Thirty.

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Federico si avvicinò a lui e sorrise soddisfatto.
-"Se dovesse esserci una prossima volta ti andrà molto peggio." Disse. "Stai lontano dal mio ragazzo."
Il biondo sentiva l'adrenalina invadergli il corpo, non era mai stato un ragazzo violento e non aveva nemmeno mai pensato di colpire in pieno viso uno sconosciuto nel parcheggio di una discoteca. Aveva sempre pensato che tutto si potesse risolvere parlando e con le buone maniere, come gli aveva insegnato sua madre, ma quella sera aveva dimenticato i tanti insegnamenti ricevuti e aveva dato retta soltanto ai suoi istinti più primordiali.
Quella sera, come le ultime dieci a quella parte, si era recato al locale nella speranza di incontrare Benjamin e mai avrebbe pensato di incontrarlo in circostanze del genere. Quando aveva visto quello sconosciuto spingere contro l'albero il moro, parlargli e tocarlo in quel modo non ce l'aveva fatta. Aveva perso la testa.
Aveva agito e parlato ancora prima di pensare ma non se ne pentiva, per Benjamin avrebbe fatto di tutto. Per Benjamin avrebbe rinunciato alle ricchezze della sua famiglia, alla sua casa, ai suoi amici, si sarebbe anche fatto arrestare ma non avrebbe rinunciato a lui.
Rinunciare a Benjamin sarebbe significato rinunciare alla parte più viva della sua vita, l'unica per cui valeva la pena continuare a lottare e a svegliarsi ogni mattina.
Benjamin aveva stravolto tutta la sua vita e lui non era pronto a ritornare alla sua noiosa quotidianità. Non era pronto a rinunciare a Benjamin, forse non lo sarebbe mai stato.

Sotto il suo sguardo colmo di rabbia e quello sorpreso di Benjamin lo sconosciuto, ancora sanguinante e dolorante, si alzò dall'asfalto rovinato e sporco del suo sangue e scappò via per evitare che Federico continuasse quello che aveva iniziato. Federico ghignò soddisfatto, estrasse un pacco di fazzoletti dalla tasca posteriore dei suoi pantaloni e si pulì le nocche della mano sporche di sangue.
-"Non sapevo che le principesse facessero a pugni." Commentò, con tono ironico, Benjamin e andò nuovamente a sedersi sul muretto scarabocchiato con disegni e frasi di ogni genere.
Federico chiuse gli occhi e si beò del suono di quella voce che da dieci giorni non sentiva, non pensava che un giorno sarebbe arrivato a sentire la mancanza di una voce. Gli era mancato sentire Benjamin parlare direttamente con lui.
Con un piccolo sorriso stampato sul volto, Federico, si voltò verso il moro e fece qualche passo nella sua direzione.
-"Le principesse sono troppo sottovalutate." Rispose e scrollò le spalle. "Possono essere anche delle super eroine, lo sapevi?"
Il moro ridacchiò e prese una sigaretta dal pacchetto che aveva appena preso, prese anche l'accendino e gettò il pacchetto vuoto in un cestino accanto a lui. Sotto lo sguardo attento di Federico si portò la sigaretta alle labbra e l'accese, lottando contro il vento di quella sera.
-"Grazie per avermi aiutato." Gli disse il moro e ispirò dalla sigaretta. "Devo ammettere che è stato divertente vederti fare a pugni, non pensavo fossi il tipo di persone che fa a pugni ma te la cavi bene." Aggiunse ed espirò una nuvola di fumo che Federico distrusse con una mano.
-"Sono tante le cose che non sai di me, Benjamin." Rispose il più piccolo, con tono di voce molto più calmo di quello che pensasse, e mise le mani nelle tasche dei pantaloni. "E suppongo tu non voglia scoprirle." Aggiunse, con una punta di amarezza.
Benjamin inarcò un sopracciglio e strinse la sigaretta tra le dita.
-"Che stai dicendo, principessa?"
-"Sto dicendo che suppongo tu non voglia più saperne nulla di me, dato che mi hai bloccato su ogni social esistente."
-"E da quando i social sono diventati la vita reale?" Replicò Benjamin e espirò il fumo. "Da quando un mi piace è diventato più importante di un abbraccio?
Bella generazione la nostra che interrompe le relazioni tramite messaggi, si fa forte dietro uno schermo e di persona non ha il coraggio nemmeno di alzare lo sguardo.
Sui social siamo chi vogliamo sembrare, non chi siamo davvero. Quello che succede su internet resta su internet, diamo troppa importanza a degli strumenti creati soltanto per restare in contatto quando siamo lontani. Ci siamo lasciato manipolare da qualche di irreale, facendolo diventare fin troppo reale.
Noi non siamo quello che postiamo, Federico, ricordalo." Disse il ragazzo e alzò lo sguardo verso il cielo stellato. "Ti ho bloccato Federico, è vero, ma ciò non significa che io non voglia più saperne nulla di te. Anche se lo volessi non sarei in grado di farlo e lo sai bene." Concluse e riportò il suo sguardo sul minore.
Il biondo sospirò e scosse la testa, facendo ricadere un ciuffo di capelli biondi sulla fronte abbronzata.
-"Allora perché negli ultimi dieci giorni hai fatto di tutto per evitarmi?" Gli chiese.
-"Avevo bisogno di pensare e per farlo dovevo stare da solo."
-"Pensare riguardo quello che ti ho detto a casa mia?"
-"Esatto." Annuì il più grande. "E adesso penserai che non è giusto che io pensi da solo per qualcosa che riguarda entrambi, ma avevo bisogno di prendere le mie decisioni da solo."
-"E la tua decisione qual è?" Gli chiese Federico. Il ragazzo, a che se non lo dava a vedere, temeva per la risposta che l'altro avrebbe potuto dargli, temeva gli dicesse che non voleva più vederlo. Temeva di perderlo.
Il moro gettò il mozzicone di sigaretta sull'asfalto e scese dal muretto per calpestarlo.
-"Ho una proposta da farti." Disse e si avvicinò al minore. "Ovviamente sei libero di rifiutare."
-"D- dimmi..." Balbettò titubante il più piccolo.
-"Io non posso amarti, Federico, anche se volessi non posso farlo." Iniziò a parlare Benjamin e l'altro abbassò il capo dispiaciuto. "Non posso amarti ma non posso nemmeno stare senza di te, in queste settimane sei diventato fin troppo importante per me e che io lo voglia o meno ho bisogno di te. Anche durante le azioni più comuni, come prepararmi un panino, penso a come sarebbe prepararlo con te e mi piace quella possibilità.
Ormai sei diventato parte della mia quotidianità e non voglio rinunciare a te, non voglio principessa."
-"Benjamin che mi stai dicendo?" Lo interruppe il biondo, che non riusciva a capire che cosa l'altro gli stesse dicendo. "Arriva al punto, per favore."
-"Non posso amarti ma posso essere tuo amico, Federico." Disse Benjamin. "Ti chiedo di vederci, passare del tempo insieme ma nulla che vada oltre la semplice amicizia. Niente baci e niente sesso, solo due ragazzi che si godono la reciproca compagnia.
Due amici." Continuò. "Pensi di poter essere soltanto mio amico?"
Federico strabuzzò gli occhi.
Amici.
Benjamin suo amico.
Essere soltanto amici.
Poteva farlo? Poteva essere soltanto amici della persona verso cui provava dei sentimenti? Poteva reprimere tutto e accontentarsi di passare del tempo con lui.
"Non puoi farlo Federico ma devi, è la tua ultima opportunità per continuare ad avere Benjamin nella tua vita." Si disse Federico e sospirò rumorosamente.
Probabilmente dopo pochissimi secondi si sarebbe pentito dalla sua risposta ma non aveva altra scelta.
-"." Disse Federico. "Posso essere tuo amico."

Do you want to dance with me in the dark? || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora