Il pranzo dei due ragazzi era andato nel miglior modo possibile, avevano messo da parte le discussioni riguardo il conto e si erano goduti ogni momento passato insieme. Non avevano molto tempo prima che il più piccolo dovesse ritornare ai suoi studi, la settimana seguente avrebbe dovuto sostenere l'esame ed era abbastanza agitato, e che Benjamin ritornasse a casa per riposare prima della serata che lo attendeva.
Durante il pranzo i due giovani si erano finalmente decisi a scambiarsi i numeri di cellulare, dopo quasi una settimana passata insieme era giunto il momento.
-"Così potrai mandarmi un messaggio ogni volta che ti manco." Aveva detto Federico, dopo avergli restituito il cellulare con il suo numero memorizzato, e gli aveva fatto l'occhiolino facendo riferimento alle parole che il moro gli aveva detto al suo arrivo in università.
Il moro alzò gli occhi al cielo e prese il suo cellulare.
-"Se dovessi mancarmi verrò da te." Rispose e si leccò il labbro inferiore. "Non me ne faccio nulla di un messaggio quando ho voglia di baciarti."
A quelle parole Federico era arrossito ma aveva deciso di non proseguire quel discordo, non sapeva che valore Benjamin attribuisse a quelle parole e non voleva rovinare quel bel momento. Avrebbero affrontato quel discorso in un altro momento, si conoscevano ancora da poco tempo e per quanto intensi fossero stati quei giorni restavano, pur sempre, pochi giorni.
Durante il pranzo Federico aveva ricevuto una telefonata da parte del suo amico Jensen, che conosceva sin dalle medie e con cui aveva sempre avuto un bel rapporto, ed era stato costretto a rispondere data la sua insistenza.
-"Rispondi pure, io sono impegnato a litigare con questo gambero." Gli aveva detto Benjamin facendolo ridere.
La conversazione telefonica non era durata molto, ma abbastanza affinché il moro rischiasse di rompere due bicchieri con il gambero con cui stava litigando, e al termine si era ritrovato costretto a seguire i suoi amici in discoteca quella sera. Non che gli dispiacesse rivedere Benjamin ma aveva in mente di studiare fino a tarda notte.
-"Quindi ci vediamo questa sera?" Gli aveva chiesto Benjamin all'uscita del ristorante, dopo aver praticamente spinto via il biondo per andare a pagare il conto.
Federico aveva sorrise e gli aveva accarezzato la guancia.
-"Ci vediamo stasera." Rispose e gli diede un bacio a stampo.Con il sorriso stampato sul volto Federico era ritornato in università per recuperare la sua macchina e ritornare a casa. Era felice di come era andato il loro pranzo, nulla di troppo impegnativo come Benjamin gli aveva promesso, e si erano rilassati con il suono delle onde che si infrangevano sugli scogli.
Stava bene con Benjamin ma non voleva farsi strane idee, quasi non lo conosceva e per quel poco che sapeva di lui aveva capito fossero totalmente diversi.
Quel pomeriggio Federico riuscì a concludere poco e niente con lo studio, continuava a pensare alla serata che lo attendeva e alle sei e mezzo decise di mettere da parte i libri per prepararsi nel miglior modo possibile per uscire.
Quando, alle nove e mezzo, i suoi amici andarono a prenderlo si complimentarono per il suo aspetto e gli chiesero se avesse intenzionate di conquistare qualcuno, ignari che quella era la sua reale attenzione.-"Ricordati che devi chiedere scusa a Benjamin." Gli ricordò Francisco mentre si sedevano sui comodi divani della discoteca, con i loro drink stretti tra le mani. Quello di Federico era rigorosamente analcolico, dato che al ritorno sarebbe toccato a lui guidare.
Il biondo annuì.
-"Sarà difficile però parlare con lui."
-"Di questo lascia che me ne occupi io." Rispose l'amico con tono orgoglioso. "Ti ricordo che tra di noi c'è un certo feeling." Aggiunse e ammiccò all'amico. "Anche se, purtroppo, non lo vedo da un po'." Continuò sospirando. "Di sicuro gli mancherò."
Per fortuna del più piccolo non fu costretto a replicare, subito dopo le parole dell'amico infatti le luci nel locale si abbassarono e la musica cambiò. Lo spettacolo di Benjamin stava per iniziare. L'attenzione di tutti si spostò sul palco e Federico notò l'eccitazione generale crescere.
Quando lo spettacolo iniziò il più piccolo notò che quella sera il moro non era solo, era affiancato da altri tre ballerini a petto nudo, proprio come lui, che però erano oscurati dalla bellezza del moro che sapeva come attirare l'attenzione di tutti su di lui. O almeno l'attenzione di Federico.
Gli occhi del biondo erano rapiti dai movimenti di Benjamin, doveva ammettere che sapeva come muoversi sul palco ed era anche un bravo ballerino. I suoi indumenti volavano via l'uno dopo l'altro, con l'approvazione generale dei presenti, e Federico continuava a domandarsi che cosa ci trovassero di bello nel vederlo nudo e non poterlo avere. Non poter parlare con lui.
Lo amavano nonostante Benjamin fosse soltanto il loro sogno proibito.-"È stato fantastico!" Esclamò Francisco quando lo spettacolo di Benjamin terminò. "Quel ragazzo un giorno mi farà morire." Sospirò e si gettò a peso morto sul divano.
Brandon rise e poggiò sul tavolo il suo drink ormai finito.
-"Ricorda che devi prima sposartelo."
-"O magari non sarà lui a farlo." Replicò Louis, che non aveva smesso di guardare nemmeno per un momento Federico.
Francisco inarcò un sopracciglio.
-"Non vorrai rubarmi il futuro marito?"
-"Io no ma qualcuno potrebbe averlo già fatto." Rispose il ragazzo. "Tu che ne pensi, Federico?"
Il biondo sgranò gli occhi e divenne bianco come un lenzuolo, che cosa intendeva dire Louis? Che cosa sapeva?
A salvarlo da quella sgradevole conversazione ci pensò la guardia del corpo, o almeno pensava che lo fosse, di Benjamin che aveva già visto in passato.
-"Biondino vieni con me." Disse l'uomo dai muscoli possenti. "Benjamin ti sta aspettando."
Francisco gli diede una pacca sulla spalla e sorrise.
-"Ti ho detto che ci avrei pensato io." Disse. "Salutamelo e digli che lo ringrazierò per questo favore." Aggiunse e ghignò malizioso.
Federico alzò gli occhi al cielo, si alzò per seguire l'uomo ma venne bloccato da Louis.
-"Attento a ciò che fai Federico. Potresti pentirti."Federico era rimasto stranito dalle parole di Louis ma non voleva pensarci in quel momento, era lì per distrarsi. Avrebbe parlato con lui in un altro momento.
Seguì l'uomo lungo un corridoio poco illuminato, che aveva già percorso, e questo lo lasciò davanti alla stanza dove per la prima volta era andati a letto insieme.
-"Ti sta aspettando dentro." Disse l'uomo, con tono decisamente meno burbero di quello usato poco prima.
-"Grazie mille per avermi accompagnato." Lo ringraziò il biondo e gli sorrise.
-"È la prima volta che si comporta in questo modo con qualcuno. Devi interessagli davvero tanto." Replicò l'uomo, prima di andare via.
Federico prese un respiro profondo e aprì la porta nera, subito davanti a lui vide Benjamin ad attenderlo sul letto a gambe incrociate.
-"Pensavo ti fossi perso." Sbuffò il maggiore non appena lo vide entrare.
-"Anche a me fa piacere rivederti." Scherzò Federico e chiuse la porta alle sue spalle. "Bel numero." Commentò e si avvicinò a lui.
Il moro ignorò le sue parole, gli prese il polso e lo tirò sul letto.
-"Begli occhi." Rispose e, famelico, fece unire le loro labbra.Dopo pochissimi minuti Federico si ritrovò bloccato tra il materasso e il corpo di Benjamin, che era seduto a cavalcioni su di lui e continuava a strusciarsi contro di lui mentre le loro lingue continuavano ad inseguirsi nelle loro bocche. Le mani di Federico stavano disegnando cerchi invisibili sui fianchi di Benjamin, che aveva scoperto, mentre le mani di questo erano fisse sulle sue guance.
Dopo poco i due ragazzi interruppero quel bacio per poter riprendere aria.
-"Il mio amico Francisco mi ha detto che ti ringrazierà per avermi fatto venire, ti restituirà il favore." Disse Federico, con il fiatone, con il solo intento di provocarlo.
-"Oh, principessa, non ti ho ancora fatto venire." Controbatté il moro. "E fai sapere al tuo amico che lui non c'entra proprio nulla." Aggiunse e gli morse il labbro inferiore. "Mi sembra però che tu sia qui per un motivo ben preciso, o sbaglio?"
Il più piccolo gli strinse i fianchi e sorrise.
-"Direi che devo scusarmi con te." Rispose. "Sono stato davvero cattivo." Aggiunse e scese ad accarezzargli il fondoschiena. "Molto cattivo con te."
Benjamin si morse il labbro inferiore e si slacciò i pantaloni neri.
-"Concordo." Disse e sbottonò la camicia del minore. "E conosco un metodo infallibile per farti perdonare."
Federico ghignò malizioso e invertì le posizioni, ritrovandosi con le gambe di Benjamin strette sul suo bacino.
-"Spero di dover fare più di un tentativo per farmi perdonare." Rispose per poi baciarlo.Il sole era alto sulla bella Miami in quella calda giornata di metà marzo, la giornata era iniziata già da un po' ma Federico non aveva ancora messo piede fuori dalla sua casa. La sera precedente era ritornato a casa a notte inoltrata, erano quasi le quattro e mezzo del mattino, dopo aver passata tutta la serata con Benjamin a tentare di farsi perdonare. Come diceva Benjamin. Per fortuna i suoi amici non gli fecero tante domande, ad eccezione di Francisco che gli chiese più volte se si fosse comportato bene con Benjamin perché, testuali parole, voleva che il suo futuro fidanzato e i suoi amici andassero d'accordo. Tutti avevano creduto alla sua storia, o almeno lo sperava dato che Louis continuava a lanciargli occhiatacce e a provocarlo in ogni momento.
Federico era davvero preoccupato per il suo amico e aveva in programma di parlargli subito dopo l'esame ma non sapeva che Louis aveva intenzione di farlo molto prima.
Erano le dieci del mattino quando il campanello di casa Rossi suonò e costrinse Federico ad interrompere i suoi studi. Il ragazzo, a piedi nudi e con una vecchia tuta grigia, si trascinò fino alla porta d'ingresso e sorrise quando vide la persona ferma sulla soglia.
-"Ehi Louis, che bello vederti." Gli disse. "È raro vederti da queste parti, che succede?"
L'amico, con un'espressione estremamente seria, entrò in casa e lo guardò dritto negli occhi.
-"Dobbiamo parlare."
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Do you want to dance with me in the dark? || Fenji.
أدب الهواة«Tra i tanti colori di Miami non c'era posto per il nero che Benjamin si portava dietro, per quel nero che sapeva ammaliare e sedurre. Nessuno riusciva ad apprezzarlo come meritava. Nessuno tranne un vulcano di colori. Riusciranno a creare il loro p...