-"Ben, lui è Daniel." Disse Federico. "L'ho conosciuto pochi minuti fa."
-"È lui la persona che stavi aspettando?" Chiese Daniel al biondo.
-"Esatto, sono io." Annuì Benjamin e porse una mano allo sconosciuto. "Io sono Benjamin, il suo fidanzato."
Il ragazzo dai capelli lunghi sgranò gli occhi a quelle parole mentre il biondo faticò a soffocare una risata. L'ultima cosa che si sarebbe aspettato di vedere in vita sua era Benjamin geloso. Geloso di lui. Il biondo sorrise, mentre il cuore gli batteva all'impazzata per l'emozione, e accarezzò la schiena del maggiore tenendo ancora le mani sotto la sua maglia e il suo giubbotto entrambi neri.
-"Cosa?!" Chiese, decisamente sorpreso, Daniel con voce acuta. "Lui è il tuo fidanzato?!"
Il più grande ghignò soddisfatto per la reazione che aveva ottenuto da parte dello sconosciuto.
-"Non siamo una bella coppia?" Chiese retorico il più grande e si strinse, ancora di più, al corpo del minore. "Anche se con un ragazzo come Federico è impossibile non formare una bella coppia. È meraviglioso." Aggiunse e diede un bacio a stampo al biondo, ancora sorridente.
Daniel, esterrefatto da così tante novità, deglutì a vuoto e si alzò dal divano.
-"Io v- vado allora, non voglio d- disturbarvi." Balbettò imbarazzato il ragazzo.
-"Addio Daniel, grazie per aver tenuto compagnia al mio ragazzo." Lo salutò Benjamin. Prima che il biondo potesse fare lo stesso, ringraziarlo per la compagnia, il più grande si avventò nuovamente sulle sue labbra e non gli lasciò modo di salutare quel ragazzo.-"Per fortuna è andato via." Disse il maggiore, poggiando la fronte contro quella del minore con il respiro mozzato e le labbra gonfie, dopo essersi accertato che quello sconosciuto fosse andato via.
Federico ridacchiò e gli accarezzò i capelli.
-"E se fosse un cliente della discoteca?" Chiese. "Se dovesse averti conosciuto?" Continuò a chiedere. "Potrebbe dire a tutti che stai con me e farti perdere il lavoro."
Il moro scosse la testa e abbandonò le gambe del minore per sedersi accanto a lui, senza però rinunciare a distendere le proprie gambe su quelle di Federico che iniziò ad accarezzarle.
-"Anche se fosse poco mi importa." Replicò il moro e scrollò le spalle. "Quello è lavoro e questa è la mia vita privata. Non possono pretendere che io non abbia una vita sentimentale, soltanto perché loro vogliono portarmi a letto." Continuò.
-"A questo proposito..." Disse il più piccolo e si zittì per mordicchiarsi nervosamente il labbro inferiore. "Voglio parlarti."
-"Certo, siamo qui per questo. Dimmi tutto."
-"Voglio proporti qualcosa." Disse il più piccolo.
-"Ti avviso, non ho intenzione di farmi legare da nessuna parte soltanto per farti divertire. Non amo il sadomaso."
Il minore rise e scosse la testa.
-"Nulla che riguardi il sesso, Ben." Rispose. "O almeno non tra di noi."
-"Che intendi dire?" Chiese Benjamin e aggrottò la fronte. "Spiegati meglio."
-"È il tuo lavoro andare a letto con persone che nemmeno conosci, spogliarti per loro, e per quanto a me non piaccia devo accettarlo." Iniziò a parlare il biondo, mentre accarezzava il ginocchio del moro. "È la tua vita ma, come mi hai detto tu tante volte, non determina la persona che sei. Io faccio parte della tua vita privata mentre tutti gli altri son persone che non rivedrai mai più." Disse. "Spesso però, anche se non dovrei, mi sento come loro e ho paura di essere anch'io soltanto di passaggio nella tua vita. Adesso mi dirai che sbaglio a pensare queste cose ma non posso farne a meno, per questo motivo voglio proporti quello che sto per dirti."
-"Ti ascolto, Federico, parla."
-"Non baciarli e non dargli stupidi nomignoli, non abbracciarli, limitati al sesso." Disse il biondo mentre guardava l'altro negli occhi. "Non farli sentire amati, loro vogliono solo sesso e tu gli darai solo sesso."
Il più grande strabuzzò gli occhi, si prese qualche momento per rifletterci ma alla fine annuì. A lui non costava nulla non mostrarsi affettuosi nei confronti di alcuni sconosciuti, anzi era soltanto un sollievo, e per di più poteva aiutare Federico ad accettare il suo lavoro. Per lui lo avrebbe fatto.
-"Va bene, principessa, lo farò." Annuì il più grande e strinse la mano di Federico. "Adesso però andiamo a casa? Magari mi spieghi come non devo comportarmi."Federico non se lo fece ripetere due volte, prese la mano del moro e insieme lasciarono quel bar. Salirono nell'auto del minore e cantarono a squarciagola tra le strade roventi, e stranamente poco trafficate, di Miami fino a quando non giunsero a casa del minore. La casa di Benjamin era indubbiamente più vicina, Thomas però continuava ad andargli a fare visita ogni volta che voleva e l'ultima cosa che i due volevano era essere disturbati da quell'uomo che quasi odiava Federico.
Non appena arrivarono a casa del minore, Benjamin scese giù dalla macchina e non appena si avvicinò al cancello venne avvolto tra le braccia tatuate di Federico, che lo prese di peso.
-"Per oggi sarai tu la principessa." Disse Federico, gli fece l'occhiolino e ad aprì il cancello.
-"Ne sei proprio sicuro?" Lo provocò il moro e gli morse il lobo dell'orecchio.
Il più piccolo ghignò malizioso, raggiunse la porta d'ingresso e a fatica l'aprì.
-"Non immagini nemmeno quanto, principessa."Meno di due minuti dopo i due giovani si ritrovarono nella camera del più piccolo, che Benjamin aveva imparato a conoscere quasi meglio della sua. Federico spinse l'altro sul letto e si sistemò su di lui, le loro labbra si unirono ancora una volta mentre i loro abiti volavano via. Il primo indumento a raggiungere il pavimento fu il giubbotto di pelle del moro, seguito dalla camicia di jeans di Federico e dalla t-shirt di questo.
Pochi minuti dopo Benjamin era totalmente nudo su quelle lenzuola bianche, mentre il corpo di Federico era coperto soltanto dai boxer grigi.
-"Togliti i boxer o potrei seriamente impazzire." Mugolò Benjamin, mentre l'altro gli baciava l'addome e gli accarezzava l'interno coscia.
-"Sarebbe divertente vederti impazzire." Replicò Federico, direttamente a contatto con la pelle nuda del moro che rabbrividì.
-"F- Fè, ti prego..."
Federico ridacchiò e si alzò per togliersi i boxer, ogni sua iniziativa venne però fermata dal campanello di casa.
-"Non ci pensare nemmeno!" Esclamò il moro e spalancò gli occhi.
-"Ben ma potrebbe essere importante..." Titubò il più piccolo.
-"No, Federico, no! Siamo venuti qui per stare tranquilli, non per essere interrotti sul più bello."
-"Dai Ben." Sbuffò Federico e si sistemò i boxer. "Ti prometto che faccio subito, due minuti contati. Arrivo subito!" Esclamò e, prima che l'altro potesse rispondere, corse al piano inferiore.
-"Solo due minuti!"Federico raggiunse la porta d'ingresso e, senza badare al suo aspetto, l'aprì mentre il campanello continuava a trillare.
-"Iniziavo a pensare fossi morto!" Urlò una delle due persone che si trovò davanti.
Federico sgranò gli occhi a tal punto che iniziarono a fargli male. Fermi davanti a lui c'era un uomo dall'incredibile somiglianza con il ragazzo, occhi azzurri come i suoi e capelli brizzolati, stretto in un completo nero con una camicia bianca. Al suo fianco c'era una donna a dire poco elegante, lunghi capelli neri e lisci e occhi verdi, sottili labbra tinte di rosa e il corpo minuto avvolto in un vestito bianco aderente.
-"Figliolo non mi sembra questo il modo di accogliere i tuoi genitori." Disse la donna, palesemente divertita. "Possiamo entrare o dobbiamo restare qui fuori?" Chiese.
Federico, non ancora totalmente lucido, si spostò per lasciar entrare i suoi genitori. Amber e Leonard Rossi, due nomi molto importanti nella società e da sempre un orgoglio per Federico ma in quel momento non voleva affatto vederli.
-"Federico perché sei praticamente nudo?" Chiese l'uomo mentre, affiancato da sua moglie, raggiungeva la cucina. "Stavi per andare a fare una doccia?"
-"D- doccia, sì..."
La donna rise e volteggiò al centro del salotto sui tacchi neri per guardarlo.
-"Ti senti bene, tesoro?" Domandò. "Mi sembri un po' strano."
Dal piano superiore i tre udirono una voce, che sorprese tutti.
-"Federico hai ancora trenta secondi o ti giuro che il mio culo te lo scordi fino all'anno prossimo!" Urlò Benjamin dalla camera.
I due genitori si guardarono per un momento, per poi scoppiare a ridere per l'espressione terrorizzata del figlio.
-"P- penso che ci metterò un po' d- di più..." Balbettò Federico, nella speranza che l'altro lo sentisse.
-"Cosa?! Perché?!" Replicò il moro. "Adesso scendo!"
-"No!" Urlò Federico. "Ben, per favore, resta in camera ti spiego dopo!"
-"Sbrigati!"
-"Potevi dircelo che non sei solo in casa." Rise la donna e si appoggiò alla spalla del marito.
-"Non possiamo conoscere questo Ben?" Chiese l'uomo. "Non si usa più presentare i propri fidanzati ai genitori?"
-"Papà ti prego." Sospirò il biondo e si passò una mano sul volto. "Non è un bel momento per una conversazione di questo genere." Aggiunse. "Non voglio che conosciate in questo modo Benjamin."
-"Non salirò al piano superiore solo se rispondi ad una mia domanda." Disse Amber.
-"Quale mamma?"
-"Sei felice con lui?" Chiese la donna, improvvisamente seria e assottigliò gli occhi per osservare meglio suo figlio.
Federico, a quella domanda, sorrise senza nemmeno rendermene conto e abbassò lo sguardo imbarazzato. Non dovette pensarci prima di rispondere, aveva già da tempo la sua risposta.
-"Sì." Disse. "Mi rende felice, forse anche troppo."
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Do you want to dance with me in the dark? || Fenji.
Fanfiction«Tra i tanti colori di Miami non c'era posto per il nero che Benjamin si portava dietro, per quel nero che sapeva ammaliare e sedurre. Nessuno riusciva ad apprezzarlo come meritava. Nessuno tranne un vulcano di colori. Riusciranno a creare il loro p...