Fourteen.

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Federico era rimasto a bocca aperta mentre osservava il ragazzo che si era seduto accanto a lui. Benjamin era l'ultima persona che si aspettava di vedere quella mattina e per di più in università.
Dopo quello che era successo pensava che avrebbe dovuto chiedergli scusa fino allo sfinimento e non essere mai perdonato, sapeva di aver esagerato con lui e di essersi comportato in un modo orribile. Se fosse stato in Benjamin gli avrebbe anche vietato di entrare in discoteca.
Lui si sarebbe odiato ma Benjamin non lo faceva. Benjamin non lo odiava. Nonostante avesse tutte le ragioni del mondo per avercela con lui, ancora una volta, il moro era andato a cercarlo e non aveva paura di dirgli che gli era mancato.
Solo pochi giorni prima pensava che Benjamin fosse una persona priva di emozioni e sentimenti ma si sbagliava. Benjamin aveva un cuore enorme che aspettava soltanto di essere riempito d'amore.
-"Mi mancavi, principessa."
A quelle parole il battito cardiaco del più piccolo era notevolmente accelerato. Avrebbe voluto gettare le braccia al collo del moro e chiedergli scusa fino allo sfinimento ma non poteva, era come bloccato.
Il maggiore, in parte divertito, sbuffò e incrociò le braccia al petto.
-"Hai intenzione di parlare o vado via?" Lo stuzzicò il ragazzo. "Non sono venuto qui per guardarti studiare e nemmeno per farmi guardare da te."
Federico scosse vigorosamente la testa e ghignò soddisfatto.
-"Sei venuto qui perché ti mancavo, no?" Replicò Federico e lo guardò divertito. "Perché non riesci a stare senza di me."
-"Non gongolanti troppo, principessa. Potrei andarmene in questo momento e ignorarti per il resto della vita." Sbuffò il moro e alzò gli occhi al cielo.
Il più piccolo sobbalzò a quelle parole e spalancò gli occhi. Non voleva che Benjamin se ne andasse, non prima di avergli chiesto scusa.
-"Benjamin possiamo parlare?" Gli chiese, con tono di voce più serio.
-"Così mi spaventi, Federico." Rispose Benjamin. "È successo qualcosa?" Gli chiese preoccupato.
Il biondo sospirò e si avvicinò a lui, gli dispiaceva distruggere quell'aria di gioia che si era creato intorno a loro ma doveva farlo. Doveva scusarsi con Benjamin.
-"Voglio chiederti scusa." Disse il biondo e abbassò il capo. "Ieri ti ho trattato malissimo, avrei potuto reagire in un altro modo ma non ho pensato. Non appena ho visto Louis e Francisco avvicinarsi ho fatto la cosa che mi sembrava più ovvia." Continuò il ragazzo e iniziò ad accarezzare il ginocchio del maggiore. "So che non è una scusante, che non dovrei vergognarmi nel farmi vedere in giro con te ma non so come spiegarti quello che mi succede... Non voglio che i miei amici scoprano tutto, non così." Aggiunse e sospirò. "Mi dispiace Ben."
Il più grande gli prese il viso tra le mani e abbozzò un sorriso.
-"Guardami." Gli disse e Federico alzò lo sguardo su di lui. La sala studio dell'Università era vuota, a quell'ora quasi tutti erano a lezione e quei pochi liberi preferivano restare in giardino con i loro amici. Le giornate iniziavano ad essere più lunghe e calde ed era un vero piacere restare all'aria aperta. "Non hai nulla di cui scusarti, è la tua vita privata ed hai tutte le ragioni del mondo a volere che resti tale.
Ho esagerato con le mie reazioni, avrei dovuto capirti un po' di più ma sto iniziando a sospettare di essere un po' stupido. - Federico ridacchiò e si sedette sulle ginocchia del moro, che gli cinse la vita con un braccio -
È bello vederti sorridere, principessa." Disse e gli baciò la punta del naso.
Federico sorrise e appoggiò la testa sulla spalla del moro.
-"Quindi mi perdoni?" Gli chiese speranzoso.
Il moro fece spallucce e schioccò la lingua sul palato.
-"Ad una sola condizione." Disse e gli accarezzò la schiena con in mano.
Il più piccolo si morse il labbro inferiore e si mise a cavalcioni su di lui.
-"E quale sarebbe questa condizione?" Gli chiese e iniziò ad accarezzargli il petto coperto.
Benjamin ridacchiò e scosse la testa.
-"Nulla di quello che pensi." Disse. "Esci con me." Aggiunse, senza troppi giri di parole.
Il biondo aggrottò la fronte.
-"Che cosa?" Chiese. Pensava davvero di non aver capito bene. Davvero Benjamin voleva uscire con lui.
-"Esci con me, principessa." Disse il più grande. "Vieni a pranzo con me, rilassati e divertiti.
Nulla di troppo formale, solo noi due." Aggiunse e gli sorrise. "Che ne dici?"
Federico sorrise e annuì.
-"E quando vorresti uscire?"
-"Adesso."

Nonostante fosse appena mezzogiorno e le trafficate strade di Miami, i due ragazzi uscirono dalla facoltà e non smisero di guardarsi e sorridersi nemmeno per un momento. Federico aveva la forte tentazione di prendergli la mano ma non sapeva se Benjamin volesse e non sapeva nemmeno se fosse pronto ad una cosa del genere in pubblico.
Nessuno dei due sapeva dare un nome a quella loro uscita, non sapevano se fosse una banalissima uscita tra due conoscenti o un vero e proprio appuntamento. Benjamin gli aveva chiesto di uscire con lui ma non aveva aggiunto altro, non aveva detto se per lui fosse qualcosa di più o meno.
-"Se vuoi possiamo andare in un'altra zona, qui ti conoscono in molti a quanto vedo." Disse il maggiore quando l'ennesima ragazza salutò il più piccolo.
Federico aggrottò la fronte e scrollò le spalle.
-"Qui va benissimo." Rispose. "Non voglio nascondermi, Ben. Non voglio." Aggiunse ed era vero.
Voleva davvero affrontare le sue paure, superare i suoi pregiudizi, e mostrarsi liberamente in pubblico con Benjamin o chiunque altro.
Il moro sorrise, gli circondò le spalle con un braccio e gli baciò la tempia.
-"D'accordo principessa, facciamo come vuoi." Replicò. "Ricorda però che pago io, sei mio ospite e non accetto repliche."

Dopo qualche lamentela da parte del minore, che continuava a dire che poteva pagare la sua parte senza problemi, i due ragazzi entrarono in un ristorante poco distante dalla spiaggia, fortunatamente quasi del tutto vuoto. I due presero posto ad un tavolo accanto alla grande vetrata che mostrava la spiaggia sottostante, il mare era agitato e si poteva udire il rumore delle onde che si infrangevano contro gli scogli.
Era la prima volta che Benjamin entrava in un ristorante di quel calibro, in genere preferiva i pub che circondavano la discoteca, ma voleva che Federico avesse il meglio e non voleva badare a spese. Per sua fortuna con il suo mestiere guadagnava abbastanza e poteva permettersi un pranzo in quel ristorante, anche se probabilmente sarebbe finito volentieri a lavare i piatti pur di far sorridere il biondo.
-"Sei sicuro di voler pranzare qui?" Gli chiese Federico mentre osservava il menù e i prezzi che affiancavano ogni pietanza. Non voleva che Benjamin spendesse così tanto per colpa sua, non sapeva nemmeno se poteva permetterselo, a lui sarebbe andato bene anche un hot dog comprato ad un carretto per strada. Gli bastava stare con Benjamin.
Il moro alzò gli occhi al cielo e sbuffò.
-"Federico non sono il poveraccio che pensi." Gli disse. "Guadagno abbastanza per pranzare qui o in qualsiasi altro locale di Miami. Forse non te lo aspetti ma anche noi spogliarellisti possiamo permetterci qualche lusso." Aggiunse e gli sorrise, per smorzare la sua ansia. "Adesso ordina quello che ti pare e non lamentarmi." Continuò. "E attento, se dovessi ordinare solo una misera insalata o qualcosa del genere ci penserò io e ti farò sentire in colpa fino all'ultimo dei tuoi giorni." Concluse e ammiccò divertito.
Il biondo sospirò e annuì.
-"La prossima volta sarò io ad offrirti il pranzo però."
-"Quindi vuoi che ci sia una prossima volta, principessa?" Lo stuzzicò Benjamin e chiuse il menù.
Il biondo si morse il labbro inferiore mentre le sue guance acquistavano colore.
-"Sto bene con te." Borbottò il ragazzo, con lo sguardo basso. "Quando sto con te riesco a non pensare a tutte le mie preoccupazioni e i miei obblighi. Quando sto con te sto bene, sono rilassato." Aggiunse. "Mi piace stare con te."
Il più grande sorrise e gli prese la mano.
-"Anch'io sto bene con te, principessa." Rispose. "Non pensavo che lo avrei mai detto ma mi piaci. Non sei la persona che pensavo tu fossi e ne sono felice. Sono felice di averti conosciuto."

Do you want to dance with me in the dark? || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora