-"Sognavo da settimane di fare ancora l'amore con te." Aggiunse Federico e scese ad accarezzargli il basso ventre.
-"F- Federico f- fermati..." Balbettò il moro e tentò di bloccare i movimenti del fidanzato, che aveva iniziato a strusciarsi su di lui.
-"Che succede, amore?" Replicò il più piccolo e gli accarezzò il volto. "Ti ho fatto male per caso?"
-"I- io non voglio fare l'amore c- con te..."
Il più piccolo spalancò gli occhi a quelle parole e si spostò dal corpo del maggiore, come se questo lo avesse bruciato o peggio ancora lo avesse schiaffeggiato.
-"T- tu che cosa?!" La voce risuonò più stridula di quanto il più piccolo volesse e la sua espressione era totalmente disgustata. Non riusciva a credere a quello che aveva appena sentito, come poteva Benjamin rifiutarlo ancora dopo mesi? Dopo quello che avevano passato, nonostante Federico gli fosse stato accanto e lo avesse supportato in tutto e per tutto.
Thomas era stato imprigionato, che cosa gli impediva di tornare alla loro normale vita? Ormai tutto era passato.
-"M- mi dispiace..." Sussurrò Benjamin e abbassò lo sguardo. "I- io non me la s- sento ancora..."
-"Benjamin mi stai prendendo per il culo?!" Urlò il biondo e, come se fosse in preda ad una crisi isterica, si alzò dal letto facendo sobbalzare il fidanzato. "Sono passati due mesi da quel fottuto incidente e tu non ti sei lasciato toccare nemmeno per sbaglio! Che cosa devo fare ancora per te, per convincerti a venire a letto con me?!"
Il più grande strabuzzò gli occhi e rimase per qualche secondo a fissare il biondo, stupefatto.
-"Q- quindi tu h- hai fatto tutto per venire a l- letto con me?" Balbettò il più grande, a dir poco incredulo e anche deluso. "T- tu volevi da m- me solo sesso? Non ti i- interessava come stavo davvero?"
Il più grande dovette ammetterlo, non si sarebbe mai aspettato di affrontare una conversazione simile proprio con Federico che ripeteva continuamente di amarlo. Lui non si era mai mostrato tanto interessato al sesso, non era mai stato per lui la cosa principale ma in quel momento sembrava tutt'altro. Tutt'altra persona. Benjamin non voleva credere che Federico gli fosse stato accanto soltanto per andare a letto con lui.
-"No, dannazione, non capire solo quello che ti pare!" Esclamò Federico e si mise le mani tra i capelli, esasperati. "Ti amo e lo sai ma sono pur sempre un ragazzo di vent'anni!" Aggiunse. "È ovvio che io voglia andare a letto con il mio fidanzato! Dopo tante giornate sprecate a stare dietro a te e le tue stupide crisi mi aspettavo almeno una ricompensa!" Continuò, mentre camminava furiosamente avanti e indietro nella stanza, sotto lo sguardo deluso del più grande. "Ti costava così tanto venire a letto con me?! Sei andato a letto con migliaia di persone senza che lo volessi!" Concluse e sbuffò sonoramente.
Il moro era a dir poco deluso dalle parole che stava ascoltando, gli occhi gli erano diventati umidi e strinse le ginocchia al petto nel tentativo di proteggersi. Abbassò lo sguardo e si morse il labbro inferiore, fino al punto da farlo sanguinare.
-"Adesso non metterti a piangere!" Lo ammonì Federico e mise le mani sui fianchi. "Non ho alcuna intenzione di sopportare un'altra delle tue crisi isteriche priva di motivi!"
-"S- Scusa.." Singhiozzò il moro e si strofinò gli occhi con le mani. "Non credevo l- la pensassi così..."
-"Certo, perché non ti interessa nulla di quello che mi riguarda!"
Se solo fosse stato in un altro momento Benjamin gli avrebbe ricordato di tutte le volte che si era preoccupato di lui, di come ogni giorno in quelle settimane si fosse assicurato stesse bene nonostante lui stesso non stesse bene. Più volte aveva messo da parte se stesso per occuparsi di Federico, ma non voleva rinfacciarglielo. Non lo aveva fatto per quel motivo.
-"M- mi dispiace..." Sussurrò soltanto il moro e abbassò la testa.
-"No, Benjamin, a te non dispiace." Ringhiò il più piccolo. "Se ti dispiacesse adesso non staremmo parlando ma facendo altro. Ma va bene così, tanto dobbiamo fare solo quello che vuoi tu, no?!" Continuò, abbastanza alterato. "Adesso però io me ne vado a fare un giro, perché non ho alcuna intenzione di stare qui a sentirti mentre ti lamenti." Aggiunse. "Se ti serve qualcosa chiama Francisco, io sono occupato."Erano passati quattro giorni dalla brutta discussione che Benjamin e Federico avevano avuto. Il biondo quel giorno tornò a casa a notte inoltrata, erano quasi le quattro e il moro riuscì a percepire la puzza di alcool che emanava. Il più grande, che lo aveva aspettato sveglio, gli chiese dove fosse stato ma l'altro con poco garbo gli rispose che non era affari suoi. Se non era disposto a fare quello che lui voleva, Federico, non gli avrebbe detto nulla di quello che gli capitava.
Il moro ci stava male per quella situazione, si sentiva inadeguato, sbagliato per Federico e questo non faceva nulla per dimostrargli il contrario, anzi.
Benjamin faticava ad affrontarlo ogni giorno, avrebbe voluto parlare e confrontarsi con lui, litigare se ce ne fosse stato il bisogno ma poi chiarire. Non gli piaceva che Federico lo ignorasse, rifiutava anche un suo abbraccio o una semplice carezza.
Sembrava che Federico lo detestasse.Anche quel giorno la situazione non fu diversa, Federico se ne stava seduto sul divano e aveva impedito al fidanzato di sedersi accanto a lui, usando termini poco carini.
-"Hai intenzione di ignorarmi ancora per molto?" Chiese il maggiore, quasi intimidito dallo sguardo duro del più piccolo.
-"Non sei il centro dell'universo, Benjamin." Rispose Federico e schioccò la lingua sul palato. "Solo perché non ti parlo non significa che io ti stia ignorando. Smettila di sentirti così importante."
Il moro aprì bocca per replicare, nonostante non sapesse bene che cosa dire se non quanto fosse deluso e addolorato per il comportamento del più piccolo, ma il campanello di casa trillò risuonando in tutta la casa.
-"Vado io, tanto sto per uscire." Disse Federico e si alzò dal divano.
-"Cosa? Dove vai?" Chiese il moro e si voltò per guardarlo.
-"A divertirmi, dato che qui con te non posso farlo." Rispose, prese il suo cellulare e andò via.
-"Oh, ciao mamma." Sentì parlare Federico quando aprì la porta. "No, io sto uscendo Ma quello è di là. Puoi parlare con lui se hai voglia di annoiarti."
Quello. Ormai per Federico era diventato quello, nessuno di cui gli importava. Soltanto quello. Uno qualsiasi.
-"Benjamin!" Il moro sobbalzò quando sentì la voce squillante di Amber, quel giorno con una gonna a fiori bianchi e una camicia bianca a giro maniche, perso nei suoi pensieri non aveva neppure sentito la donna entrare in casa. "Scusami, non volevo spaventarti." Disse la donna e si sedette accanto a lui, mostrandogli un dolce sorriso. "Va tutto bene, tesoro? Come stai?"
Benjamin non riuscì a trattenere le lacrime, erano giorni che nessuno gli chiedeva come stesse e forse non era pronto a sentirselo chiedere. Un sonoro singhiozzò lasciò le labbra gonfie e martoriate del maggiore.
-"Ehi, Ben, che succede?" Gli chiese allarmato Amber e gli prese entrambe le mani. "Qualcosa non va con Federico? Giusto?"
Il moro annuì e tirò su con il naso.
-"L- lui mi o- odia..."
-"Dimmi che cosa ha fatto e ti giuro che me la pagherà. Non deve nemmeno pensare di farti soffrire!"
-"S- sono io ad aver s- sbagliato..." Singhiozzò il più grande. "I- io non gli h- ho dato quello che v- voleva..."
Amber aggrottò la fronte abbronzata e rimase in silenzio per qualche momento.
-"Ti prego, dimmi che non ti ha costretto ad andare a letto con lui o potrei uccidere il mio stesso figlio." Disse la donna, furiosa alla sola idea di quello che suo figlio avrebbe potuto aver fatto.
Benjamin scosse la testa.
-"Voleva m- ma non mi ha c- costretto..." Sussurrò il ragazzo. "È arrabbiato, però..."
-"Benjamin, guardami." Ordinò la donna e il ragazzo alzò la testa. "So che Federico è mio figlio, e lo amo da impazzire, ma riesco ad ammettere quando sbaglia e adesso ha sbagliato. Lui ti ama ma non può trattarti in questo modo. Hai vissuto un vero inferno, nessuno può immaginare quello che hai passato e lui dovrebbe soltanto starti accanto, non chiederti di andare a letto con lui e attaccarti perché non vuoi." Gli disse. "Sei un ragazzo meraviglioso, Benjamin, non lasciarti sminuire da nessuno. Nemmeno da Federico."
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Do you want to dance with me in the dark? || Fenji.
Fanfiction«Tra i tanti colori di Miami non c'era posto per il nero che Benjamin si portava dietro, per quel nero che sapeva ammaliare e sedurre. Nessuno riusciva ad apprezzarlo come meritava. Nessuno tranne un vulcano di colori. Riusciranno a creare il loro p...