-"Ehi Louis, che bello vederti." Gli disse. "È raro vederti da queste parti, che succede?"
L'amico, con un'espressione estremamente seria, entrò in casa e lo guardò dritto negli occhi.
-"Dobbiamo parlare."
Federico, a quelle parole, deglutì rumorosamente e il suo volto divenne poco più scuro della maglia bianca che indossava il suo amico fermo davanti a lui. Con un gesto quasi meccanico, il più piccolo, annuì impercettibilmente e chiuse la porta dietro le spalle del suo amico.
Per un momento pensò che forse avrebbe potuto inventare una scusa e dire a Louis che doveva studiare, anche se non era del tutto una scusa lui stava davvero studiando, e rimandare il tutto ma sapeva che se lo avesse fatto avrebbe peggiorato le cose. Aveva una brutta sensazione riguardo a Louis da quando, domenica mattina, lo aveva chiamato a gran voce mentre lui baciava Benjamin. Da quel giorno si comportava in modo insolito e Federico temeva il peggio.
Il biondo sospirò rumorosamente e cercò di sembrare meno preoccupato di quanto in realtà non fosse.
-"Vuoi qualcosa da bere? Da mangiare?" Gli chiese Federico mentre camminava verso la cucina, seguito dal suo amico.
-"No, grazie Fè. Ho già fatto colazione." Rispose il suo amico e si sedette su una delle sedie non appena raggiunsero la cucina. "Come ti ho già detto, sono qui per parlare con te."
Federico si morse il labbro inferiore, nel tentativo di tranquillizzarsi, e si sedette di fronte al suo amico.
-"Di che cosa vuoi parlarmi?" Gli chiese. "È successo qualcosa?"
-"Questo dovresti dirmelo tu."
-"Che intendi dire?"
Louis sospirò e si passò una mano tra i capelli corti e biondi. I suoi occhi verdi sembravano oscurati da un velo di preoccupazione dovuta a quello che stava facendo il suo amico.
-"So che rispetto agli altri ragazzi io sono l'ultimo arrivato." Iniziò a parlare Louis. "Che ci conosciamo solo da un paio d'anni, che studiamo insieme e non ho condiviso con te così tante avventure come hanno fatto gli altri.
Capisco che preferiresti parlare con Brandon o con Jensen, che conosci da molto più tempo, di questa storia ma qui ci sono io e ti voglio bene." Disse. "Sono preoccupato per te e per quello che stai facendo."
Federico aggrottò la fronte mentre continuava a tamburellare le dita sulla sua gamba destra.
-"Anch'io ti voglio bene, Louis e ti ritengo un mio amico al pari di tutti gli altri. Lo sai." Rispose Federico. "Non capisco però di che cosa stai parlando." Aggiunse, in parte mentendo. "Perché sei preoccupato per me?"
Il ragazzo sospirò e abbozzò un sorriso per stemperare l'ansia.
-"Ti ho visto l'altro giorno, Fè." Disse il ragazzo. "Ti ho visto mentre baciavi Benjamin."
Quella fu per il biondo una vera e propria doccia fredda, o meglio congelata. Aveva sperato fino all'ultimo momento che Louis non lo avesse visto, che sospettasse qualcosa ma che non avesse certezze.
-"E vi ho anche visti ieri quando siete usciti da quel ristorante e poi vi siete baciati."
Quello fu il colpo di grazia definitivo. Non aveva più alcun modo per negare la realtà. Louis sapeva tutto.
-"L- Louis i- io..." Balbettò Federico, rosso in viso e con i pugni serrati, non sapendo che cosa dire.
L'amico gli accarezzò il dorso di una mano e gli sorrise.
-"Va bene, è okay." Gli disse. "Se a te piace per me non ci sono problemi." Aggiunse. "Solo vorrei capire che cosa sta succedendo. Solo un paio di settimane fa quasi lo odiavi e adesso lo baci fuori casa tua e ci esci insieme. Voglio sapere che è successo, assicurarmi che tu stia bene." Continuò. "State insieme?" Gli chiese.
Il biondo scosse la testa.
-"Non stiamo insieme." Rispose. "Sì, è vero ci siamo baciati e siamo anche usciti insieme ma non stiamo insieme." Aggiunse.
-"Vi state conoscendo?"
-"Non so risponderti Louis, non so che cosa stiamo facendo." Ammise il più piccolo e sospirò. "Ricordi quando venni a prendere Francisco alla discoteca e litigai con Benjamin? - Louis annuì -
Benjamin dopo mi ha chiesto scusa, mi ha cercato solo per scusarsi e io mi sono scusato a mia volta. Abbiamo fatto una passeggiata e ho capito che non è il nostro che pensavo fosse, poi mi ha invitato ad andare in discoteca e l'ho fatto.
Quella sera abbiamo parlato tanto e siamo anche finiti a letto insieme, non so spiegarti com'è successo. È successo e basta.
Da quel giorno abbiamo iniziato a vederci, a passare del tempo insieme e anche ad andare a letto insieme.
Domenica l'ho ferito e lui sembrava arrabbiato con me, ieri mattina però è venuto in università e mi ha detto che gli mancavo per poi invitarmi ad uscire con lui. Non so dirti se sia stato un appuntamento o meno, mi ha detto che gli piacevo ma non ha specificato in che senso.
Siamo stati bene, non posso negarlo, e mi ha fatto piacere rivederlo ieri sera e anche andarci di nuovo a letto insieme." Raccontò velocemente, senza interruzioni, Federico mentre Louis ascoltava attentamente ogni sua parola.
-"Di solito tu non vai mai a letto con persone che non ami." Commentò l'amico e inclinò la testa da un lato.
-"Lo so, Lou, lo so." Sospirò il biondo. "Con lui però succede e basta, non mi serve pensare. Quando sto con lui vivo il momento e mi piace. Mi piace come mi sento in sua compagnia."
Louis sorrise intenerito e gli accarezzò il braccio.
-"Provi qualcosa per lui?" Gli chiese.
-"Non lo so..." Sussurrò Federico. "Trovo sia un bel ragazzo, è innegabile, e sto bene con lui ma non so dirti se provo o meno qualcosa per lui..." Aggiunse. "E poi c'è Francisco, lui quasi ama Benjamin e mi odierebbe a vita se ci provassi con lui." Concluse e sospirò.
-"Non pensare a Francisco." Replicò Louis. "Lui si innamora un giorno sì e l'altro pure, non tiene davvero a Benjamin e tra di loro non è successo nulla." Aggiunse. "È andato a letto con lui solo perché non poteva avere te e lo sai benissimo."
-"È tutto così complicato." Si lamentò il più piccolo e si prese la testa tra le mani. "Io e lui siamo così diversi..."
-"Forse è proprio questo a rendervi perfetti l'uno per l'altro." Disse l'amico. "Hai avuto due relazioni con persone simili a te e non sono andate bene, qualcosa dovrà pur dire."
-"Tu credi che dovrei provarci con lui?"
-"Io credo che tu debba fare attenzione." Rispose il ragazzo. "Tu doni il cuore a chiunque e ti innamori abbastanza facilmente, ti affezioni alla gente e spesso rimani ferito." Aggiunse. "Tu e Benjamin siete molto diversi e questo potrebbe essere un bene ma anche un male. State bene insieme, e a me fa piacere, ma ricordati chi è lui e quello che fa.
Fuori da quella discoteca sarà anche una persona meravigliosa, non lo metto in dubbio, ma non può piacerti solo questo lato di lui. Devi fare i conti anche con Benjamin spogliarellista e so che non ti piace, altrimenti domenica mattina non ti saresti comportato in quel modo." Continuò. "Stai attento Federico, lo dico per il tuo bene."
Federico sospirò e prima di rispondere a Louis la sua attenzione venne richiamata dal suo cellulare che vibrò. In un primo momento pensò di ignorarlo ma quando sullo schermo lesse il nome del moro, cambiò del tutto idea. Lo afferrò e lo sbloccò per leggere il messaggio appena arrivato.
«Ti va di vederci?» Recitava il messaggio e uno stupido sorriso comparve sul volto del biondo.
«Senti già la mia mancanza?» Rispose Federico, sotto lo sguardo attenta di Louis.
«Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda, principessa.»
Federico immaginò che Benjamin gli avesse fatto l'occhiolino e si morse il labbro inferiore.
«Allora ti va di uscire?» Gli scrisse, di nuovo, Benjamin.
«Volentieri.»
«Se venissi a prendermi a casa il mio fondoschiena te ne sarebbe grato, ieri ti sei divertito.
Ci vediamo tra un'ora principessa, non fare tardi.»
«A dopo.»
Ridacchiò Federico e attese che Benjamin visualizzasse il suo messaggio prima di bloccare il cellulare e imbattersi nello sguardo attento di Louis.
-"Era lui?" Gli chiese.
Federico annuì.
-"Sì, mi ha chiesto di incontrarci."
-"E immagino che tu abbia accettato."
-"Esatto."
Louis scosse la testa divertito e sorrise al suo amico.
-"Ti piace, l'ho capito, ma stai attento con lui. Non voglio che tu soffra, non lo meriti."
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Do you want to dance with me in the dark? || Fenji.
Fiksi Penggemar«Tra i tanti colori di Miami non c'era posto per il nero che Benjamin si portava dietro, per quel nero che sapeva ammaliare e sedurre. Nessuno riusciva ad apprezzarlo come meritava. Nessuno tranne un vulcano di colori. Riusciranno a creare il loro p...