Il più piccolo riuscì a convincere l'altro che non voleva farlo sentire inferiore, che non si faceva carico di quasi tutte le spese soltanto per dimostrargli di poter vivere benissimo anche senza di lui ma soltanto perché non voleva caricarlo di troppe spese che non gli spettavano. Il moro, alla fine, si ritrovò a sospirare e a dare un bacio a stampo al suo fidanzato.
-"La prossima volta però sarò io a farti una sorpresa." Gli disse il più grande e gli baciò il dorso della mano. "Non accetto un no come risposta." Aggiunse e gli fece l'occhiolino.
Il più piccolo ridacchiò e gli baciò la fronte.
-"Non ho alcuna intenzione di dirti no." Rispose e accese il motore della macchina. "Anzi non vedo l'ora." Aggiunse. "Adesso andiamo, voglio arrivare il prima possibile."
-"Ai tuoi ordini principessa!"
Il resto del viaggio fu molto più allegro e spensierato di quanto non fosse stato l'inizio, Federico era felice di poter nuovamente sentir ridere il più grande e sapere che fosse sincero. In quei giorni per lui era stato orribile non poter vivere momenti tanto spensierati con Benjamin. Voleva davvero riprendere la loro quotidianità e tornare a vivere i loro momenti spontanei e sinceri.Il viaggio dei due ragazzi andò meglio del previsto, nonostante fosse soltanto la fine d'aprile il clima era particolarmente caldo a West Palm Beach. Benjamin rimase incantato quando vide il panorama di quella città. Le luci del mattino illuminavano i palazzi scintillanti che riflettevano la loro immagine nel mare che sembrava brillare sotto la luce del sole. Le strade erano molto meno trafficante di quanto lo fossero a Miami ed era molto più semplice passeggiare, senza il rischio di finire investiti.
La casa della famiglia del minore distava pochi minuti dal centro ed era un cottage su due piani, con un ampio e rigoglioso giardino che fece saltellare Benjamin come se fosse un bambino.
-"Ti piace?" Gli chiese Federico mentre portava dentro le loro cose, poche dato che avrebbero passato soltanto una notte in quel luogo.
-"Lo adoro!" Esclamò il moro e gli gettò le braccia al collo. "Quasi quanto adoro te."Le ore di vacanza dei due giovani volarono una dopo l'altra, i due fecero un veloce giro per la città e si fermarono anche per prendere un po' di sole su una spiaggia non particolarmente gremita di gente. Benjamin sembrava essere rinato, un radioso sorriso gli decorava il volto e non faceva che commentare ogni dettaglio che lo circondava con particolare felicità. Non aveva smesso, nemmeno per un momento, di tenere la mano del minore ed ogni scusa era buona per baciarlo o, semplicemente, stringerlo.
Federico sentiva il cuore più leggero nel vederlo tanto sereno, lontano dai brutti pensieri che lo avevano attanagliato in quei giorni, gli sembrava di aver ritrovato il suo Ben. Di avergli ridato un po' di colore. Se solo avesse potuto avrebbe fatto sì che quella breve gita non finisse mai, stavano così bene in quel luogo senza nessuno a ricordargli quanto fossero diversi e quali fossero i loro doveri. In quel luogo esistevano soltanto loro.L'indomani pomeriggio i due fecero ritorno a Miami e il primo luogo dove si fermarono fu proprio la discoteca dove lavorava il maggiore, dato che Thomas lo aveva chiamato con una certa urgenza senza però dirgli quale fosse il motivo di tale urgenza.
-"Ma quando la smetterai di correre ogni volta che lui ti chiama?!" Chiese, nervoso, Federico mentre raggiungeva la discoteca. Una sola telefonata da parte di quell'uomo era bastata per rovinare la bella atmosfera che si era creata tra di loro. "Non sei il suo cagnolino e farebbe bene a capirlo."
Il moro sospirò e si passò una mano tra i capelli ancora un po' umidi, dato che li aveva lavati poco prima di partire e non si era premurato di asciugarlo.
-"È il mio capo però." Rispose il moro. "Può chiedermi di raggiungerlo in qualsiasi momento e anche di fare altro, come ben sai." Gli ricordò e si toccò il bordo bagnato della sua t-shirt a mezze maniche nere, sfiorando il suo tatuaggio.
Il più piccolo sbuffò e svoltò nell'ampio parcheggio, in quel momento vuoto, della discoteca che avrebbe aperto soltanto ore dopo.
-"E tu dovresti impedirglielo!"
-"Farlo significherebbe farmi licenziare."
-"Allora fatti licenziare, puoi trovare altri mille lavori migliori di questo!" Esclamò contrariato dalle parole del suo fidanzato.
Benjamin alzò gli occhi al cielo e incrociò le braccia nude e tatuate al petto. Odiava dover riprendere quel discorso per l'ennesima volta ma, a quanto pare, non aveva altra scelta.
-"Federico nessuno mi darebbe un lavoro!" Replicò Benjamin. "Non ho finito le scuole, le mie uniche esperienze sono in qualche letto con degli sconosciuti e su un palco a spogliarmi." Aggiunse. "E non ho alcuna intenzione di farmi sfruttare da qualcuno, con orari assurdi e una paga miserabile."
-"Sempre meglio di questo lavoro." Borbottò il biondo e parcheggiò. "Non potrai fare questa vita in eterno." Aggiunse e spense il motore.
-"Fino a quando potrò la farò." Rispose il più grande e aprì la portiera della bmw del minore. "E non ho intenzione di riprendere quest'argomento, ne abbiamo parlato fin troppo in questi mesi." Concluse e scese dalla macchina.
-"Vedremo." Ringhiò Federico e lo seguì fuori dall'auto vettura, per quanto potesse essere arrabbiato non avrebbe mai lasciato Benjamin solo con Thomas.
L'uomo, vestito con un jeans decisamente largo e una t-shirt verde a dir poco improponibile, fece una smorfia annoiata quando vide la testa bionda di Federico e gettò il mozzicone di sigaretta, per poi calpestarlo con la scarpa.
-"Ancora non ti sei liberato di questo qui?" Chiese al più grande, visibilmente infastidito.
-"E non lo farà tanto presto." Rispose Federico e affiancò il moro.
Il moro alzò gli occhi al cielo e si fermò davanti all'uomo.
-"Perché mi hai chiamato?" Gli chiese. "Che è successo?"
-"Devi provare dei costumi."
-"E tu hai interrotto la nostra gita per dei fottuti costumi?!" Replicò, con tono di voce alterato, il più piccolo e sgranò gli occhi.
-"Qualche ora in più non vi avrebbe cambiato la vita." Rispose l'uomo e scrollò le spalle. "E nel lavoro di Benjamin i costumi sono importanti." Aggiunse. "Lo sapresti se ti interessassi più alla sua vita e meno al suo culo."
-"Thomas smettila." Lo rimproverò il più grande e accarezzò la spalla del minore, nel tentativo di calmarlo. "Proverò quei costumi ma la prossima volta evita di disturbarmi per una cosa simile." Aggiunse.
Thomas alzò gli occhi al cielo e annuì.
-"E va bene, come vuoi." Rispose. "La prossima volta però evita di portarti dietro questo qui, mi irrita la sua presenza."
-"La cosa è reciproca, tranquillo." Borbottò Federico e incrociò le braccia al petto.
-"Vieni Federico, accompagnami." Disse Benjamin al minore, per poi incamminarsi verso l'ingresso del locale.
Federico fece per seguirlo ma Thomas gli mise una mano sulla spalla e lo fermò.
-"Sai, è stato divertente scoparmi il tuo fidanzato qualche giorno fa." Disse l'uomo con un ghigno stampato sul volto. "E non vedo l'ora di farlo ancora e ancora."
STAI LEGGENDO
Do you want to dance with me in the dark? || Fenji.
Фанфик«Tra i tanti colori di Miami non c'era posto per il nero che Benjamin si portava dietro, per quel nero che sapeva ammaliare e sedurre. Nessuno riusciva ad apprezzarlo come meritava. Nessuno tranne un vulcano di colori. Riusciranno a creare il loro p...