Quando Federico intrufolò una mano nei suoi boxer blu un singhiozzo più rumoroso degli altri lasciò le sue labbra, a quel punto nemmeno Federico poté ignorarlo.
-"Che succede?" Chiese il biondo e aggrottò la fronte.
-"T- Thomas..."
Il più piccolo rimase spiazzato, l'ultimo nome che si aspettava di sentire pronunciato in quel momento era quello di Thomas, soprattutto da parte di Benjamin. Il ragazzo si allontanò leggermente, per poter guardare l'altro negli occhi e palesò la sua espressione confusa agli occhi lucidi del fidanzato.
-"Perché hai nominato Thomas?" Chiese, sospettoso, il più piccolo. "Che cosa c'entra lui in questo momento?" Continuò a domandare.
Benjamin non ce la fece a trattenersi oltre, scoppiò in lacrime e allontanò in modo abbastanza brusco il ragazzo da lui, che cadde sul pavimento.
-"Ma sei impazzito?!" Strillò il più piccolo e si massaggiò la schiena. "Prima nomini Thomas e poi mi spingi via?!"
-"T- tu sei u- uguale a lui..." Singhiozzò Benjamin, il volto era pallido e le occhiaie erano ben marcate, gli occhi iniettati di sangue e le labbra sanguinanti. "S- sei come l- lui..." Aggiunse, per poi singhiozzare rumorosamente e coprirsi il volto con le mani.
Gli sembrava di star vivendo un incubo, il suo fidanzato diventava ogni giorno più simile al suo peggior incubo. Lo stava trattando allo stesso modo, voleva da lui le stesse cose. Anche Federico iniziava a considerarlo soltanto un corpo da cui trarre piacere, senza dare retta a quello che il più piccolo voleva.
Quelle parole bastarono per far infuriare Federico, che balzò all'in piedi e strinse le mani intorno al collo del moro.
-"Come cazzo ti permetti di paragonarmi a lui?!" Urlò Federico, incurante che l'altro aveva iniziato a tossire a causa sua. "Ti devo forse ricordare quello che ti ha fatto?!"
-"F- Federico, m- mi fai m- ma- male..." Balbettò il moro, tentando di allontanare le mani del più piccolo dal suo collo. "Pe- Per favore las-" Il ragazzo non riuscì a terminare la sua frase e ricominciò a tossire.
-"Ha fatto esplodere un locale soltanto perché voleva ammazzarti!" Urlò il più piccolo, furioso come non mai. "E stava per violentarti!" Continuò a gridare e lasciò il collo del ragazzo, che riprese a respirare e toccò i punti doloranti. "Come puoi paragonarmi a lui?!"
-"Lo stavi per fare anche tu!" Urlò in risposta Benjamin, maledicendosi subito dopo per via della gola secca. "Anche tu lo stavi per fare, Federico." Ripeté, con tono più basso, mentre una lacrima gli bagnava la guancia. "Ti sei allontanato da me soltanto perché non voglio venire a letto con me." Disse. "E oggi hai sei tornato a parlarmi normalmente soltanto quando ti ho detto l'avrei fatto. Mi hai sentito piangere eppure mi hai ignorato, per te era più importante ottenere quello che volevi." Continuò, gli faceva male pronunciare quelle parole ma non voleva che più nessuno si sentisse in diritto di fare con lui quello che voleva senza nemmeno sentirselo dire. Senza sapere quanto lui li disprezzasse. "Guardati, Federico, stai diventando come lui. Mi hai pregato infinite volte di cambiare vita ma adesso che l'ho fatto, tu continui a trattarmi come se fossi un ragazzo da usare soltanto per il sesso."
Il più piccolo rimase pietrificato, in un solo momento si rese conto di quanto fosse stato stupido a trattare in quel modo Benjamin. Da quando il sesso era diventato così importante per lui? Certo, aveva pur sempre vent'anni e amava Benjamin come non mai ma non era una scusa valida per trattarlo in quel modo, soprattutto dopo quello che aveva fatto. Osservava il ragazzo mezzo nudo davanti a lui, tremava e continuava a piangere a causa sua, in quel momento Benjamin lo detestava e non poteva fargliene una colpa. Si odiava anche lui stesso, avrebbe dovuto stargli accanto, sostenerlo e riempirlo d'amore, non trattarlo come se fosse un oggetto.
-"B- Benjamin..." Balbettò il più piccolo e si gettò in ginocchio davanti al fidanzato. "Mi dispiace." Sospirò alla fine e gli prese le mani.
Benjamin le ritirò bruscamente e scosse la testa.
-"No, Federico, questa volta non basterà scusarti." Replicò, faticando per non singhiozzare, e si alzò dal divano. "Io non posso restare qui. Non voglio."
-"Cosa? Non puoi dire sul serio." Rispose il biondo e sgranò gli occhi. "Non puoi andare via!"
-"Farà bene ad entrambi." Disse, sicuro di se stesso, il più grande. "Per favore non impedirmelo, ho bisogno di stare per qualche giorno da solo."Federico si era sentito morire quando aveva visto Benjamin, con uno zaino e un borsone da palestra, era andato via di casa dicendogli di non cercarlo. Si era sentito un po' più sollevato, però, quando aveva scoperto che sarebbe rimasto a casa dei suoi genitori.
Si sentiva tremendamente stupido per quanto aveva fatto, in quel momento avrebbe soltanto voluto abbracciare Benjamin e ripetergli all'infinito quanto lo amasse. Se lo avesse perso per quel motivo, non si sarebbe mai perdonato.
Benjamin meritava il meglio ma voleva essere lui stesso a darglielo.
Erano passati tre giorni da quando il moro si era trasferito a casa dei suoi genitori e da lui non aveva ricevuto nessuna notizia. Benjamin si ostinava a non voler rispondere ai suoi messaggi e alle sue telefonato, allo stesso modo però nemmeno i suoi genitori gli permettevano di instaurare un contatto con lui. Continuavano a ripetergli che aveva sbagliato e sarebbe stato Benjamin a decidere quando e se perdonarlo, loro non potevano fare nulla.
Federico si sentiva terribilmente solo, ormai per lui non era più la stessa cosa abitare da solo in quella casa, aveva tentato di studiare qualcosa ma non riusciva a concentrarsi. Continuava a pensare a quel maledetto pomeriggio e a quanto stupido fosse stato.
Erano le tre del pomeriggio quando, in preda ad una crisi, Federico uscì da casa sua, salì in macchina e corse verso casa dei suoi genitori.-"Federico, tesoro, che bello vederti." Lo salutò sua madre non appena lo vide entrare in casa. "Come stai?" Chiese.
Federico però ignorò del tutto sua madre, la superò e fece per salire al piano superiore ma venne bloccato da suo padre.
-"Dove vai?" Gli chiese l'uomo e si fermò davanti a lui.
-"Dov'è Benjamin?" Chiese Federico, abbastanza alterato. "È qui? Devo parlare con lui."
-"Sì, è qui." Rispose Amber, alle sue spalle. "Ma non vuole parlare con te e noi non lo costringeremo."
-"Ma io ho bisogno di parlarci!" Esclamò il biondo.
-"Dovevi pensarci prima di fare quello che hai fatto, Federico!" Replicò il padre, usando il suo stesso tono di voce.
-"Ho sbagliato, lo so, ma ho bisogno di lui! Non posso continuare così!"
-"Nemmeno lui può continuare così, Federico." Disse la madre, con tono più calmo. "Hai idea di quello che gli hai fatto? Ha bisogno di tempo per dimenticare."
-"Io voglio stare con lui, mamma, quel giorno ho sbagliato ma non succederà mai più. Io lo amo."
-"Allora dimostraglielo, Federico."
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Do you want to dance with me in the dark? || Fenji.
Fanfic«Tra i tanti colori di Miami non c'era posto per il nero che Benjamin si portava dietro, per quel nero che sapeva ammaliare e sedurre. Nessuno riusciva ad apprezzarlo come meritava. Nessuno tranne un vulcano di colori. Riusciranno a creare il loro p...