Ninety five.

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Era passato quasi un mese da quando il più grande aveva promesso ai suoi genitori di andare da lui, senza però dirgli una data precisa. In quelle settimane il moro aveva scambiato qualche messaggio con i suoi genitori, aveva parlato un paio di volte a telefono con loro coinvolgendo anche Federico, che sembrava felice della decisione presa dal suo fidanzato. Benjamin però non aveva mai parlato con il biondo per organizzare, effettivamente, il viaggio per Savannah. Ogni volta che il più piccolo glielo chiedeva rispondeva che non era ancora il momento, che avrebbe fatto quel viaggio ma prima doveva risolvere alcune questioni, non voleva coinvolgere i suoi genitori nei suoi drammi. Voleva rivederli sapendo di non avere nulla di cui vergognarsi e di essere in pace con se stesso. 
Federico non gliel'aveva mai chiesto esplicitamente ma era certo di sapere a quali questioni il moro si riferisse: il processo contro Thomas.
In quel mese il processo era andato avanti a pieno ritmo, altri testimoni erano stati ascoltati e il giudice avrebbe potuto emettere la sua sentenza da un giorno all'altro. Il moro era sempre stato presente in aula, nonostante si sentisse male ogni volta, Federico tentava di convincerlo a restare a casa ma Benjamin pensava che quello fosse il suo posto. Voleva essere lì mentre il giudice annunciava il futuro della persona che lo voleva morto. Thomas sembra ridere di lui ogni volta che lo vedeva in aula, il moro finiva per nascondersi dietro Federico per evitare di essere guardato.
Le ferite del moro iniziavano finalmente a guarire, alcuni tagli si era cicatrizzati del tutto ed erano quasi svaniti, gran parte delle ustioni iniziavano ad avere un aspetto migliore è quella sulla guancia era quasi svanita, così come anche il taglio sulla fronte.
Nonostante però le sue ferite stessero guarendo, Benjamin sembrava non stare meglio, si sentiva ancora a disagio nell'essere guardato e a mostrarsi a chiunque, soprattutto con Federico. Continuava nell'avere periodi durante i quali nemmeno voleva essere toccato e Federico faceva, ormai, fatica a stargli lontano. Erano passati quasi due mesi dall'incidente e tutto ciò che voleva era poterlo stringere come in passato, fare l'amore con lui, ma non voleva pressarlo. Continuava a ripetersi che presto sarebbe passato tutto, ma il tempo passava e Benjamin sembrava allontanarlo sempre di più.
Sarebbe mai ritornato quello di prima?

Quel giorno nella casa dei due ragazzi regnava il caos, l'agitazione era palpabile e Benjamin era il più irrequieto tra i due. L'avvocato del moro aveva comunicato loro, la sera precedente, che quel giorno si sarebbe svolto il processo finale contro Thomas e che il giudice avrebbe finalmente annunciato la sentenza.
Federico aveva pregato l'altro affinché restasse a casa ma il moro non voleva saperne, voleva essere lì mentre Thomas veniva condannato.
-"Amore sei pronto?" Gli chiese Federico, mentre si sistemava la cravatta nera nonostante fosse ormai agosto e il sole fosse bollente, quel giorno più degli altri.
-"Dannazione!" Esclamò il moro e colpì con un pugno il tavolo della cucina.
Il più piccolo, fermò davanti allo specchio nel soggiorno, sobbalzò quando sentì quel rumore e corse in cucina.
-"Ben che succede?!" Chiese allarmato. "Perché hai colpito il tavolo?"
-"È questa maledetta camicia!" Rispose Benjamin, furente di rabbia, e si voltò verso il suo fidanzato. "Non riesco ad abbottonarla!"
Il biondo tirò un sospiro di sollievo quando vide i bottoni ancora slacciati della camicia, pensava fosse successo qualche di grave ma era solo agitato per il processo. Il biondo gli sorrise dolcemente e si avvicinò a lui.
-"Rilassati, Benjamin, sei solo agitato per il processo." Gli disse, con tono pacato, e iniziò ad abbottonargli la camicia. "Andrà tutto bene, Thomas verrà condannato e tu potrai vivere tranquillo."
-"E se non dovesse andare tutto bene?" Sospirò il più grande e si passò una mano tra i capelli, che aveva sistemato all'indietro. "Se venisse liberato mi renderebbe la vita un inferno, cercherebbe in ogni modo di farmela pagare e sono certo ci riuscirebbe."
Federico gli diede un bacio a stampo e gli sistemò la camicia blu.
-"Se dovesse succedere ci penseremo, per ora pensa positivo." Rispose. "Io sono qui con te, qualsiasi cosa accada."

Per tutto il viaggio in macchina Benjamin non aveva fatto altro che muovere la gamba e picchiettare le dita in modo nervoso sulla portiera della macchina.
Quando il più piccolo parcheggiò davanti al tribunale sentì l'altro respirare profondamente più volte, era agitato e poteva capirlo. Anche Federico temeva che le cose potessero non andare come sperava, aveva ceca fiducia negli avvocati di suo padre ma Thomas era pieno di risorse e avrebbe potuto farla franca anche quella volta. I due giovani entrarono mano nella mano nell'aula di tribunale, il giudice era già presente e Thomas sorrise beffardo si due non appena li vide entrare. Sembrava tranquillo, troppo per quanto stava per succedere.
-"Sta per comunicarci la sentenza." Li informò l'avvocato, per poi tornare composto al suo posto.
Il moro sembrava totalmente nel pallone, si guardava intorno spaesato, come se non capisse quello che stava succedendo. Il giudice aveva iniziato a parlare, ad elencare i capi d'accusa nei confronti di Thomas ma Benjamin non gli stava prestando attenzione, occupato com'era a cercare di respirare.
-"Tranquillo, amore, va tutto bene." Cercò di incoraggiarlo Federico e gli accarezzò la schiena. "Sta per dire la sentenza, ascolta."
-"Questo tribunale ha deciso per l'imputato la condanna a venticinque anni di carcere, presso il penitenziario di Santa Monica." Comunicò il giudice.
Tutto quello che il moro vide furono i suoi avvocati esultare e dirigersi verso di loro per congratularsi, vide Federico abbracciarlo ma lui non riusciva a festeggiare. Non si sentiva ancora libero.
-"Me la pagherai!" Urlò Thomas, sovrastando le grida di gioia nell'aula. "Me la pagherai, puttana! Fosse l'ultima cosa che faccio ma tu morirai per mano mia!"
Federico sobbalzò a quelle parole mentre il moro sembrò non dargli troppo peso, come se aspettasse una cosa simile.
-"Portatelo via!" Ordinò il giudice.
-"Brucerai all'inferno, Benjamin, quello che hai passato non è nulla. Te lo prometto!" Continuò ad urlare l'uomo, mentre veniva ammanettato. "Ci vediamo tra venticinque anni, ti giuro che ti troverò e ti ammazzerò!"
-"Ben, non ascoltarlo, è matto." Cercò di tranquillizzarlo Federico, nonostante fosse lui il più agitato tra i due.
-"Andiamo via." Fu tutto quello che rispose il moro, impassibile, e si incamminò verso l'uscita dell'aula.

Il viaggio di ritorno verso casa fu breve e silenzioso, l'ansia che alleggiava prima era svanita e sul volto del moro era comparsa un'espressione di tranquillità che aveva conteggiato anche il più piccolo. Nonostante Benjamin non avesse aperto bocca, sapeva che stava meglio.
-"Allora, amore, sei felice?" Gli chiese Federico, mentre seguiva l'altro in camera da letto.
Il moro entrò nella stanza e si voltò verso di lui.
-"Forse felice non è la parola adatta." Rispose e inclinò la testa da un lato. "Mi sento soddisfatto, più tranquillo. Sapere che Thomas mi starà lontano mi rende più tranquillo." Aggiunse e prese una mano del minore. "Felice lo sono ogni volta che sono con te. Sei tu a rendermi felice, non Thomas o chiunque altro, principessa."
Il più piccolo non poté evitare di sorridere per quel nomignolo, erano mesi che non lo chiamava in quel modo.
-"Ti amo." Disse e si avvicinò a lui. "Ti amo, Ben, non immagini quanto."
-"Invece lo immagino, perché è tanto quanto ti amo io." Rispose Benjamin e lo baciò, come non faceva da tempo.
Il più piccolo non esitò a chiedere l'accesso alla bocca dell'altro, che non gli venne negato, e poco dopo spinse Benjamin sul letto senza però interrompere il loro bacio.
Il moro ridacchiò quando si ritrovò sdraiato sul letto e iniziò ad accarezzare la schiena del minore. Federico, per tutta risposta, gli morse il labbro inferiore e scese a baciargli il collo, mentre iniziava a sbottonargli la camicia.
-"Sei meraviglioso, Benjamin. Meraviglioso." Soffiò contro la pelle del fidanzato, che rabbrividì. "Sognavo da settimane di fare ancora l'amore con te." Aggiunse e scese ad accarezzargli il basso ventre.
-"F- Federico f- fermati..." Balbettò il moro e tentò di bloccare i movimenti del fidanzato, che aveva iniziato a strusciarsi su di lui.
-"Che succede, amore?" Replicò il più piccolo e gli accarezzò il volto. "Ti ho fatto male per caso?"
-"I- io non voglio fare l'amore c- con te..."

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Ehi 🎈
Grazie e ancora grazie per le quasi sessantamila visualizzazioni, mi rende immensamente felice vedere che dopo più di tre mesi continuate a leggere e sostenere questa storia. Grazie infinite ♥️
Thomas è stato condannato, le cose tra Federico e Benjamin però sembrano non andare nel migliore dei modi, in quanto il moro non vuole concedersi a lui? Come la prenderà Federico? Resteranno insieme o si separeranno?
Vi comunico che mancano solo cinque capitoli alla fine di questa storia, più ovviamente l'epilogo, che cosa succederà secondo voi?
Se volete entrare nel gruppo whatsapp non dovete fare altro che mandarmi un messaggio con il vostro nome e numero, vi aggiungerò subito.
Per qualsiasi cosa potete contattarmi qui o mi trovate su Twitter come @fvedericoshvrt e su Instagram come @/fixhvrtx.
Fatemi sapere che cosa ne pensate.
Baci, Michi💕

Do you want to dance with me in the dark? || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora