Twenty six.

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Quella notte nessuno dei due aveva ripreso quel discorso, il moro aveva capito che gli stesse mentendo ma non voleva costringerlo a dirgli cose che non voleva davvero dirgli. I due si limitarono a mangiare qualcosa, a parlare di cose stupide come un vecchio cartone animato che stavano trasmettendo in televisione nonostante la tarda ora. Poco dopo, una volta tornati a letto, Benjamin finì per addormentarsi tra le braccia del più piccolo con il sorriso stampato sul volto e Federico capì che aveva fatto la scelta migliore. Se avesse detto al moro quello che realmente provava avrebbe di sicuro distrutto tutto, avrebbero litigato e lui sarebbe stato costretto a rinunciare al bel rapporto che li univa. Non era ancora il momento per rivelargli un sentimento di tale portata, voleva prima essere certo di quello che avevano e di quello che Benjamin era disposto a dargli.
Federico non voleva perderlo.

Erano passate due settimane da quando Federico era riuscito a non rivelare all'altro i sentimenti che stavano nascendo dentro di lui, settimane durante le quali i due ragazzi non era quasi mai riusciti a vedersi se non in discoteca. Non perché non volessero vedersi, anzi la voglia di passare del tempo insieme cresceva sempre di più, ma il lavoro stava assorbendo ogni energia del moro.
Nel locale dove lavorava Benjamin, dark, un ballerino era andato via senza preavviso e Benjamin era stato costretto a prendere il suo posto e questo lo stava letteralmente massacrando. I turni di lavoro del moro erano cresciuti esponenzialmente, il ragazzo era costretto ad andare in discoteca alle sei del pomeriggio e tornava a casa soltanto alle sei del mattino, non aveva più giornate libere e le poche ore libere che aveva cercava di riposare il più possibile. Il ragazzo mangiava poco e male e gli effetti erano ben visibili, anche se Thomas continuava a minimizzare la questione.
Benjamin era costretto a fare più di uno spettacolo a sera, a dover essere sempre presente in pista e Thomas più di una volta lo aveva obbligato ad andare a letto con più di una persona nella stessa serata.
Federico gli stava accanto il più possibile, aveva passato molte notti, o meglio molte mattinate, a casa sua soltanto per assicurarsi che riposasse e per preparargli qualcosa di decente da mangiare. Il biondo notava quanto l'altro fosse sempre più deperito e stanco ma non aveva idea di come aiutarlo, poteva soltanto stargli accanto il più possibile.

Anche quella sera Benjamin era in discoteca per un altro massacrante turno di lavoro, vistose occhiaie gli decoravano il volto pallido che veniva continuamente colpito da fasci di luce colorata che lo facevano imprecare. La testa gli doleva e tutto ciò che desiderava era una maglia per coprire il suo petto nudo. Diversi ragazzi gli stavano accanto, lo osservavano e lo toccavano mentre ridacchiavano e parlavano tra loro, nessuno di loro si preoccupava di chiedergli come stesse e nessuno di loro notò i brillanti occhi azzurri che continuavano a fissarli attentamente.
Federico, stretto in una camicia azzurra e un pantalone nero, era seduto all'altro capo del bancone e stringeva tra le mani la sua Coca-Cola mentre osservava attentamente ogni mossa del moro, era sinceramente preoccupato per lui e temeva potesse succedergli qualcosa.
-"Avanti tesoro, balla per noi, facci divertire." Disse uno dei ragazzi al moro e gli toccò la coscia.
-"Più tardi, ragazzi. Più tardi." Rispose il moro con tono di voce basso, se solo avesse potuto avrebbe picchiato il dj che continuava ad alzare il volume della musica.
-"Facciamo che balli adesso e anche più tardi, va bene?" Replicò un altro ragazzo mentre continuava a toccargli il petto nudo.
-"Fai quello che ti chiedono, Benjamin." Si intromise Thomas, seduto accanto a loro. "Ricorda che i clienti hanno sempre ragione."
-"E sentiti libero di spogliarti." Ridacchiò un ragazzo dai capelli rossi.
-"Quello Benjamin sarà felice di lasciartelo fare in privato, non è vero dolcezza?" Replicò Thomas e ammiccò al ragazzo che si leccò il labbro inferiore.
Il più grande sospirò e fece per scendere dallo sgabello dove era seduto ma improvvisamente tutte le persone intorno a lui svanirono, anche Federico, la musica finalmente smise di risuonare incessante nelle sue orecchie e il buio lo invase. Tra lo spavento generale il ragazzo si accasciò sul pavimento, rischiando di essere calpestato dalle tante persone che lo circondavano e batté la testa contro lo sgabello su cui poco prima era seduto.
-"Benjamin!" Urlò Federico, sovrastando il chiacchiericcio che si era formato nel locale. Lasciò cadere la sua Coca-Cola e corse verso il moro, spinse un po' di persone fino a quando non si ritrovò in ginocchio accanto al corpo privo di sensi di Benjamin.
-"Andatevene!" Urlò Federico e prese tra le sue braccia il moro. "Ha bisogno di aria, andatevene!" Al suo ennesimo urlo la gente iniziò a spostarsi e a lasciare un po' di spazio al ragazzo. Federico toccò la fronte del ragazzo e la ritirò non appena notò quanto quello scottasse. "Adesso ti porto a casa piccolino, ci penso io a te." Gli sussurrò, nonostante sapesse benissimo che Benjamin non poteva ascoltarlo.
-"Dove pensi di andartene?!" Quasi urlò Thomas, facendo sobbalzare Federico che stava tentando di alzarsi con il moro stretto tra le braccia. "Buttagli un po' d'acqua in faccia e lascialo in pace." Aggiunse e allungò una mano per toccare il moro ma Federico indietreggiò.
-"Lui torna a casa con me e ci resterà per tutto il tempo necessario."
-"Lui deve lavorare." Ringhiò l'uomo e ordinò ad una delle guardie di far spostare la gente, non voleva sentissero la loro discussione. "Sai che senza di lui i guadagni calano vertiginosamente."
Federico sbuffò e appoggiò il moro su uno sgabello, tenendolo stretto a lui per non farlo cadere.
-"Ancora con questi fottuti soldi?!" Urlò il ragazzo. "Benjamin è una persona, non una macchina da soldi!"
-"Per me lo è." Rispose Thomas e scrollò le spalle. "Ma se proprio vuoi portartelo a casa puoi coprire tu i guadagni che non avrò." Aggiunse e ghignò malizioso.
Federico strabuzzò gli occhi, non credeva esistessero persone tanto legate al denaro, subito dopo però sbuffò e annuì.
-"Gli servono almeno cinque giorni."
-"Perfetto."
-"Quanto vuoi?"
L'uomo ghignò e si avvicinò ai due.
-"Direi che diecimila possono andare bene." Disse. "E dato che sono molto gentile, puoi tenerlo anche per una settimana." Aggiunse.
-"Cosa?! Diecimila?!"
-"Pensi che il tuo caro Ben valga di meno?" Lo provocò Thomas e accarezzò il viso pallido del ragazzo privo di sensi. "Se non ti sta bene puoi lasciarlo qui, può lavorare anche con la febbre. Deve solo farsi scopare."
Federico digrignò i denti e strinse Benjamin.
-"Non ho il libretto degli assegni."
-"Hai una carta di credito, no?"

Federico uscì da quel locale furioso verso quell'uomo, non gli importava di aver appena speso diecimila dollari ma gli importava come stesse Benjamin. Odiava quel posto e odiava Thomas, se solo avesse potuto avrebbe strappato Benjamin dalle sue grinfie ma il moro non glielo avrebbe mai lasciato fare. Il ragazzo aveva sistemato il moro, che aveva iniziato a mugolare qualcosa, sui sedili posteriori della sua autovettura ed era partito diretto verso la casa del moro per prendere gli effetti personali del ragazzo. Subito dopo si era diretto verso casa sua dove Benjamin, con le buone o con le cattive, avrebbe trascorso la settimana successiva.

-"Mh..." Mugolò il maggiore, in preda ad un mal di testa atroce e la febbre decisamente alta. "F- Fè..." Sussurrò e strinse le lenzuola bianche tra le mani, con la poca forza che aveva in quel momento.
-"Sono qui, piccolino, sono qui." Disse Federico e lo raggiunse, sedendosi sul letto accanto a lui. "Rilassati, Ben. Devi riposare altrimenti la febbre non ti scenderà mai."
-"H- ho freddo..." Balbettò il moro e strinse gli occhi. "Tanto f- freddo..."
-"Hai già tre coperte, Ben, cerca di resistere te ne prego..."
-"Mi sta s- scoppiando la testa..."
Il più piccolo sospirò e si sdraiò accanto a lui.
-"Vieni." Sussurrò e lo strinse tra le sue braccia. "Cerca di rilassarti e di riposare, domani starai meglio."
-"T- tu resti q- qui?"
-"Dove vuoi che vada, piccolo?" Replicò Federico e gli accarezzò la testa. "Non vado da nessuna parte senza di te, quindi cerca di rimetterti il prima possibile perché il mondo è pieno di avventure che ci aspetta."
-"E tu v- vuoi condividerle con m- me?"
-"Io voglio condividere tutto con te, Benjamin. Tutto."

Do you want to dance with me in the dark? || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora