-"Perché vuoi andartene via?" Gli chiese allarmato. "È per quello che ti ho detto?"
Benjamin strattonò il braccio, si liberò dalla sua presa e aprì la porta di casa.
-"Tu non puoi innamorarti di me, Federico." Disse. "Io non sono il ragazzo adatto a te." Aggiunse. "Noi non possiamo stare insieme né adesso né mai." Concluse e andò via.
Le paura di Federico erano diventate realtà. Era tutto finito.
Il cuore del più piccolo iniziò a battere all'impazzata mentre osservava il moro correre via da lui. Dai suoi sentimenti.
"Non può finire così." Si disse Federico e scosse vigorosamente la testa.
-"Benjamin aspetta!" Urlò Federico e, senza indugiare altro tempo, corse dietro al ragazzo che aveva appena raggiunto il cancello di casa. Grazie alle sue gambe lunghe il biondo raggiunse il maggiore in pochi attimi, nel momento esatto in cui stava aprendo il cancello.
-"Ti ho detto aspetta!" Esclamò e gli prese il polso.
-"Lasciami, Federico, lasciami!" Urlò il moro e cercò di divincolarsi dalla presa del ragazzo ma questo non lo lasciò andare.
-"Nonononono." Cantilenò il più piccolo e scosse vigorosamente la testa. "Non ti lascio, Ben. Non ti lascio!" Esclamò, senza allentare la presa sul suo polso.
Gocce di pioggia fredda continuavano a bagnare i due ragazzi ma nessuno di loro sembrava prestare troppa attenzione a questo dettaglio. Di tanto in tanto delle macchina sfrecciavano davanti ai loro occhi, sulle strade bagnate e deserte. Il cielo era cupo, grossi nuvoloni coprivano l'azzurro di questo e un vento freddo continuava a soffiare penetrando fin dentro le ossa. Benjamin continuava a tossicchiare e aveva gli occhi ancora un po' lucidi, non si era ripreso del tutto dall'influenza e Federico temeva per la sua salute, non gli faceva bene stare all'aperto sotto la pioggia.
-"Devi dimenticarmi, Federico, devi farlo!" Urlò Benjamin e indietreggiò fino ad uscire dal cancello, portando con sé il minore che non accennava a lasciarlo andare.
-"Come puoi dirmi una cosa del genere dopo quello che ti ho detto?!" Replicò il biondo, gli occhi erano velati di lacrime e da un momento all'altro sarebbe potuto scoppiare a piangere. "Mi odi a tal punto?!"
-"Te lo dico proprio per quello che mi hai detto!" Controbatté Benjamin e tentò nuovamente di divincolarsi dalla sua presa ma non ci riuscì. "Tu non puoi innamorarti di me, Federico!"
-"Eppure lo sto facendo, Benjamin, e mi sembra la cosa più giusta che io possa fare!" Urlò il biondo e una lacrima gli rigò il volto, confondendosi con le gocce di pioggia.
-"Ti sbagli, io non so la persona che fa per te!" Replicò il più grande, senza lasciarsi intenerire dallo sguardo del ragazzo davanti a lui. Gli dispiaceva vederlo soffrire ma doveva farlo per lui, voleva impedirgli di soffrire per uno come lui. "Io e te siamo diversi, Federico, fin troppo." Aggiunse, abbassando il tono di voce. "Abbiamo abitudini diverse, viviamo in mondi diversi e nessuno dei due cambierà. Nessuno dei due deve cambiare. Quello che abbiamo vissuto in queste settimane è stato bellissimo, non posso negarlo e non negherò nemmeno che speravo durasse di più, ma le cose belle finiscono.
Non volevo ti innamorassi di me, speravo che avessi capito che io con l'amore ho chiuso. Per me era semplice sesso accompagnato da momenti piacevoli. Mi trovo bene in tua compagnia, sono felice, ma non ti amo e non lo farò mai." Continuò a parlare il ragazzo e gli prese la mano. "Devi dimenticarmi, Federico. Cancella il mio numero, le nostre foto e anche i nostri momenti passati insieme, sarà la cosa migliore per entrambi. Non siamo destinati a stare insieme e se anche lo fossimo io non voglio. Io non voglio stare con te."
-"B- Ben, ti prego n- non dire così..." Singhiozzò il biondo, ormai in lacrime, e tentò di prendere il viso dell'altro tra le mani ma questo si scansò. "N- non farmi q- questo, te ne p- prego..."
-"Guardati, Federico, - squadrò dalla testa ai piedi il corpo bagnato del minore e dovette reprimere l'istinto di stringerlo tra le sue braccia - nemmeno stiamo insieme e già stai soffrendo per me. Voglio che tu stia bene e con me non lo saresti." Disse e indietreggiò, fino a sciogliere ogni contatto tra i loro corpi. "Addio, Federico, ti auguro di essere felice. Dimenticami e perdonami se puoi." Concluse, in pochi attimi, si voltò e iniziò a correre per non fermarsi mai. Non sarebbe mai tornato da Federico.
-"Benjamin!" Urlò disperato Federico ma non fece nulla per fermarlo. Non poteva farlo. Si limitò ad osservare l'altro correre via da lui e ad accasciarsi sull'asfalto bagnato.
-"B- Ben..." Singhiozzò il ragazzo e si portò le mani sul volto bagnato dalle lacrime e dalla pioggia. Il suo corpo era scosso da continui singhiozzo e invaso da brividi, non sapeva però se fosse per il freddo o per l'improvviso vuoto che sentiva dentro.
-"Federico!" Esclamò una voce al biondo familiare. "Federico che succede?!"
Il corpo bagnato del ragazzo venne avvolto tra le braccia calda del ragazzo che aveva appena pronunciato il suo nome. Federico aprì i suoi occhi azzurri e arrossati e si ritrovò davanti i folti capelli scuri di Francisco, che lo stava guardando allarmato.
L'amico sospirò e lo aiutò a rialzarsi.
-"Entriamo in casa."Federico si lasciò condurre in casa dal suo amico, camminava a fatica per via della vista offuscata dalle lacrime e continuava a singhiozzare. Una volta giunti in casa Francisco lo guidò in cucina, lo fece accomodare su una delle sedie e corse al piano superiore a prendere degli asciugami e una coperta per farlo riscaldare.
-"Tieni." Gli disse l'amico e gli porse gli asciugamani. "Togli almeno la maglia, sei bagnato fradicio."
Federico fece come gli aveva detto l'amico, si tolse la maglia e iniziò a tamponare il suo corpo bagnato con gli asciugamani. Francisco si appoggiò al ripiano della cucina e si limitò a fissarlo in silenzio, il biondo sapeva però che l'altro aveva molte domande da fargli.
-"Puoi parlare, non ti mangio." Disse Federico trattenendosi dal singhiozzare ancora. "So che vuoi chiedermi qualcosa, ormai ti conosco."
-"In effetti una cosa vorrei chiedertela." Ammise l'amico e incrociò le braccia al petto. "Vorrei sapere perché Benjamin era a casa tua, perché lo stavi supplicando di non andare via e sei scoppiato a piangere non appena lui è corso via." Disse. "Ah, mi piacerebbe sapere anche perché indossava i tuoi vestiti e perché hai detto a tutti di avere la febbre, quando mi sembra evidente che non è così." Concluse l'amico e si avvicinò alla tavola.
Al solo sentire pronunciare il nome Benjamin gli occhi gli si riempirono nuovamente di lacrime.
-"Per favore Francisco, non voglio parlarne..." Sussurrò il biondo e abbassò lo sguardo.
-"Io invece voglio delle spiegazioni, Federico!" Esclamò Francisco, alzando il tono di voce. "Voglio sapere che combini con il mio Benjamin!"
Federico sgranò gli occhi e serrò i pugni sul tavolo di legno. Come poteva Francisco definirlo il suo Benjamin? Era andato a letto con lui soltanto due volte, non si era mai premurato di chiedergli come stesse o di chiedergli di lui. Francisco, di Benjamin, non aveva niente.
-"Lui non è il tuo Benjamin!" Replicò Federico e scattò in piedi. "Tu di lui non sai nulla! Non sai di quanto gli piacciono gli hamburger o di quanto detesti il prosciutto, di come schiude la bocca quando fa un bel sogno e di come si aggrappi al cuscino quando fa un incubo. Non sai quanto possa farti sentire importante con un solo sguardo, di come sappia ascoltare e non sai nulla nemmeno della sua vita! Tu conosci solo il suo corpo! Non ti è mai importato di altro se non scopartelo e andare in giro a raccontare i dettagli, per te Benjamin è solo un trofeo, sei come tutti gli altri che frequentano la discoteca!" Continuò ad urlare il ragazzo. "Benjamin non è tuo ma è il ragazzo di cui io mi sto innamorando!"
Quella volta fu Francisco, stretto in un cappotto nero troppo pesante per essere metà aprile, a sgranare gli occhi e ad indietreggiare sul parquet lucido come se lo avessero appena colpito in pieno viso.
-"T- tu che cosa?!" Replicò l'amico con voce strozzata. "Che stai dicendo Federico?!"
-"Quello che hai sentito, Francisco! Mentre tu eri occupato a pensare a quanto fosse bello Benjamin, io sono andato oltre l'apparenza, l'ho conosciuto davvero, ho passato del tempo con lui! E sì, se vuoi saperlo, siamo anche andati a letto insieme. Abbiamo passato momenti meravigliosi lontano da tutti, lontano da te. In questi giorni è stato lui ad avere la febbre, io me ne sono preso cura e lui ne è stato felice. Abbiamo passato cinque giorni senza staccarci mai e avrei voluto continuare a farlo." Continuò. "Lui non ti appartiene, non appartiene nemmeno a me ma almeno io ci ho provato." Aggiunse. "Sì, Francisco, provo qualcosa per lui e se non ti sta bene sai dov'è l'uscita." Concluse e riservò un'occhiata colma di rabbia al suo amico.
Francisco non se lo fece ripetere due volte, girò i tacchi e andò via.
Federico aveva perso anche lui.
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Do you want to dance with me in the dark? || Fenji.
Fanfiction«Tra i tanti colori di Miami non c'era posto per il nero che Benjamin si portava dietro, per quel nero che sapeva ammaliare e sedurre. Nessuno riusciva ad apprezzarlo come meritava. Nessuno tranne un vulcano di colori. Riusciranno a creare il loro p...