Seven.

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Federico era rimasto piacevolmente colpito dalla conversazione, seppur breve e quasi a senso unico, che aveva avuto con il moro.
Era rimasto colpito anche dalle scuse del ragazzo, l'ultima cosa che si aspettava era che un ragazzo a lui quasi del tutto sconosciuto lo cercasse in tutta Miami per scusarsi. Benjamin anche avrebbe potuto esigere dalle scuse da lui, per il comportamento che Federico aveva avuto nei suoi confronti la sera precedente, ma non lo aveva fatto.
Forse aveva giudicato troppo in fretta quel ragazzo soltanto per il lavoro, se così poteva essere definito, che svolgeva. Forse Francisco aveva ragione e quello che lo spingeva a tenere lontano Benjamin erano soltanto pregiudizi.
Non poteva negare a se stesso di essersi sentito davvero male quando Benjamin gli aveva che cosa, secondo lui, pensava della sua vita e del suo mestiere e si era sentito anche peggio quando si era reso conto che era la verità. In vita sua non aveva mai avuto pregiudizi contro nessuno ma con Benjamin non riusciva a farne a meno, non riusciva a capire come potesse avere una vita del genere ed esserne felice.
Lui non ci sarebbe mai riuscito.
Quella loro breve conversazione però era riuscito un po' a fargli cambiare idea sul moro e a convincerlo di voler conoscere meglio quel ragazzo. Lo doveva a se stesso.

Era passato un giorno dall'incontro di Benjamin e Federico, nessuno dei due aveva avuto notizie dall'altro ma il più piccolo non riusciva a smettere di pensare al loro incontro. Le ore passavano ma lui continuava a pensarci, ancora non riusciva a credere che Benjamin gli avesse chiesto scusa e lo avesse ascoltato parlare sorridente e sinceramente interessato alle sue parole. Un po' gli dispiaceva aver speso così tanto tempo a parlare di lui, il suo intento era quello di conoscere Benjamin e cercare di capire il perché di certe sue scelte. Non aveva una spiegazione precisa sul perché volesse conoscerlo meglio, sapeva soltanto che voleva farlo. Sbagliava? Forse ma gli andava di farlo.

-"Magari passa in discoteca qualche sera. Mi piacerebbe rivederti, biondino."
Gli aveva detto Benjamin e, dopo sole ventiquattro ore, Federico aveva intenzione di accettare quella sorta di invito. Erano le nove e mezzo quando, senza dirlo ai suoi amici che continuavano a chiedergli di uscire con loro, Federico si ritrovò a parcheggiare nell'ampio parcheggio della discoteca, avvolto in un maglione nero e un jeans del medesimo colore. Forse non era esattamente un look da discoteca, e sarebbe passato inosservato tra così tanti corpi scolpiti e mezzi nudi, ma non era andato lì per far colpo su nessuno.
Con il cuore che gli batteva all'impazzata per la stupidaggine che stava facendo, spense il motore e scese dalla sua auto. Le sue converse nere calpestarono l'asfalto rovinato fino a quando non raggiunsero il tappeto nero con il nome della discoteca scritto in viola. Per sua fortuna c'era poca fila, erano già tutti dentro, e riuscì ad entrare dopo solo pochi minuti. Al suo ingresso venne investito dal solito odore di alcool, fumo e sudore e provocò in lui la solita smorfia di disgusto.
Federico aggrottò la fronte quando notò che sul palco si stavano esibendo i soliti ballerini e che nessuno stava prestando loro attenzione.
"Dov'è Benjamin?" Si chiese e, confuso, fermò il primo ragazzo che gli passò accanto.
-"Scusa posso farti una domanda?"
Il ragazzo, a petto nudo e con i capelli castani, si voltò verso di lui e gli sorrise.
-"Con quegli occhi potresti chiedermi anche di sposarti, tesoro."
Il più piccolo alzò gli occhi al cielo e tolse la mano dal braccio del ragazzo.
-"Questa sera Benjamin non si esibisce?"
Gli occhi del ragazzo brillarono nel sentire il nome di Benjamin e subito dopo scosse la testa.
-"No, tesoro, il mercoledì è la sua serata libera." Rispose. "Ma se vuoi puoi divertirti con me."
Il biondo fece una smorfia disgustata e, senza proferire parola, si allontanò. Senza nemmeno rendersene conto raggiunse il bancone, per fortuna vuota, e si sedette su uno sgabello in pelle nero. Subito dopo il barista, anche lui a petto nudo e con i capelli chiari tirati all'indietro, lo raggiunse e gli sorrise.
-"Che cosa posso portarti?" Gli chiese.
-"Avete della coca cola?"
Il barista rimase sorpreso da quella richiesta ma fu di un altro la voce che commentò.
-"Coca cola? Sul serio principessa?"
Federico sobbalzò quando sentì quella voce e il suo corpo venne investito da brividi quando delle labbra calde si poggiarono sulla sua guancia.
-"Ciao biondino." Lo salutò il maggiore e si sedette davanti a lui, per poi rivolgersi al barista. "Della coca cola anche per me, Nick."
Il ragazzo, seppur sorpreso, annuì e si allontanò dai due.
-"Che ci fai qui?" Gli chiese. "Questa è la mia serata libera."
Federico scrollò le spalle.
-"Magari lo sapevo e sono venuto proprio per non incontrati." Mentì Federico, con il solo intento di scherzare.
Il sorriso sul volto del moro svanì e questo abbassò lo sguardo.
-"O- oh, allora me ne vado e t- ti lascio tranquillo." Balbettò il moro e fece per alzarsi ma l'altro lo fermò.
-"Stavo scherzando." Lo rassicurò il più piccolo. "In realtà nemmeno lo sapevo che fosse la tua serata libera, me l'ha detto un ragazzo pochi minuti fa."
Benjamin sorrise sollevato e si sistemò sullo sgabello.
-"Allora sei venuto qui per me?"
-"Sì, mi hai detto che ti avrebbe fatto piacere rivedermi e anche a me."
Benjamin si morse il labbro inferiore e si avvicinò a lui.
-"In effetti sì, mi fa molto piacere rivederti." Disse e allungò una mano per accarezzargli lo coscia. "Questa sera sei anche più bello del solito."
Il biondo arrossì.
-"N- non indosso nulla di speciale." Borbottò imbarazzato.
-"Con quegli occhi tutto diventa speciale."
Molti dei presenti avevano notato la presenza di Benjamin nel locale, di solito di mercoledì non andava mai in discoteca, e stavano iniziando a borbottare su loro due. Qualcuno stava avanzando verso di loro e Federico era certo non avessero delle buone intenzioni.
-"Ti guardano sempre così tanto?" Sospirò Federico.
Il moro ridacchiò e annuì.
-"Sì ma solo come farli smettere."
-"Allora che aspetti? Fallo."
-"Per farlo mi servirà il tuo aiuto." Disse il moro e si avvicinò ancora di più a lui.
Il più piccolo iniziava ad essere imbarazzato per la tanta vicinanza ma non osava spostarsi.
-"Che cosa dovrei fare?"
-"Perdonarmi per quello che sto per fare." Rispose Benjamin e, in un batter d'occhio, prese il viso di Federico tra le mani per baciarlo.
Il biondo spalancò gli occhi e si irrigidì di colpo ma, subito dopo, si ritrovò a schiudere le labbra e ad aggrapparsi al corpo del moro. Sotto lo sguardo, invidioso, dei presenti il bacio di Benjamin e Federico divenne più passionale e reale. I due si aggrapparono l'uno all'altro e, senza nemmeno rendersene conto, si alzarono dagli sgabello e il moro spinse Federico contro il bancone, senza mai smettere di baciarlo.
Il biondo sentiva la testa girargli vorticosamente e non si rendeva conto di quello che stava facendo ma, al momento, gli piaceva.
Il più grande si staccò dalle labbra di Federico, facendolo mugolare in disapprovazione, e lo guardò divertito.
-"Allora mi perdoni?" Gli chiese, le labbra erano gonfie e gli occhi sembravano brillare.
Federico sbuffò.
-"Sta zitto e baciami."
Il moro ridacchiò e gli morse il labbro inferiore.
-"Andiamo di sopra?" Gli chiese. "Vorrei evitare di dare spettacolo anche nel mio giorno libero."

Do you want to dance with me in the dark? || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora