lui. Se solo lo avesse avuto davanti avrebbe fatto sì che Thomas si pentisse di ogni singola parola, lo avrebbe fatto pentire anche di aver conosciuto Benjamin e di aver creduto di poter fare quello che voleva con lui.
Benjamin non apparteneva a Thomas. Benjamin non apparteneva a nessuno, era libero di essere chiunque volesse e fare qualsiasi cosa volesse. Benjamin era una persona splendida, piena di qualità e ricco di emozioni, non poteva essere semplicemente considerato un bel corpo. Thomas si sarebbe pentito di ogni cosa fatta al più grande.
-"Prima che il tuo ragazzo mi ricopra di insulti, ricordagli che sono ancora il tuo datore di lavoro." Disse Thomas dall'altro capo del telefono. "Ti aspetto questa sera, non fare tardi, ho in mente tante belle cose da fare." Aggiunse, per poi mettere fine alla telefonata prima ancora che uno dei due ragazzi potesse replicare.
Quando sullo schermo comparve nuovamente lo sfondo di Benjamin, una foto sua e di Federico scattata a New York soltanto il giorno prima dove si guardavano felici, il ragazzo sentì gli occhi pungere e la vista divenne più offuscata. Il cellulare, ancora sbloccato, gli cadde dalle mani e non si preoccupò nemmeno che potesse essersi rotto.
-"No..." Sussurrò Benjamin, mentre iniziava a tremare come una foglia nonostante fosse giugno, e scosse la testa senza un motivo preciso. "Io non sono suo..." Continuò, mentre tentava di non scoppiare a piangere.
Federico mise da parte la sua rabbia e avvolse con le braccia il corpo tremante del suo fidanzato, lo strinse a lui e gli baciò la fronte stando ben attento però a non infastidirlo.
-"Non sei suo, infatti." Rispose e gli accarezzò la schiena, nel tentativo di rassicurarlo. "Tu sei libero, Benjamin. Non appartieni a nessuno.
Non dare credito alle parole di Thomas, è solo un povero matto con manie di grandezza. Tu non gli appartieni, lui non può farti nulla." Concluse e lo strinse un po' più forte a lui, nel tentativo di calmarlo.
-"Che c- cosa farò questa s- sera?" Balbettò il moro e allacciò le braccia intorno alla vita del fidanzato. L'ultima cosa che voleva era incontrare Thomas, in quei giorni aveva abilmente evitato di incrociarlo, ma sapeva benissimo che non avrebbe potuto evitarlo per sempre. Prima o poi avrebbe dovuto affrontare le sue paure.
-"Non lo so amore, non lo so." Sospirò il più piccolo e gli accarezzò i capelli. "So però che non dovrai farti mettere i piedi in testa da lui. Tu sei forte e devi dimostrarglielo." Continuò. "Sei forte, Benjamin, non dimenticarlo mai."

Per tutto il giorno Benjamin rimase seduto sul divano con le ginocchia strette al petto e lo sguardo basso, si era anche rifiutato di mangiare, sembrava essere tornato indietro nel tempo fino a quella fatidica sera. Federico stava mentalmente insultando Thomas da ore, per colpa sua il moro si era nuovamente rinchiuso nel suo mondo e lui non sapeva che cosa fare per aiutarlo.
Il più grande non aveva lasciato che l'altro gli si avvicinasse, gli aveva detto un paio di volte di dover pensare a che cosa fare e di volerlo fare da solo, per poi rinchiudersi nel suo silenzio ancora una volta.
La sera arrivò lentamente, il biondo non si era dato pace per tutto il giorno e, se possibile, era più agitato di quanto lo fosse Benjamin per quell'incontro. Quella sera non avrebbe potuto salvare Benjamin da Thomas.
-"Siamo arrivati." Disse Federico quando parcheggiò l'auto nel parcheggio della discoteca, piena come al solito.
-"Aspettami nella sala, ci vediamo dopo." Rispose il moro e aprì la portiera.
Il più piccolo inarcò un sopracciglio.
-"Non vuoi che venga in camerino con te?" Gli chiese, abbastanza confuso, pensava che Benjamin volesse averlo al suo fianco quella sera.
Benjamin abbozzò un sorriso e scosse la testa.
-"Devo fare una cosa e devo farlo da solo, ti prometto però che se dovessi averne bisogno ti chiamerò." Rispose. "A dopo."

Benjamin corse via dal minore prima che questo potesse convincerlo a farsi accompagnare, aveva pensato per tutto il giorno a che cosa fosse più giusto fare quella sera e aveva deciso. Doveva affrontare Thomas e doveva farlo da solo.
Quando entrò dall'ingresso secondario venne salutato, come al solito, da tutti i suoi colleghi e in particolare con Sheldon che gli aveva comunicato che quella sarebbe stata la sua ultima sera al locale, aveva trovato lavoro come guardia in una ditta importante e aveva accettato al volo. Benjamin era felice per lui e sospettava ci fosse lo zampino del suo fidanzato, gli aveva più volte detto che Sheldon non era adatto a quel posto e che meritava di meglio.
Quando entrò nel suo camerino si ritrovò davanti Thomas, come immaginava, e faticò a trattenere i conati di vomito a quella vista. Lui detestava Thomas e quella sera glielo avrebbe fatto capire.
-"Sei solo?" Gli chiese Thomas, mentre se ne stava seduto sulla sua scrivania.
Il moro annuì e chiuse la porta alle sue spalle, per evitare che qualcuno sentisse la loro conversazione.
-"Sono solo." Rispose e si tolse il gilet di jeans che indossava.
L'uomo ghignò malizioso e scese dalla scrivania per avvicinarsi al moro.
-"Non avvicinarti, non toccarmi." Disse Benjamin, con tono serio e cercando di non mostrarsi titubante. Non poteva permettersi di crollare davanti a Thomas e per di più senza Federico al suo fianco.
-"Sei nervoso, pasticcino?" Rise l'uomo e si fermò davanti a lui, con le braccia incrociate al petto.
-"Mi fai schifo, Thomas." Disse Benjamin. "All'inizio pensavo tu volessi aiutarmi, ti vedevo come una sorta di eroe e ti ho dato tutto quello che potevo darti. Ti sei dimostrato però la persone peggiore che io abbia mai conosciuto, mi hai sempre trattato come un oggetto ma io ero troppo spaventato dal mondo per rendermene conto. Ho conosciuto Federico però e lui mi ha fatto, finalmente, sentire una persona degna di essere amata.
Non voglio raccontarti la storia della mia vita, la conosci già. Voglio soltanto dirti che devi sparire dalla mia vita, io non ti appartengo e non lo farò mai.
Mi fai schifo Thomas, esci da questo camerino e non rientrare mai più o giuro che finirai i tuoi giorni in un carcere con accuse di violenza."

Thomas era uscito dal camerino senza proferire parola, la sicurezza di Benjamin lo aveva disarmato e per la prima volta sapeva che non stava scherzando. Se non avesse fatto come gli aveva detto sarebbe finito in carcere per il resto della vita. Benjamin non era più il bambino spaventato e indifeso che aveva conosciuto, era diventato un uomo e lui non aveva più alcun diritto su di lui.
Benjamin era libero.
Quando l'uomo andò via il moro tirò un sospiro di sollievo, più forte che mai si preparò allo spettacolo di quella sera dove finalmente avrebbe detto a tutti che era libero. Che era rinato.

Federico si smuoveva a disagio sul divanetto in pelle rosso, probabilmente nuovo dato che non aveva alcun segno di usura, e attendeva con ansia il momento in cui il moro sarebbe comparso sul palco. Era certo che dietro le quinte ci fosse Thomas e che stesse infastidendo il suo fidanzato. Aveva inviato decine e decine di messaggi al moro eppure questo non aveva risposto a nessuno dei suoi messaggi.
Che cosa era successo a Benjamin?
Quando le luci nella sala si spensero Federico sospirò di sollievo, vide la tenda scontrarsi e la familiare sagoma del suo fidanzato lentamente entrò sul palco. Quando lo vide il più piccolo non poté non notare che questo era molto più rilassato di quanto si aspettasse, dispensava sorrisi radiosi e salutava tutti i presenti che lo acclamavano con gioia.
Quella sera però successe qualcosa che nessuno si aspettava. Benjamin si avvicinò al microfono e fece segno al dj di abbassare la musica.
-"Ho una cosa da dirvi." Disse Benjamin, sovrastando le voci confuse dei presenti che si chiedevano che cosa stesse succedendo. "Vi prometto che impiegherò poco tempo, è una cosa importante e voglio che tutti voi la sappiate." Aggiunse e sorrise ai presenti, mettendo a tacere il chiacchiericcio fitto dei clienti della discoteca. "Come ben sapete lavoro qui da anni ormai, ho iniziato come semplice barista e pian piano sono arrivato dove sono qui.
Ho conosciuto molti di voi e molti di voi hanno conosciuto me. Mi sono divertito a lavorare qui, ma ci sono anche state delle sere durante le quali mi vergognavo di me stesso e di quello che facevo. Pensavo di essere una delusione per chiunque.
Una sera però, proprio qui, ho conosciuto una persona che mi ha fatto capire quanto valgo e di non essere una delusione."
Federico sobbalzò a sentire quelle parole, davvero Benjamin stava parlando di lui davanti a tutti?
-"All'inizio anche lui era abbastanza diffidente, pensava fossi uno stupido senza emozioni, mi ha dato però la possibilità di farmi conoscere e di farsi conoscere. Giorno dopo giorno abbiamo costruito qualcosa, qualcosa di solido che ancora oggi mi fa battere il cuore e spero possa farlo ancora per molti anni.
Non voglio fare giri di parole, vi avevo promesso che non mi sarei dilungato troppo. In questa discoteca ho trovato la persona più importante della mia vita, ho trovato un fidanzato e forse definirlo tale è riduttivo. Lui è tutto per me, è la persona migliore che questa mondo possa vantare e questa sera voglio presentarlo a tutti voi." Disse Benjamin, mentre guardava tutti i presenti. "Questa sarà la mia ultima sera qui, è giunto per me il momento di cambiare vita. Vi ringrazio per tutto quello che avete fatto per me in questi anni.
Questa sarà l'ultima volta che mi vedrete su questo palco e voglio condividere questa serata con una persona." Aggiunse e in quel buio cercò gli occhi azzurri del suo fidanzato. Nonostante non riuscisse a vederli realmente il suo cuore sapeva benissimo dove fossero. Il suo cuore sapeva sempre dove fosse Federico. "Federico vuoi ballare con me?"

Do you want to dance with me in the dark? || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora