Federico riuscì a fatica a liberarsi dei suoi genitori, che continuavano a fargli domande sul ragazzo al piano superiore e insistevano per conoscerlo. In altre circostanze, probabilmente, Federico aveva accettato di presentare il suo ragazzo ai suoi genitori ma con Benjamin era tutto diverso, con lui si sentiva diverso. Non sapeva neppure se poteva davvero considerarlo il suo fidanzato o un suo amico verso cui provava qualcosa, con Benjamin c'erano ancora così tanti dubbi da risolvere e i suoi genitori non lo avrebbero di certo aiutato a capire.
Per di più non sapeva neppure se il più grande sarebbe, o meno, piaciuto ai suoi genitori. Per quanto Benjamin potesse essere un ragazzo eccezionale restava pur sempre uno spogliarellista, qualcuno che andava a letto con altre persone per soldi, che cosa avrebbero pensato i suoi genitori del suo lavoro? Sapeva fossero persone abbastanza aperte mentalmente, non sapeva però fino a che punto, non avevano mai trattato un tema del genere e lui voleva certezze prima di compiere un passo così importante. Federico amava i suoi genitori e non sapeva se sarebbe stato in grado di accettare che questi ostacolassero la sua relazione con il moro.
"Ci penserai quando sarà il momento, Federico, adesso pensa soltanto al meraviglioso ragazzo che ti aspetta al piano superiore." Si disse Federico mentre saliva le scale per tornare in camera, dopo essersi finalmente liberato dei suoi genitori.
-"Finalmente sei tornato!" Esclamò Benjamin, ancora nudo sul letto del minore e con il cellulare tra le mani. "Stavo diventando vecchio ad aspettarti."
Il biondo sorrise e si sdraiò accanto a lui.
-"Scusa." Disse e gli diede un bacio sulla guancia. "Erano i miei genitori e non volevano saperne di andarsene." Spiegò. "Soprattutto dopo aver scoperto che eri qui, volevano a tutti costi conoscerti."
Il più grande scrollò le spalle e bloccò il cellulare, per poi poggiarlo sul comodino accanto a lui.
-"Potevi dirmelo." Rispose. "Mi sarei vestito e sarei sceso."
Federico inarcò un sopracciglio e si mise a sedere per guardarlo meglio.
-"Tu vuoi conoscere i miei genitori?" Chiese, a dir poco sconcertato. "Per te non ci sono problemi?"
Il moro scosse la testa, mantenendo la sua espressione tranquilla.
-"No, per me non ci sono problemi." Rispose, semplicemente, senza scomporsi e senza lasciar trasparire alcuna emozione. "E per te, Federico?"Federico rimase spiazzato da quella domanda ma, per sua fortuna, riuscì a cambiare argomento distraendo l'altro con qualche bacio e qualche carezza. Nonostante l'inizio abbastanza insolito, Benjamin e Federico, riuscirono a passare un bel pomeriggio senza ulteriori distrazioni. I due optarono per guardare un film, evitando di guardarne uno troppo romantico, e optarono per una vecchia commedia trovata tra i dvd del minore.
Si accordarono anche per cenare insieme dopo il lavoro del più grande, dove Federico lo avrebbe accompagnato e si sarebbe accertato che l'altro rispettasse i limiti da lui imposti. Si fidava di Benjamin ma sapeva anche che in quell'ambiente era facile sbagliare, non si fidava delle persone con cui Benjamin aveva a che fare.
Senza preoccuparsi troppo del suo abbigliamento, con una semplice felpa bianca e un jeans chiaro, Federico uscì di casa affiancato dal moro tenendogli la mano.-"Fede, sbrigati, è tardi!" Esclamò il maggiore mentre l'altro parcheggiava nel parcheggio della discoteca, quasi del tutto pieno.
-"Siamo arrivati, Ben, calmati!" Rispose Federico e spense il motore della macchina. "Ecco, ho fatto, scendi." Disse e aprì la portiera della macchina.
Il moro non se lo fece ripetere due volte, uscì dalla macchina e corse verso l'ingresso secondario.
-"Vieni Fè!" Gli gridò il moro.
-"Io non posso entrare di qua, questo è solo per lo staff." Disse il più piccolo quando lo raggiunse.
-"Sei con me, puoi entrare dove ti pare." Replicò Benjamin e gli prese la mano. "Puoi anche restare qui se non vuoi mescolarti con quella mischia, so quanto ti dà fastidio la puzza che alleggia in quella sala."
Ed era vero, Benjamin sapeva che cosa desse fastidio all'altro, in quelle settimane aveva imparato a conoscerlo e aveva imparato più o meno quali fossero i suoi gusti e le sue abitudini. Gli piaceva il modo in cui arricciava il naso quando cucinava il pollo, perché per quanto non gli piacesse l'odore amava il sapore, o di come mugolava felice quando mangiava il gelato alla fragola e gli piaceva anche come apriva le braccia quando faceva un bel sogno.
Il biondo sorrise e gli strinse la mano.
-"Allora ti aspetto qui." Rispose e gli diede un bacio sulla guancia. "Entriamo."
Il più grande annuì e spalancò la porta d'ingresso, le luci della stanza li colpirono e Federico chiuse gli occhi per qualche momento. Tutti i ballerini erano in pieno fermento, pronti a dare il cambio a coloro che in quel momento stavano ballando. Qualcuno salutò Benjamin, altri si limitarono a sorridergli mentre i due attraversavano la grande stanza priva di arredamento se non grandi specchi, qualche armadio e qualche sgabello bianco posizionato davanti agli specchi.
-"Finalmente sei arrivato!" Strillò una voce tristemente nota al più piccolo. "Stavo per chiamare la polizia e denunciare la tua scomparsa!"
Benjamin sbuffò e, quasi involontariamente, attirò a lui il minore.
-"Thomas sono qui, non fare ogni volta un dramma." Disse il ragazzo, abbastanza scocciato.
L'uomo, vestito totalmente di viola e facendo ridere il minore, raggiunse i due e aggrottò la fronte quando vide Federico.
-"Che ci fa questo qui?"
-"Questo si chiama Federico e ti pregherei di rispettarlo." Disse Benjamin, con tono di voce più duro.
-"Che ci fa Federico qui?" Si corresse Thomas, visibilmente infastidito dalla presenza del biondo.
-"L'ho portato io." Rispose il moro. "Resterà qui per tutta la durata del mio spettacolo, dopo di che andremo via." Aggiunse.
-"Ma questa sera devi andare a letto con qualcuno." Replicò l'uomo. "È da tempo che non lo fai, la gente inizia a lamentarsi."
Federico sbuffò sonoramente a quelle parole, odiava che Benjamin fosse costretto a fare quello che Thomas voleva. Odiava tutto di quel mondo.
-"Non questa sera." Rispose Benjamin, senza scomporsi. "E poi si sa che l'attesa aumenta il desiderio, no?" Continuò e ammiccò all'uomo. "Adesso vado a vestirmi, tratta bene Federico." Aggiunse, per poi voltarsi verso il biondo. "Non ci vorrà molto, tu mettiti comodo." Gli disse e gli diede un bacio a stampo.
-"Buona fortuna." Sorrise Federico e osservò l'altro andare via
-"Buona fortuna." Ripeté Thomas scimmiottando la voce del ragazzo. "La sua unica fortuna sarebbe perderti."
Il biondo alzò gli occhi al cielo e incrociò le braccia al petto.
-"Molto maturo, complimenti." Rispose.
-"E tu pensi maturo di essere maturo, ragazzino?" Replicò Thomas. "Pensi di essere migliore di tutti noi, non è così? Anche migliore di Benjamin, soltanto perché studi in una buona università e hai una buona famiglia? Lascia che ti dica una cosa, ragazzino, tu non vali nemmeno quanto uno dei miei ragazzi."
-"Benjamin non la pensa così." Disse il biondo. "E a me interessa quello che pensa lui."
-"Quanto pensi che durerà questa storia con Benjamin?" Replicò l'uomo. "Pensi di essere l'unico per lui? O forse il primo?" Continuò. "Pensi che prima di te non abbia mai portato qui un ragazzo e l'abbia riempito di attenzioni?"
Federico aggrottò la fronte, che cosa stava dicendo Thomas?
Benjamin gli aveva sempre detto di non aver avuto più storie dopo il suo ex fidanzato e non gli aveva mai dato motivo di non credergli.
"Vuole solo infastidirti, Federico, non dargli retta."
Thomas rise e scosse la testa, per la reazione del minore.
-"Non sei il primo, tesoruccio." Disse. "Non sei il primo bel ragazzo con cui Benjamin ci prova, con cui Benjamin passa del tempo.
Devo ammettere che con te sta durando più del solito ma finirai come gli altri." Continuò. "Ti userà fino a quando ne avrà voglia, fino a quando non lo annoierai, e poi ne troverà un altro più bello. Per quanto tu e i tuoi grandi occhioni possiate essere belli, ce ne sono altri molto più belli e Benjamin può averli tutti." Aggiunse. "Non illuderti, Federico, sei solo uno dei tanti e presto anche tu apparterrai al passato."
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Do you want to dance with me in the dark? || Fenji.
Fanfiction«Tra i tanti colori di Miami non c'era posto per il nero che Benjamin si portava dietro, per quel nero che sapeva ammaliare e sedurre. Nessuno riusciva ad apprezzarlo come meritava. Nessuno tranne un vulcano di colori. Riusciranno a creare il loro p...