Thirty three.

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-"C- che cosa hai d- detto?" Balbettò il moro con la bocca improvvisamente secca. "C- che significa che n- non puoi essere mio a- amico?"
-"Ci ho provato ma non ci riesco." Sospirò il più piccolo e abbassò lo sguardo, sentendosi improvvisamente colpevole. Non voleva che Benjamin soffrisse ma non voleva soffrire nemmeno lui stesso. "Io provo qualcosa per te, Benjamin, e per quanto tu possa ignorarlo i miei sentimenti ci sono." Continuò. "Non posso essere amico della persona che credo di amare."
Federico si sentì vulnerabile dopo aver pronunciato quelle parole, per la seconda volta stava offrendo il suo cuore ad una persona che non lo voleva. Ad una persona che da lui voleva soltanto amicizia, che non era affatto interessata ad avere una relazione con lui. Il ragazzo indietreggiò di qualche passo, per poi voltarsi e andare a sedersi sul divano, stiracchiò le lunghe gambe nude e si prese la testa tra le mani.
Benjamin non aveva risposto, si limitava a guardarlo sconvolto ancora aggrappato al tavolo in vetro e a Federico ricordò tanto quella sera di quindici giorni prima quando gli aveva confessato i suoi sentimenti per la prima volta. Anche quella volta sarebbe scappato via? Anche quella volta avrebbe interrotto ogni contatto con lui?
Se lo avesse fatto anche quella volta Federico non avrebbe fatto nulla per impedirlo, non voleva di nuovo corrergli dietro. Aveva già fatto troppo per Benjamin, da quel momento in poi doveva pensare a se stesso.
Federico sospirò rumorosamente prima di riprendere a parlare dato che l'altro non aveva alcuna intenzione di farlo.
-"So benissimo che tu non vuoi che io provi determinate cose nei tuoi confronti." Iniziò a parlare il più piccolo. "So anche che non vuoi ferirmi e che non vuoi avere alcuna relazione con me, che se ti sei allontanato da me è per aiutarmi. So benissimo quello che pensi ma io non posso fare a meno di provare determinate cose per te. Purtroppo, o per fortuna, i sentimenti non sono qualcosa che posso comandare e non sono stato io a scegliere di provare qualcosa per te.
In questi giorni lontano da te quello che provo per te è diventato ancora più forte, dire che mi sei mancato è riduttivo tu sei diventato il centro di ogni mio pensiero ed io-" Il monologo sconclusionato del minore venne interrotto da Benjamin. Benjamin che, con uno scatto improvviso, lo raggiunse e in men che non si dica lo baciò.
Federico sgranò gli occhi e rimase a dir poco sorpreso da quel contatto, si irrigidì, non sapeva che cosa fare. In quei giorni le labbra di Benjamin gli erano mancate come l'aria ma in quel momento era totalmente nel pallone, non sapeva se baciarlo fosse la cosa migliore.
Tutti i suoi pensieri vennero messi a tacere quando il più grande si mise a cavalcioni su di lui e allacciò le braccia dietro il suo collo. Quella situazione sapeva tanto di normalità, quotidianità, e a lui piaceva. Si sentiva giusto. Alzò la maglia grigia del ragazzo e gli strinse i fianchi tra le mani, facendo mugolare il più grande contro le sue labbra, e gli morse il labbro inferiore prima di lasciarsi andare a quel bacio che tanto sognava.

Pochi minuti dopo Benjamin si ritrovò sdraiato sul divano, la maglia era volata sul parquet e Federico lo stava bloccando con il suo corpo sul suo. Le labbra del minore continuavano a torturarmi il collo e le clavicole, lo baciavano e lo mordicchiavano facendolo impazzire, il ragazzo gettò la testa all'indietro e strinse le gambe sul suo bacino.
-"F- Fè ti prego..." Mugolò il ragazzo e chiuse gli occhi.
Federico si morse il labbro inferiore e slacciò i pantaloni del più grande.
-"Mi era mancato sentirti pregarmi..." Sussurrò e gli baciò il mento. "Sei carino quando lo fai."
Il più grande alzò gli occhi al cielo.
-"Hai intenzione di parlare ancora per molto o mi baci?"
-"Preferisco la seconda opzione." Rispose il più piccolo e riprese a baciarlo.

Poco dopo la stanza venne invasa dai rumorosi gemiti del moro e dal nome di Federico che questo continuava a ripetere, mentre gli graffiava la schiena e lo stringeva a lui. Il più piccolo, totalmente perso in quei momenti di pura passione che li univano, si spingeva nel suo corpo senza mai interrompere il contatto visivo tra di loro, adorava guardare il ragazzo perdere il controllo tra le sue mani. Se solo avesse potuto avrebbe fatto sì che quel ragazzo non finisse mai, sentiva Benjamin suo più che mai e non era pronto a perderlo non appena quel momento fosse finito.

Per sfortuna del più piccolo quel loro momento di passione non durò per sempre e i due, prima di quel che volessero, si ritrovarono a fare i conti con la realtà. I due giovani si ritrovarono nudi su un divano troppo piccolo per loro due, Federico stava osservando l'altro rovistare nelle tasche dei suoi pantaloni alla ricerca di qualcosa.
-"Trovate!" Esclamò il maggiore ed estrasse il pacchetto di sigaretta da una tasca dei suoi pantaloni.
Federico arricciò il naso e prese il pacchetto di sigarette.
-"Se ne vuoi una bastava chiedere."
-"Smettila con queste cose." Disse Federico e gettò le sigarette in qualche angolo dell'ampia stanza.
-"Ma ehi!"
-"Ti fanno male." Lo rimproverò Federico. "Puoi vivere benissimo anche senza fumare." Aggiunse. "Da oggi in poi non fumerai più, o almeno non lo farai in mia compagnia." Concluse, con tono serio e si sistemò meglio sul divano, trovandosi a disagio a restare nudo e completamente esposto con Benjamin nonostante avessero appena fatto sesso.
Il moro ghignò malizioso e si sedette a cavalcioni sul bacino del più piccolo.
-"E che cosa dovrei fare in tua presenza?" Gli chiese e si avvicinò per mordergli il labbro inferiore.
Il più piccolo roteò gli occhi e sbuffò.
-"Ma pensi sempre al sesso?" Gli chiese, abbastanza scocciato e gli strinse i fianchi nudi.
Il petto di Benjamin era costellato da diverse macchie Rossi che lui stesso aveva provveduto a lasciargli. A Federico piaceva che l'altro non si facesse baciare da nessuno se non da lui, anche Francisco gli aveva detto che durante i loro rapporti sessuali Benjamin non si era mai lasciato baciare o toccare più del dovuto. Invece Federico poteva fare di tutto con lui, non gli aveva mai impedito nulla, lo faceva sentire speciale.
Benjamin ridacchiò e gli diede un bacio a stampo.
-"Con te sempre." Disse e allacciò le braccia dietro al suo collo.
Il biondo, a quella risposta, abbassò lo sguardo. Sapeva che Benjamin non volesse offenderlo e nemmeno sminuire quello che c'era tra di loro ma quella risposta non gli era piaciuta per niente, gli era sembrata come se Benjamin da lui volesse soltanto sesso.
Benjamin capì ciò che l'altro stava pensando e gli prese il viso tra le mani.
-"Non intendevo quello che stai pensando, principessa." Gli disse. "Non sei solo sesso." Aggiunse e gli baciò la punta del naso.
Il biondo sospirò e iniziò ad accarezzargli la schiena nuda, avvicinandolo di più al suo corpo.
-"E allora che cosa sono?" Gli chiese. "Che cosa ne pensi di quello che ti ho detto?" Continuò. "Dovremmo parlare, non credi?"
-"Domani." Rispose il più grande. "Ti prego, Federico, parliamone domani. Adesso non voglio rovinare questo momento." Lo supplicò il ragazzo sembrando improvvisamente stanco.
Federico aveva sempre pensato che quella situazione stesse sfinendo soltanto lui, che fosse soltanto lui a soffrire ma non si era mai chiesto come l'altro stesse. Benjamin gli aveva sempre detto che non potevano stare insieme ma non gli aveva mai detto se volesse stare insieme.
-"Domani ne parleremo davvero?" Gli chiese Federico.
Benjamin annuì e gli baciò la fronte.
-"Ti prometto che ne parleremo." Rispose. "Adesso ho soltanto bisogno di stringerti." Aggiunse e lo baciò.
Perché Benjamin avrebbe sempre avuto bisogno di stringere Federico, di baciarlo e anche soltanto di osservarlo.
Benjamin avrebbe sempre avuto bisogno di Federico.

Do you want to dance with me in the dark? || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora