Seventy one.

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Thomas, sanguinante e a dir poco sorpreso dal gesto del più piccolo, cadde sul pavimento della discoteca provocando un forte rumore che risuonò nella stanza piena di gente. L'uomo si teneva il naso, molto probabilmente rotto, tra le mani mentre macchie di sangue ricadevano sulla camicia bianca a mezze maniche che indossava.
Più di un cameriere, quasi tutti quelli che non erano occupati a portare qualche bevanda o pietanza in sala, si era fermato ad osservare la scena ed erano incerti sul da farsi. Dovevano intervenire? Dovevano aiutare Thomas o difendere Federico? A che cosa era dovuta quella rissa?
Un gemito di dolore, abbastanza acuto, risuonò nella stanza e Thomas riservò un'occhiataccia al ragazzo mentre restava sul pavimento con il sangue che gli sporcava le mani.
-"Te ne pentirai, ragazzino." Ringhiò l'uomo. "Ti giuro che te ne pentirai." Sputò, con tono minaccioso, e a fatica iniziò ad alzarsi dal pavimento.
Quando Thomas fu in piedi, il biondo gli si mise davanti e lo guardò direttamente negli occhi, ignorando la poca differenza d'altezza tra di loro.
-"E come vorresti farmene pentire?" Replicò il biondo, con tono derisorio. Non aveva alcuna intenzione di farsi intimorire da Thomas, dopo quanto aveva fatto voleva fargliela pagare cara e non si sarebbe arreso fino a quando non avrebbe lasciato in pace Benjamin. "Vuoi forse denunciarmi?" Aggiunse. "Perché in quel caso anch'io avrei qualcosa di molto divertente da dire al giudice. Sai, i miei genitori sarebbero ben felici di pagare una schiera di avvocati tanto grande da farti chiedere se esiste una fine, che ti sbatteranno direttamente in carcere fino all'ultimo dei tuoi giorni." Continuò il ragazzo e serrò i pugni, se Thomas voleva giocare lui non si sarebbe tirato indietro. "Allora, Thomas, che cosa vuoi fare? Andiamo in caserma?"
Thomas, improvvisamente sbiancato e con il sangue a colorargli il viso, boccheggiò più volte mentre studiava attentamente il volto del ragazzo che aveva davanti. Thomas di sicuro aveva sottovalutato Federico e il sentimento che provava per il moro, questo non aveva alcuna intenzione di lasciargliela passare liscia, non poteva nulla contro di lui.
-"Non è finita qui, biondino." Ringhiò l'uomo, furioso più che mai.
-"Hai ragione, non è finita qui." Annuì il biondo e si appoggiò allo stipite della porta del camerino. Per sua fortuna Benjamin non aveva sentito nulla e se ne stava tranquillo nella stanza, senza dover fronteggiare Thomas dopo quello che era successo. "Non finirà fino a quando non lo deciderò io." Aggiunse. "E adesso ti consiglio di andare via e stare lontano da Benjamin. Magari così ti renderò la vita un po' più facile."

Non appena Thomas andò via, furioso e imprecando contro chiunque gli capitasse a tiro, il più piccolo sorrise soddisfatto ed entrò nel camerino del moro. Quando entrò nella stanza si ritrovò davanti Benjamin, ignaro di tutto, intento a litigare con la zip di una felpa nera.
-"Se continui così la romperai." Rise Federico e, dopo aver richiuso la porta, si avvicinò a lui per aiutarlo. "Devi usare un po' più di delicatezza." Aggiunse e gli chiuse la felpa della zip.
Il moro sorrise, gli prese le mani e gli diede un bacio a stampo.
-"Per quello ci sei tu." Rispose e gli accarezzò i capelli. "Ho sentito un po' di caos fuori, è successo qualcosa?" Gli chiese.
Il più piccolo sospirò, si sedette sul divano e tirò l'altro affinché si sedesse sulle sue ginocchia.
-"Ho dato un pugno a Thomas, probabilmente gli ho rotto il naso, e ho minacciato di farlo finire in carcere se si dovesse avvicinare ancora a te." Disse tutto d'un fiato, mentre accarezzava la schiena del suo fidanzato. "Però è andato via, quindi per questa sera puoi stare tranquillo.
Dopo ti va di andare a mangiare qualcosa?" Concluse e gli sorrise raggiante, come se non gli avesse detto nulla di interessante.
Benjamin, per qualche momento, lo fissò interdetto per poi scoppiare a ridere e gettargli le braccia al petto.
-"Non sapevo di essere fidanzato con un pugile." Rise e gli baciò la guancia. "Adesso devo andare, tocca a me, ma dopo andiamo dove vuoi." Aggiunse. "Ti amo."
-"Ti amo anch'io."

Federico accompagnò il maggior fin dietro le quinte, restando appoggiato a queste per guardare lo spettacolo del moro, e poté notare quanto fosse agitato. Le mani di Benjamin continuavano a tremare, era pallido e si muoveva incerto dietro le quinte in attesa che le luci si spegnessero. Il biondo tentava di infondergli coraggio, di sorridergli ma sembrava non funzionasse.
Quando le luci si spensero Benjamin prese un respiro profondo, scostò le tende grigio scuro e lentamente salì sul palco. Come al solito, al suo ingresso, venne accolto dalle grida di eccitazione del pubblico e poco dopo decine di ballerini seminudi gli si gettarono addosso e iniziarono a toccarlo ovunque capitasse. Al solo sentire quelle mani toccarlo, tentare di spogliarlo, Benjamin sentì mancargli l'aria e la testa girargli vorticosamente. Si ritrovò immobile mentre tutti i presenti attendevano che lui si spogliasse, attendevano che anche per quella sera diventasse il loro giocattolino.
"Non voglio..." Pensò Benjamin e, lentamente, indietreggiò sotto lo sguardo confuso dei presenti.
-"Non voglio!" Gridò Benjamin, per poi correre via dal palco tenendo gli occhi chiusi.
-"Benjamin!" Urlò Federico quando vide il moro passargli davanti. "Ben, fermati, sono qui!" Aggiunse e lo inseguì, per poi circondargli il corpo con le braccia.
-"Portami a casa, Fè, ti prego portami a casa."

Federico non fece domande, uscì dal locale affiancato dal moro e salirono in macchina per allontanarsi da quel posto. Il moro non si preoccupò nemmeno di cambiarsi o di riprendere i suoi abiti, voleva soltanto andare via e chiudersi nel suo mondo con Federico.
Il viaggio in macchina fu silenzioso ma non pesante, Federico sapeva che il moro aveva bisogno del suo tempo e voleva lasciarglielo. Meno di mezz'ora dopo arrivarono a casa e Benjamin si gettò tra le braccia del minore non appena furono all'interno.
-"Mi dispiace." Mugolò il maggiore e strusciò la guancia sulla spalla del minore. "Mi dispiace per quello che è successo questa sera." Aggiunse.
Federico gli baciò la testa.
-"Hai fatto quello che volevi, non devi scusarti." Rispose. "Sopratutto non con me, sai che io sarò sempre dalla tua parte."
Il moro sospirò e si alzò sulle punte dei piedi, per essere alla stessa altezza del biondo.
-"Quando quei ragazzi hanno iniziato a toccarmi ho immaginato fosse Thomas. Ho ricordato tutto quello che è successo e che stava per succedere. Non voglio che altre persone pensano di poter fare con me quello che vogliono." Sussurrò. "Non voglio continuare con questa vita..."
Il più piccolo lo prese di peso e lo aiutò ad allacciare le gambe sul suo bacino.
-"Devi fare soltanto quello che senti di voler fare." Replicò e gli baciò la fronte. "Prenditi un po' di tempo e rifletti bene su tutta la tua vita, sui cambiamenti che sei disposto a fare e cosa invece ti sta bene." Aggiunse. "Fai quello che vuoi, amore."
Benjamin sorrise e annuì, mentre si teneva stretto ben saldamente al corpo del biondo.
-"So benissimo, però, che cosa voglio fare adesso."
-"E che cosa vorresti fare?"
-"Voglio fare l'amore con te, Federico."

Do you want to dance with me in the dark? || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora