Twenty seven.

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Il più piccolo aveva passato la notte a vegliare sul ragazzo stretto tra le sue braccia, il moro non aveva fatto altro che mugolare parole prive di senso mentre dormiva e tremare per il freddo. Federico gli aveva più volte misurato la temperatura e gli aveva dato ogni tipo di medicinale potesse aiutarlo, non gli piaceva vederlo in quello stato. Voleva passare del tempo con lui, non poteva negarlo, ma di certo non in quelle condizioni, di una cosa era certo però gli sarebbe rimasto accanto.
I giorni passavano, aprile passava velocemente alternando calde giornate quasi estive a giorni caratterizzati dalla pioggia torrenziale e ormai più di metà mese era passato, la febbre del moro era finalmente scesa e al ragazzo non restava che un po' di mal di gola e tosse. In quei giorni Federico non aveva fatto altro che stargli accanto e prendersi cura di lui, in quei cinque giorni aveva del tutto ignorato i suoi amici dicendo loro che aveva la febbre e non voleva ricevere visite, l'unico a cui aveva permesso di andare a trovarlo era stato Louis che era arrivato carico di medicinale e cibarie varie che avevano reso felice il più grande.
Benjamin, dal suo punto di vista, era felice delle tante attenzioni che Federico gli stava riservando ed era felice anche perché Louis era andato a trovarlo e aveva passato del tempo con lui. Grazie a Federico si sentiva finalmente un ragazzo normale e soprattutto si sentiva felice. Se solo avesse potuto avrebbe passato tutto il suo tempo stretto tra le braccia di Federico.

Quel giorno di quasi fine aprile pioveva a dirotto e nonostante fossero soltanto le cinque del pomeriggio sembrava notte inoltrata. Nella casa del più piccolo, adiacente a quella di Francisco, tutte le luci erano spente se non quelle del salotto dove Federico era sdraiato sul divano, vestito con un pantalone di tuta nero e una t-shirt a mezze maniche bianca, e il moro era sdraiato tra le sue gambe e con la testa accoccolata sul suo petto.
-"Vuoi che ti prepari qualcosa da mangiare?" Gli chiese Federico mentre gli accarezzava i capelli. "O vuoi qualcosa per coprirti? Una caramella per la gola?" Continuò a chiedergli e gli sistemò la felpa grigia, che si era alzata scoprendogli la schiena.
Il moro ridacchiò e scosse la testa.
-"Ho mangiato dieci minuti fa, la felpa è abbastanza calda e sai che non mi piacciono quelle caramelle." Rispose il moro. "Tutto quello che voglio è che tu la smetta di preoccuparti così tanto e che ti goda questi momenti di tranquillità." Aggiunse e gli baciò il petto coperto. "Sai che dureranno ancora per poco." Concluse e sospirò.
Il più piccolo sospirò a sua volta e strinse il ragazzo tra le sue braccia.
-"Mi è difficile smettere di preoccuparti per te." Replicò, decidendo di ignorare le ultime parole del moro. "Voglio che tu stia bene."
Benjamin sorrise e strusciò la punta del naso sul petto del ragazzo, facendolo ridacchiare.
-"A questo proposito..." Disse il ragazzo e alzò lo sguardo per guardarlo. "Posso chiederti una cosa?"
-"Ti è venuta fame? Vuoi un toast? O preferisci della pasta?"
-"No, Fè, non mi è venuta fame." Rise Benjamin. "Voglio solo chiederti una cosa."
-"Dimmi pure."
-"Perché ti preoccupi così tanto per me?"
-"Perché non dovrei?"
-"Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda, principessa." Disse Benjamin e si mise a cavalcioni sulle gambe del più piccolo. "Perché ti preoccupi così tanto per me?" Gli chiese nuovamente. "Non fraintendermi, mi piace tantissimo vederti così tanto preoccupato per me e adoro le tante attenzioni che mi dai. Questi giorni con te sono stati meravigliosi, nonostante avessi la febbre, perché tu sei meraviglioso." Spiegò. "Vorrei soltanto sapere perché fai tutto questo per me, in fondo io per te non ho fatto nulla se non scocciarti dal primo momento in cui ti ho visto. - Federico ridacchiò e gli strinse i fianchi tra le mani - La mia è solo curiosità, tutto qua." Concluse e scrollò le spalle.
Il biondo si morse il labbro inferiore e iniziò a disegnare cerchi invisibili sui fianchi del ragazzo, gli occhi di Benjamin erano fissi su di lui e un po' lo intimidivano. Una parte di lui avrebbe voluto dirgli quello che quasi tre settimane fa, confessargli i suoi sentimenti ma dall'altro canto aveva ancora paura della reazione del moro. Aveva ancora paura di perderlo.
"Vuoi continuare ad avere paura per sempre, Federico?" Si chiese Federico. "Vuoi vivere davvero, vivere il momento, o continuare ad immaginare quello che potrebbe essere?"
-"Fè mi rispondi?" Benjamin richiamò la sua attenzione e gli schioccò le dita davanti agli occhi.
Federico scosse vigorosamente la testa e ritornò con i piedi sulla terra. Non poteva continuare ad avere paura, doveva dirglielo. Lo doveva a se stesso. Sarebbe stato meglio sapere subito che cosa Benjamin pensava e non trascinare quella situazione per sempre.
-"Devo dirti una cosa, Benjamin." Disse Federico, con tono di voce estremamente serio. "Che è anche la risposta alla tua domanda. Devo dirtelo o rischierò davvero di impazzire."
-"Allora dimmelo, sono qui per ascoltarti."
Federico prese un respiro profondo e strinse i fianchi del maggiore prima di parlare.
-"Forse mi prenderai per pazzo, forse lo sono davvero ma non mi importa." Iniziò a parlare Federico. "Io e te non ci siamo conosciuti nelle migliori delle circostanzi, all'inizio non volevo nemmeno sentir parlare di te e ti ho giudicato ancora prima di conoscere il tuo nome. Poi però ti sei avvicinato a me, pian piano sei entrato nel mio mondo e mi hai mostrato che persona meravigliosa sei.
Mi hai parlato di te, del tuo passato e del tuo presente, e giorno dopo giorno io mi sentivo sempre più legato a te. A quel che sei.
Non so come sia successo e nemmeno quando ma ho iniziato a provare qualcosa per te. Io provo qualcosa per te, Benjamin.
Non so dirti che cosa sia con esattezza ma è qualcosa di forte e anche di bello. Se mi sono preso cura di te in questi giorni è perché voglio averti accanto, voglio viverti il più possibile. Voglio conoscerti, sapere tutto di te e soprattutto averti nella mia vita. Voglio tutto di te, Benjamin." Parlò il ragazzo, con il cuore che gli batteva all'impazzata nel petto e le mani che gli tremavano per l'emozione. "Io mi sto innamorando di te." Concluse e abbozzò un sorriso.
Benjamin aveva ascoltato in silenzio ogni parola dell'altro, lo sguardo fisso su di lui e l'espressione impassibile. Quando il ragazzo finì di parlare non proferì parola, si limitò ad alzarsi dalle gambe del minore e ad infilarsi le scarpe.
-"Ben c- che stai facendo?" Gli chiese preoccupato, e spaventato, Federico. "Dove vuoi andare? Piove tantissimo e stai ancora male."
-"Non posso restare." Si limitò a rispondere il moro e si diresse verso la porta d'ingresso.
-"Ben!" Urlò il più piccolo e gli corse dietro, quando lo raggiunse gli prese il polso. "Perché vuoi andartene via?" Gli chiese allarmato. "È per quello che ti ho detto?"
Benjamin strattonò il braccio, si liberò dalla sua presa e aprì la porta di casa.
-"Tu non puoi innamorarti di me, Federico." Disse. "Io non sono il ragazzo adatto a te." Aggiunse. "Noi non possiamo stare insieme né adesso né mai." Concluse e andò via.
Le paura di Federico erano diventate realtà. Era tutto finito.

Do you want to dance with me in the dark? || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora