Forty two.

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-"Perché l'hai fatto?"
-"Davvero non lo immagini?" Replicò, quasi divertito, l'amico e si alzò per guardarlo meglio. "Sei tanto stupido, Federico?"
-"Parla." Ringhiò il più piccolo e strinse la mano del più grande.
-"L'ho fatto perché provo qualcosa per Benjamin." Disse Francisco, senza giri di parole. "E tu te ne sei fregato fidanzandoti con lui, adesso non aspettarti che io non faccio lo stesso.
Lo voglio e lo avrò."
Federico spalancò la bocca e lasciò la mano del moro, nella sua mente continuavano a ripetersi le parole appena pronunciate dall'amico ma non riusciva a capirle in pieno. Sentì la mano calda del più grande sulla sua spalla ma non riuscì a voltarsi per guardarlo, era immobile a guardare il ragazzo fermo davanti a lui che lo guardava con un ghigno soddisfatto stampato sul volto.
Francisco provava ancora qualcosa per Benjamin? Perché non gliel'aveva detto? Nell'ultimo periodo si era sempre mostrato felice per la sua relazione ma, in realtà, aspettava soltanto il momento giusto per saltare addosso al suo Benjamin.
-"Io non sono un oggetto che puoi comprare, Francisco." Ringhiò il più grande e strinse la mano sulla spalla del minore.
Federico, a quelle parole, trasalì e tornò a stringere la mano del moro.
-"Io e Benjamin stiamo insieme, che ti piaccia o no." Replicò Federico con tono duro. "Non riuscirai a separarci con i tuoi stupidi trucchetti, ti conosco Francisco. Ricordalo."
-"È una minaccia?" Rispose Francisco e inarcò un sopracciglio.
-"Prendila come ti pare, io ti ho soltanto detto come stanno le cose." Disse il più piccolo, per poi voltarsi verso Benjamin. "Andiamo Ben, è meglio star lontano da certe gente." Gli disse, per poi andare via e trascinare l'altro dietro di lui.
-"Federico, Federico aspetta!" Esclamò il moro, quando furono fuori dalla discoteca e mentre Federico camminava a passo marziale verso la sua auto.
-"Che cosa c'è?" Gli chiese Federico, cercando di non usare un tono di voce troppo duro. Dopotutto Benjamin non aveva alcuna colpa, era inutile prendersela anche con lui.
Il moro abbozzò un sorriso e gli prese entrambe le mani.
-"Io voglio stare con te." Disse. "Non mi importa di quello che dice o fa Francisco, o chiunque altro, capisco sia un tuo amico ma per me non è nulla. Non gli permetterei mai di separarmi da te." Continuò. "Ricordalo Fè, io voglio te."  Aggiunse e si alzò sulle punte per baciargli la fronte. "Adesso andiamo a casa tua e dimentichiamo quello che è appena successo, non mi piace vederti con il broncio. Va bene?"
Il più piccolo sorrise e annuì.
-"Non so proprio che farei senza di te."

Una volta tornati a casa del minore Benjamin riuscì nel suo intento. Riuscì a far ridere il più piccolo con le sue abilità da pasticciere, che decisamente scarseggiavano e a mezzanotte inoltrata si ritrovarono entrambi sporchi di farina, da capo a piede, mentre si baciavano in quella cucina totalmente da sistemare. Un po' come loro, costantemente in disordine eppure pieni di amore e felicità.
L'indomani mattina il moro dovette sopportare le grida del minore appena sveglio, questo continuava a ripetergli che dovevano sistemare l'intera casa che avevano sporcato la sera precedente e non ammetteva repliche.
-"Ma se a stento pulisco casa mia, perché dovrei pulire casa tua?" Chiese il più grande, ancora assonnato e coperto soltanto da un paio di boxer neri rubati al minore, mentre l'altro gli porgeva del detersivo per lavare i piatti.
-"Perché ormai questa è anche casa tua." Replicò, senza pensarci troppo, Federico e si passò una mano tra i capelli ancora sporchi di farina. "E poi per me faresti di tutto, non è vero?" Continuò, facendo gli occhi dolci all'altro che alzò gli occhi al cielo.
-"Purtroppo per me, sì."

Quel giorno i due giovani furono costretti a separarsi prima del previsto, Thomas aveva telefonato al moro per chiedergli di raggiungerlo al locale e aiutarlo a fare qualcosa di cui non aveva voluto parlargli. Federico si era offerto di accompagnarlo ma, conoscendo il cattivo rapporto che legava il minore e il suo capo, il più grande aveva rifiutato dicendo che l'avrebbe raggiunto subito dopo il suo spettacolo.
-"Non vuoi che venga a prenderti io? A quell'ora non ci sono autobus e non mi va che torni a piedi." Disse, preoccupato, il più piccolo mentre l'altro indossava una sua t-shirt nera che gli stava un po' grande.
-"Tranquillo, principessa."  Rispose il moro e si avvicinò per dargli un bacio a stampo. "Sheldon, la mia guardia, ha la macchina e abita in zona. Sarà felice di accompagnarmi a casa e tornare anche lui a casa prima."
-"Sei sicuro?"
-"Sono sicuro tanto quanto sono sicuro che tu sia il ragazzo più bello che esista in questo mondo."

Un'ora e mezza e decine di imprecazioni contro i trasporti pubblici dopo, Benjamin, riuscì ad arrivare alla discoteca e trovò Thomas all'ingresso con una sigaretta tra le dita. Il ragazzo osservò la sua maglia viola e il suo pantalone giallo e storse il naso, se ci fosse stato Federico avrebbe riso fino alle lacrime.
"Da quando pensi a che cosa farebbe Federico se fosse con te?" Si chiese Benjamin, mentre avanzava verso l'uomo. "Ah, giusto, da quando hai perso la testa per lui."
-"Sei arrivato finalmente, pensavo te ne fossi dimenticato." Disse Thomas e calpestò la sigaretta con la scarpa nera.
-"Scusa, sai come sono i trasporti pubblici di Miami." Si scusò il moro e si fermò davanti all'uomo.
-"Per questo motivo continuo a ripeterti che dovresti prendere la patente."
Il moro alzò gli occhi al cielo e mise le mani nelle tasche posteriori dei suoi jeans.
-"Perché mi hai fatto venire qui? Che cosa vuoi che ti aiuti a fare?" Gli chiese, abbastanza scocciato da quella situazione. Preferiva, senza ombra di dubbio, restare a casa con Federico.
Thomas rise e scosse leggermente la testa, mentre il vento gli scompigliava i pochi capelli.
-"Una cosa che mi è sempre piaciuta di te è che vai sempre diritto al punto." Disse l'uomo e avanzò verso di lui. "Ed è quello che farò anche io ora." Aggiunse e fece per baciarlo ma il più grande si allontanò.
-"Ma sei impazzito?!" Quasi urlò il più grande. "Ma che ti prende?!"
Thomas inarcò un sopracciglio.
-"Che c'è? Non vuoi che ti baci?" Chiese. "Vuoi direttamente essere scopato?"
-"Io da te non voglio niente!" Esclamò Benjamin. "Non voglio venire a letto con te!"
L'uomo sbuffò sonoramente e indietreggiò di qualche passo.
-"È per quel ragazzino dai capelli biondi?" Replicò e si appoggiò al muro giallastro. "Quello con i soldi?"
-"Si chiama Federico." Ringhiò Benjamin. "E ti ho già detto che devi portargli rispetto.
Thomas alzò gli occhi al cielo, decisamente annoiato.
-"Quanto pensi possa durare con quello lì?" Replicò. "L'hai visto bene, Benjamin?" Chiese. "È bellissimo, forse anche troppo, ricco e sembra anche abbastanza simpatico. Potrebbe avere tutti, ha una vita fantastica. Perché dovrebbe accontentarsi di uno come te?" Aggiunse. "Di uno che può soltanto dargli sesso e qualche bella parolina che non pensa davvero.
Tu non sei fatto per le relazioni stabili, Benjamin,  e questo lo sappiamo bene entrambi per quanto tu voglia negarlo. Tu passi da un letto ad un altro e lo fai soltanto per soldi. Ti spogli su un palco davanti a centinaia di persone soltanto perché ti piace essere guardato e desiderato, come potresti accontentarti di un solo ragazzo?" Continuò.
-"La gente cambia, Thomas. Dovresti saperlo." Rispose il moro, con tono piatto e il volto impassibile. Non aveva intenzione di lasciare che Thomas distruggesse tutto, stava mettendo tutto se stesso in quella relazione e voleva davvero cambiare per Federico.
-"Non quelli come te." Rispose l'uomo e gli sorrise. "Ormai è tardi per cambiare, hai fatto la tua scelta e non puoi tornare indietro. Hai preferito il sesso all'amore e ti capisco, anch'io l'ho fatto.
Una casa e dei bambini non fanno per te, potrebbero divertiti per un certo periodo ma alla fine torneresti a questa vita perché ti appartiene. Perché è la tua vita." Aggiunse. "Un giorno, non molto lontano, ti stancherai delle coccole e dell'amore di Federico e desiderai soltanto essere scopato il più possibile da qualcuno che non sia lui.
Tu e lui appartenete a due mondi totalmente diversi, non avete punti in comune. Questo non è un film, Benjamin, non riuscirete a stare insieme. Non cambierai per lui e lui non cambierà per te." Continuò. "Guarda in faccia la realtà e lascialo prima che sia troppo tardi, se ci tieni tanto come dici evita di farlo soffrire. Torna al tuo mondo e lascia lui nel suo, sarà la scelta migliore per entrambi." Concluse.
Benjamin ringhiò e serrò i pugni. Chi credeva di essere Thomas per dirgli determinate cose? Che ne sapeva lui della sua vita e della sua relazione con Federico?
-"Ti sbagli, Thomas." Rispose, con tono duro. "Io voglio stare con Federico e farò di tutto affinché duri il più possibile. Finirà? Probabile, ma almeno saprò di averci provato. Dovresti conoscermi, io non mollo e non mi tiro mai indietro. Lotterò per lui e con lui, puoi starne certo." Aggiunse. "E adesso, se vuoi scusarmi, me ne torno da lui perché con lui sto bene. Non mi interessa di quello che pensi tu, mi interessa soltanto di Federico." Continuò. "Ah e questa sera non verrò a lavorare, trova qualcun altro, suppongo che presto ti servirà." Concluse e andò via.

Do you want to dance with me in the dark? || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora