I quattro ragazzi erano rimasti immobili mentre osservavano il loro amico, se potevano ancora definire tale Francisco, intento a sfidare Federico per l'ennesima volta. Il più piccolo non aveva raccontato ai suoi amici quello che era successo con Francisco, nonostante tutto continuava a volergli bene e non voleva lo escludessero, ma lui la pensava in modo diverso e aveva raccontato tutto agli altri nella speranza che questi stessero dalla sua parte. Era stato Louis il primo a dirgli che aveva sbagliato, che avrebbe dovuto parlarne con Federico a tempo debito e trovare una soluzione insieme, non costringere il suo fidanzato a baciarlo soltanto per allontanarli. Per quanto volessero bene a Francisco era Federico il punto in comune che avevano, per Federico avrebbero fatto di tutto.
Benjamin, sorpreso tanto quanto gli altri, allungò una mano verso la spalla del minore l'accarezzò lentamente.
-"Tranquillo." Gli disse e baciò il punto che aveva appena accarezzato. "Io sono qui e sto con te." Aggiunse e si sforzò di sorridergli. L'ultima cosa che Benjamin voleva era allontanare il biondo dai suoi amici, quel Francisco però non gli piaceva e ancor meno dopo quello che aveva fatto. Dopo averlo usato come una bambola.
Il più piccolo ricambiò il suo sorriso, anche se venne fuori una smorfia priva di felicità, e si voltò verso il ragazzo fermo davanti a lui. Si alzò dalla tovaglia, si pulì i pantaloni e serrò i pugni.
-"Che cosa ti fa pensare che io voglia parlare con te?" Replicò, con tono duro, il più piccolo.
-"Viviamo a pochi metri di distanza, non potrai ignorarmi per sempre." Rispose Francisco. "È meglio parlarne adesso, da persone mature."
-"Non mi sei sembrato molto maturo quando hai baciato il mio fidanzato, soltanto per farci lasciare." Disse Federico e incrociò le braccia al petto. Ormai per lui era diventato normale definire Benjamin il suo fidanzato, anche se non lo erano ancora del tutto, gli veniva naturale definirlo parte integrante della sua vita.
L'amico sospirò e fece qualche passo verso di lui.
-"Mi dispiace per quello che ho fatto." Si scusò. "Avrei dovuto parlare con te ma sembravi così felice..."
-"E tu hai pensato bene di distruggere la mia felicità."
-"Non so perché l'ho fatto." Ammise Francisco. "Provo qualcosa per Benjamin, non posso negarlo, ma non è tanto forte da spingermi a rovinare la nostra amicizia."
-"Quindi mi stai dicendo che qualcuno si è impossessato di te e ti ha costretto a baciare Benjamin?" Chiese, sarcastico, il biondo e alzò gli occhi al cielo. "Inventane un'altra, Francisco." Ringhiò.
Brandon, Jensen e Louis stavano confabulando tra di loro mentre il moro si alzò e si avvicinò a lui. Benjamin non gli disse nulla, si limitò a dargli un bacio sulla guancia e a prendergli la mano. Spesso tra di loro le parole erano superflue, bastavano gesti semplici come quelli.
-"Mi dispiace." Ripeté Francisco, dopo aver osservato attentamente i movimenti del più grande. "Non pretendo di essere perdonato immediatamente ma almeno pensaci." Aggiunse. "Ho sbagliato e lo ammetto, mi dispiace e se tornassi indietro non lo rifarei. Farò il possibile per dimenticare Benjamin ma ti prego, ti prego Federico, non eliminarmi dalla tua vita. Sei mio amico, sei il mio vicino e io ti voglio bene." Continuò. "Non voglio perderti."Dopo quelle parole Francisco andò via, lasciando i cinque ragazzi al loro picnic e questi scelsero di non continuare a parlare di lui. Federico avrebbe scelto che cosa fare, loro volevano soltanto si rilassasse per qualche momento e la presenza di Benjamin gli fu decisamente d'aiuto.
Le ore passate insieme trascorsero velocemente e ben presto si ritrovarono a salire nelle loro auto per tornare a casa, con l'accordo di vedersi quella sera.
Come non succedeva da giorni, Benjamin e Federico furono costretti a separarsi. Il moro aveva bisogno di ritornare a casa sua e prendere delle cose, che poi avrebbe portato a casa del minore, e si sarebbero rivisti quella sera in discoteca.
-"Sei proprio sicuro di voler tornare a casa?" Borbottò, dispiaciuto, Federico mentre svoltava verso casa del maggiore.
Il moro ridacchiò e gli accarezzò la guancia.
-"Devo, principessa." Rispose. "È pur sempre casa mia e devo prendermene cura." Aggiunse. "Saranno solo poche ore però, questa sera tornerò da te e ci resterò per così tanto tempo che alla fine non mi sopporterai più."
Il più piccolo parcheggiò davanti casa del maggiore e spense il motore.
-"Non succederà mai." Replicò. "Non smetterò mai di sopportarti."
-"Mai dire mai, no?" Chiese, ironico, Benjamin e gli diede un bacio a stampo. "Adesso vado, ci vediamo questa sera."
-"A stasera."Benjamin entrò in casa con il sorriso stampato sul volto, stare con Federico lo rendeva felice e si sentiva libero come non lo era da tempo. Come non lo era da prima che morisse sua sorella gemella. Non appena però il ragazzo arrivò in salotto, stranamente in ordine, il suo sorriso svanì del tutto. Davanti a lui c'era Thomas, seduto sul suo divano, con un ghigno stampato sul volto che non prometteva nulla di buono.
-"Ciao pasticcino, ti stavo aspettando." Disse Thomas e si alzò per salutarlo. "Iniziavo a pensare che non abitassi più in questa casa." Aggiunse e gli diede un bacio sulla guancia, che fece inorridire il più grande.
Benjamin indietreggiò e arricciò il naso.
-"Che ci fai qui?"
-"Sono qui per te, come al solito." Rispose l'uomo e gli sorrise. "E anche perché non mi è andato giù il modo in cui mi hai rifiutato l'altro giorno."
-"Problemi tuoi." Replicò Benjamin e si tolse la giacca dell'adidas nera che indossava, la gettò sul divano e superò Thomas per sedersi su questo. "Ora che mi hai visto puoi anche andartene." Aggiunse.
-"Nononono." Cantilenò Thomas e si sedette accanto a lui. "Non me ne andrò, non fino a quando non farò quello che ho in mente."
Il più grande sospirò.
-"E che cosa vuoi fare?" Gli chiese, abbastanza annoiato. "Una torta?"
L'uomo rise e gli accarezzò la coscia.
-"Non scherzare, piccolino." Rispose. "Sai bene quello che voglio fare." Aggiunse e iniziò ad accarezzargli l'interno coscia. "E tu me lo lascerai fare senza obbiettare, ci siamo capiti?"
Il moro cercò di scacciare via la mano dell'uomo ma questo glielo impedì.
-"Non voglio fare sesso con te."
-"Io però voglio farlo con te, è questo che conta." Disse Thomas. "Smettila di pensare a quel biondino, adesso ci sono io qui."
-"E se io non volessi lasciarti fare quello che vuoi?" Chiese il più grande, infastidito da quella situazione.
L'uomo ghignò e se lo tirò addosso.
-"Ti licenzierei, ti toglierei a casa. Ti rovinerei la vita a tal punto che nemmeno Federico, e i suoi soldi, potrebbe aiutarti." Disse e gli accarezzò la schiena. "Tu dipendi da me, Benjamin, arrenditi." Concluse e lo baciò.
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Do you want to dance with me in the dark? || Fenji.
Fanfiction«Tra i tanti colori di Miami non c'era posto per il nero che Benjamin si portava dietro, per quel nero che sapeva ammaliare e sedurre. Nessuno riusciva ad apprezzarlo come meritava. Nessuno tranne un vulcano di colori. Riusciranno a creare il loro p...